Al giorno d’oggi la percentuale di persone, soprattutto di genere femminile, affette da un disturbo dell’alimentazione e della nutrizione (DAN) cresce sempre di più e i dati che riguardano ciò sono sempre più allarmanti. Nel tempo è stata studiata la connessione che tali disturbi hanno con il consumo dei social media, i quali sono ormai ricolmi da modelli idealizzati e irraggiungibili di corpi perfetti che la società, in particolar modo quella Occidentale, accetta. Questi stessi ideali risultano essere particolarmente dannosi per la body image, il modo in cui una persona percepisce il proprio corpo, il proprio aspetto, e le dimensioni che la riguardano, e di conseguenza possono portare a conseguenze negative per chi soffre di un disturbo alimentare. La stessa Sociocultural Theory vede i social media come uno dei protagonisti nella diffusione di tali modelli e identifica l’interiorizzazione e il paragone con gli altri come i due mediatori principali tra i contenuti veicolati in queste piattaforme e coloro affetti da DAN, in quanto possono contribuire ad aggravare o mantenere il disturbo. Un ruolo importante è ricoperto dalla self-esteem, che in quanto mediatore e moderatore può contribuire a migliorare o meno il rapporto con il proprio corpo, a seconda di quanto è forte. In tutto ciò gli utenti possono assumere anche un ruolo attivo: il tempo trascorso nei social, l’importanza attribuita ai feedback, alle foto postate o al numero di follower sono strumenti potenzialmente deleteri in mano a chi soffre di un DAN. Per di più le comunità pro-ana e pro-mia, la thinspiration e la fitspiration rappresentano spazi che contribuiscono a veicolare messaggi di magrezza o di sostegno verso i disturbi alimentari. Tuttavia è presente una nota positiva, costituita dal paradigma HAES, la body positivity e i profili recovery, che insieme contrastano gli stereotipi diffusi e promuovono l’accettazione del proprio corpo. A fronte di ciò, con questa tesi ho voluto analizzare il rapporto che le donne (15-30 anni), affette da un disturbo alimentare, hanno con Instagram, per sapere innanzi tutto se ci sono dei profili che più di altri influenzano il rapporto che tali donne hanno con il proprio corpo e con il cibo, poi per verificare quali sono i comportamenti legati a tali contenuti e, quando i soggetti siano consapevoli del rapporto che hanno con essi. Riassumendo, emerge che ci sono alcuni contenuti più dannosi di altri, che possono aggravare il disturbo o che contribuiscono al suo mantenimento. Tuttavia possono essere individuati anche altri contenuti che, in modo diretto o indiretto, hanno un'influenza positiva sulla condizione delle donne affette da DAN. La consapevolezza di come viene usato il social emerge da vari fattori ma è un elemento fondamentale per queste persone per riuscire a sfruttare Instagram a loro vantaggio.

Donne affette da DAN e il loro rapporto con Instagram.

FOGOLIN, MARTA
2023/2024

Abstract

Al giorno d’oggi la percentuale di persone, soprattutto di genere femminile, affette da un disturbo dell’alimentazione e della nutrizione (DAN) cresce sempre di più e i dati che riguardano ciò sono sempre più allarmanti. Nel tempo è stata studiata la connessione che tali disturbi hanno con il consumo dei social media, i quali sono ormai ricolmi da modelli idealizzati e irraggiungibili di corpi perfetti che la società, in particolar modo quella Occidentale, accetta. Questi stessi ideali risultano essere particolarmente dannosi per la body image, il modo in cui una persona percepisce il proprio corpo, il proprio aspetto, e le dimensioni che la riguardano, e di conseguenza possono portare a conseguenze negative per chi soffre di un disturbo alimentare. La stessa Sociocultural Theory vede i social media come uno dei protagonisti nella diffusione di tali modelli e identifica l’interiorizzazione e il paragone con gli altri come i due mediatori principali tra i contenuti veicolati in queste piattaforme e coloro affetti da DAN, in quanto possono contribuire ad aggravare o mantenere il disturbo. Un ruolo importante è ricoperto dalla self-esteem, che in quanto mediatore e moderatore può contribuire a migliorare o meno il rapporto con il proprio corpo, a seconda di quanto è forte. In tutto ciò gli utenti possono assumere anche un ruolo attivo: il tempo trascorso nei social, l’importanza attribuita ai feedback, alle foto postate o al numero di follower sono strumenti potenzialmente deleteri in mano a chi soffre di un DAN. Per di più le comunità pro-ana e pro-mia, la thinspiration e la fitspiration rappresentano spazi che contribuiscono a veicolare messaggi di magrezza o di sostegno verso i disturbi alimentari. Tuttavia è presente una nota positiva, costituita dal paradigma HAES, la body positivity e i profili recovery, che insieme contrastano gli stereotipi diffusi e promuovono l’accettazione del proprio corpo. A fronte di ciò, con questa tesi ho voluto analizzare il rapporto che le donne (15-30 anni), affette da un disturbo alimentare, hanno con Instagram, per sapere innanzi tutto se ci sono dei profili che più di altri influenzano il rapporto che tali donne hanno con il proprio corpo e con il cibo, poi per verificare quali sono i comportamenti legati a tali contenuti e, quando i soggetti siano consapevoli del rapporto che hanno con essi. Riassumendo, emerge che ci sono alcuni contenuti più dannosi di altri, che possono aggravare il disturbo o che contribuiscono al suo mantenimento. Tuttavia possono essere individuati anche altri contenuti che, in modo diretto o indiretto, hanno un'influenza positiva sulla condizione delle donne affette da DAN. La consapevolezza di come viene usato il social emerge da vari fattori ma è un elemento fondamentale per queste persone per riuscire a sfruttare Instagram a loro vantaggio.
2023
Women suffering from eating disorders and their relationship with Instagram.
DAN
Instagram
Body Image
Mediatori
Genere femminile
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/68771