Negli ultimi anni, le costanti nuove scoperte nell’ambito dei biomarcatori e di formulazione hanno consentito di accelerare notevolmente il processo di sviluppo di farmaci, specialmente in ambito oncologico, comportando una più veloce introduzione nel mercato di molteplici terapie biologiche e target, favorendo un avvicinamento costante e in crescita al concetto di “medicina di precisione”. Conseguentemente a questo anche dati generati a partire da studi “early phase” hanno assunto un’importanza centrale nel fornire dati a fini registrativi. Tuttavia gli studi randomizzati e gli studi fase terza sono tutt’ora considerati il massimo livello di evidenza del rapporto rischio/beneficio di un farmaco precedentemente alla sua adozione nella pratica clinica. La solidità metodologica secondo cui questi studi sono disegnati consente di ottenere da quest’ultimi dati credibili, riproducibili e di elevata qualità. Allo stesso tempo, una delle possibili critiche che si può muovere agli studi randomizzati è che, sia per i principi etici che guidano la sperimentazione clinica che al fine di rimuovere possibili fattori confondenti, i pazienti arruolati all’interno di quest’ultimi sono pazienti estremamente selezionati. Conseguentemente, i pazienti inclusi negli studi “late-phase” differiscono significativamene dalla popolazione ben più eterogenea che i medici valutano e trattano nella loro pratica clinica. Il quesito a cui questo lavoro vuole rispondere è dunque quanto i dati generati a partire dagli studi randomizzati siano effettivamente traducibili in pratica clinica. Al fine di rispondere al seguente quesito sono state impiegate le Real-World Evidences, ovvero le evidenze generate a partire dalla raccolta ed organizzazione dei Real-World Data generati dai pazienti nel loro normale percorso diagnostico-terapeutico. In particolare, sono state prese in esame le RWEs ottenute a partire da programmi di Expanded Access, Uso Compassionevole ed uso Off-Label di farmaci in ambito oncologico. Conseguentemente, è stata svolta primariamente svolta una revisione e meta-analisi delle publicazioni disponibili con lo scopo di raccogliere i dati prodotti a partire da questi programmi e valutarne la qualità. I risultati ottenuti sono stati poi raggruppati per patologia e confrontati, come valore medio, con il risultato ottenuto dai corrispondenti studi clinici registrativi. La differenza riscontrata è stata poi impiegata per una successiva analisi di correlazione con lo scopo di valutare come l'inclusione, in questi programmi, di pazienti con ECOG>1 impatasse sugli altri parametri presi in esame. Il risultato ottenuto, sebbene esploratorio, suggerisce che non sempre i risultati degli studi randomizzati sono completamente traducibili in pratica clinica e rafforza il ruolo delle RWEs nella corretta valutazione del rapporto rischio/beneficio di un farmaco. Infine, ci permette di confermare l'importanza, sia per pazienti che per le aziende, dei programmi di uso Off-label come mezzo per offrire un'alternativa terapeutica in modo etico a quest'ultimi e come strumento per ottenere una "fotografia" estremamente precoce dell'efficacia del farmaco nella reale popolazione di pratica clinica.

Reliability of Real-world data: a review and meta-analysis to evaluate the consistency of Real-world data collection from Compassionate Use programs and corresponding Registration trials

PERIN, LEONARDO
2023/2024

Abstract

Negli ultimi anni, le costanti nuove scoperte nell’ambito dei biomarcatori e di formulazione hanno consentito di accelerare notevolmente il processo di sviluppo di farmaci, specialmente in ambito oncologico, comportando una più veloce introduzione nel mercato di molteplici terapie biologiche e target, favorendo un avvicinamento costante e in crescita al concetto di “medicina di precisione”. Conseguentemente a questo anche dati generati a partire da studi “early phase” hanno assunto un’importanza centrale nel fornire dati a fini registrativi. Tuttavia gli studi randomizzati e gli studi fase terza sono tutt’ora considerati il massimo livello di evidenza del rapporto rischio/beneficio di un farmaco precedentemente alla sua adozione nella pratica clinica. La solidità metodologica secondo cui questi studi sono disegnati consente di ottenere da quest’ultimi dati credibili, riproducibili e di elevata qualità. Allo stesso tempo, una delle possibili critiche che si può muovere agli studi randomizzati è che, sia per i principi etici che guidano la sperimentazione clinica che al fine di rimuovere possibili fattori confondenti, i pazienti arruolati all’interno di quest’ultimi sono pazienti estremamente selezionati. Conseguentemente, i pazienti inclusi negli studi “late-phase” differiscono significativamene dalla popolazione ben più eterogenea che i medici valutano e trattano nella loro pratica clinica. Il quesito a cui questo lavoro vuole rispondere è dunque quanto i dati generati a partire dagli studi randomizzati siano effettivamente traducibili in pratica clinica. Al fine di rispondere al seguente quesito sono state impiegate le Real-World Evidences, ovvero le evidenze generate a partire dalla raccolta ed organizzazione dei Real-World Data generati dai pazienti nel loro normale percorso diagnostico-terapeutico. In particolare, sono state prese in esame le RWEs ottenute a partire da programmi di Expanded Access, Uso Compassionevole ed uso Off-Label di farmaci in ambito oncologico. Conseguentemente, è stata svolta primariamente svolta una revisione e meta-analisi delle publicazioni disponibili con lo scopo di raccogliere i dati prodotti a partire da questi programmi e valutarne la qualità. I risultati ottenuti sono stati poi raggruppati per patologia e confrontati, come valore medio, con il risultato ottenuto dai corrispondenti studi clinici registrativi. La differenza riscontrata è stata poi impiegata per una successiva analisi di correlazione con lo scopo di valutare come l'inclusione, in questi programmi, di pazienti con ECOG>1 impatasse sugli altri parametri presi in esame. Il risultato ottenuto, sebbene esploratorio, suggerisce che non sempre i risultati degli studi randomizzati sono completamente traducibili in pratica clinica e rafforza il ruolo delle RWEs nella corretta valutazione del rapporto rischio/beneficio di un farmaco. Infine, ci permette di confermare l'importanza, sia per pazienti che per le aziende, dei programmi di uso Off-label come mezzo per offrire un'alternativa terapeutica in modo etico a quest'ultimi e come strumento per ottenere una "fotografia" estremamente precoce dell'efficacia del farmaco nella reale popolazione di pratica clinica.
2023
Reliability of Real-world data: a review and meta-analysis to evaluate the consistency of Real-world data collection from Compassionate Use programs and corresponding Registration trials
real-world evidence
compassionate use
meta-analysis
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/68649