Le presupposizioni sono un tipo di informazione implicita all'interno di un enunciato la cui verità viene data per scontata dai partecipanti allo scambio comunicativo. Esse, infatti, costituiscono lo sfondo comune necessario a rendere sensati e comprensibili gli enunciati che le contengono. Le presupposizioni sono recuperabili dall’interlocutore attraverso un’inferenza a partire da alcuni elementi linguistici presenti sulla superficie di un enunciato, detti attivatori presupposizionali, i quali comprendono singole parole, espressioni e particolari costrutti sintattici. Lo sviluppo delle abilità presupposizionali in bambini a sviluppo tipico è stato di recente indagato da diversi studiosi. L'acquisizione di questa competenza in bambini ipoacusici, tuttavia, non è ancora stata studiata. Il presente lavoro vuole fornire un contributo allo studio delle abilità pragmatico-linguistiche nei bambini sordi, indagando la capacità di inferire presupposizioni di un bambino ipoacusico di 9;9 anni affetto da sordità asimmetrica neurosensoriale e sottoposto tardivamente a impianto cocleare. L'obiettivo principale è stato appurare se le abilità del bambino ipoacusico fossero simile a quella dei normoudenti o se invece presentasse un ritardo. Inoltre, si è inteso sondare se, come accade per i bambini a sviluppo tipico, il recupero delle presupposizioni risulti più facile con attivatori lessicali (sapere) piuttosto che anaforici (anche, di nuovo e le descrizioni definite). Infine ci si è proposti di verificare se un fattore peggiorativo delle prestazioni si potesse essere rappresentato dalla necessità, in certi contesti, di accomodare le presupposizioni. Per testare le abilità presupposizionali si è utilizzato un compito di selezione di figura a completamento di storie illustrate. I risultati hanno dimostrato che il bambino ipoacusico è generalmente in grado di recuperare presupposizioni a partire dagli attivatori utilizzati. Tuttavia, la sua competenza è minore rispetto a quella attesa per l’età. I dati hanno confermato anche che esiste una diversa abilità in dipendenza dal tipo di attivatore: il bambino ha esibito una piena competenza nell’attivare presupposizioni lessicali a partire da descrizioni definite, mentre è apparsa inferiore quella relativa agli altri attivatori anche e di nuovo. I risultati relativi al verbo fattivo sapere, invece, hanno dato un esito imprevisto e hanno portato ad ipotizzare che le difficoltà potessero essere imputabili alla natura mentalistica del verbo sapere o alla sua particolare costruzione sintattica. È stato confermato anche che le abilità presupposizionali sono maggiori se la presupposizione è soddisfatta dal contesto, rispetto al caso in cui debba essere accomodata, nella misura in cui l’accomodamento richiede il reclutamento di più risorse cognitive. Nel complesso, la capacità del bambino ipoacusico di attivare presupposizioni sembra non distanziarsi troppo da quella dei bambini normoudenti. Piuttosto, sembra possibile ipotizzare che il deficit uditivo, riducendo l’esposizione ad un input linguistico, adeguato possa avere un impatto anche sullo sviluppo di queste abilità.
Abilità presupposizionali in un bambino ipoacusico: esito di un compito di comprensione
DAL BRUN, GRAZIA
2023/2024
Abstract
Le presupposizioni sono un tipo di informazione implicita all'interno di un enunciato la cui verità viene data per scontata dai partecipanti allo scambio comunicativo. Esse, infatti, costituiscono lo sfondo comune necessario a rendere sensati e comprensibili gli enunciati che le contengono. Le presupposizioni sono recuperabili dall’interlocutore attraverso un’inferenza a partire da alcuni elementi linguistici presenti sulla superficie di un enunciato, detti attivatori presupposizionali, i quali comprendono singole parole, espressioni e particolari costrutti sintattici. Lo sviluppo delle abilità presupposizionali in bambini a sviluppo tipico è stato di recente indagato da diversi studiosi. L'acquisizione di questa competenza in bambini ipoacusici, tuttavia, non è ancora stata studiata. Il presente lavoro vuole fornire un contributo allo studio delle abilità pragmatico-linguistiche nei bambini sordi, indagando la capacità di inferire presupposizioni di un bambino ipoacusico di 9;9 anni affetto da sordità asimmetrica neurosensoriale e sottoposto tardivamente a impianto cocleare. L'obiettivo principale è stato appurare se le abilità del bambino ipoacusico fossero simile a quella dei normoudenti o se invece presentasse un ritardo. Inoltre, si è inteso sondare se, come accade per i bambini a sviluppo tipico, il recupero delle presupposizioni risulti più facile con attivatori lessicali (sapere) piuttosto che anaforici (anche, di nuovo e le descrizioni definite). Infine ci si è proposti di verificare se un fattore peggiorativo delle prestazioni si potesse essere rappresentato dalla necessità, in certi contesti, di accomodare le presupposizioni. Per testare le abilità presupposizionali si è utilizzato un compito di selezione di figura a completamento di storie illustrate. I risultati hanno dimostrato che il bambino ipoacusico è generalmente in grado di recuperare presupposizioni a partire dagli attivatori utilizzati. Tuttavia, la sua competenza è minore rispetto a quella attesa per l’età. I dati hanno confermato anche che esiste una diversa abilità in dipendenza dal tipo di attivatore: il bambino ha esibito una piena competenza nell’attivare presupposizioni lessicali a partire da descrizioni definite, mentre è apparsa inferiore quella relativa agli altri attivatori anche e di nuovo. I risultati relativi al verbo fattivo sapere, invece, hanno dato un esito imprevisto e hanno portato ad ipotizzare che le difficoltà potessero essere imputabili alla natura mentalistica del verbo sapere o alla sua particolare costruzione sintattica. È stato confermato anche che le abilità presupposizionali sono maggiori se la presupposizione è soddisfatta dal contesto, rispetto al caso in cui debba essere accomodata, nella misura in cui l’accomodamento richiede il reclutamento di più risorse cognitive. Nel complesso, la capacità del bambino ipoacusico di attivare presupposizioni sembra non distanziarsi troppo da quella dei bambini normoudenti. Piuttosto, sembra possibile ipotizzare che il deficit uditivo, riducendo l’esposizione ad un input linguistico, adeguato possa avere un impatto anche sullo sviluppo di queste abilità.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/68694