I pazienti, sia adulti che pediatrici, con carcinosi peritoneale sono stati considerati per molti anni incurabili e avviati a cure palliative e di supporto, con tassi di sopravvivenza molto bassi. La mediana di sopravvivenza media dei pazienti adulti con carcinomatosi peritoneale non trattata, da tumori non ginecologici non trattata è inferiore a 7 mesi nei pazienti con tumori non ginecologici e inferiore a 15 mesi per i pazienti con tumori ginecologici. In ambito pediatrico, una recente Review riporta una sopravvivenza a 5 anni del 18% nel DSRCT (tumore despmoplastico a cellule rotonde) pediatrico non trattato è del 18%. A partire dagli anni 80, l’introduzione della chirurgia citoriduttiva combinata con la CT intraperitoneale ipertermica ad opera del dott. Paul Sugarbaker, ha modificato le prospettive di sopravvivenza in un certo numero di pazienti selezionati, affetti da tale patologia. La gestione anestesiologica dei pazienti sottoposti a queste procedure è complessa, sia per le condizioni cliniche dei pazienti, sia per il tipo di chirurgia, in genere molto aggressiva, sia per le modalità di somministrazione della chemioterapia utilizzata. In questa tesi vengono evidenziate le problematiche anestesiologiche e la loro gestione durante tutta la fase perioperatoria. Nella fase preoperatoria, fondamentale è la selezione dei pazienti e la loro preparazione all'intervento, in particolare il miglioramento del loro stato nutrizionale e per quanto possibile delle condizioni respiratorie ed emodinamiche. Nella fase intra-operatoria è importante un attento monitoraggio emodinamico, il controllo dei fluidi, degli elettroliti, della coagulazione e della temperatura corporea, soprattutto durante l'infusione del chemioterapico. E' altresì importante la prevenzione della possibile tossicità renale causata dalla chemioterapia infusa. Nel post operatorio, può risultare talora difficile il controllo del dolore, in genere sono chirurgie molto demolitive, e il mantenimento dell'omeostasi clinica.
Citoriduzione (CRS) e chemioterapia intraperitoneale ad alta temperatura (HIPEC) in età pediatrico: problematiche anestesiologiche.
ALIANI, MARTA
2020/2021
Abstract
I pazienti, sia adulti che pediatrici, con carcinosi peritoneale sono stati considerati per molti anni incurabili e avviati a cure palliative e di supporto, con tassi di sopravvivenza molto bassi. La mediana di sopravvivenza media dei pazienti adulti con carcinomatosi peritoneale non trattata, da tumori non ginecologici non trattata è inferiore a 7 mesi nei pazienti con tumori non ginecologici e inferiore a 15 mesi per i pazienti con tumori ginecologici. In ambito pediatrico, una recente Review riporta una sopravvivenza a 5 anni del 18% nel DSRCT (tumore despmoplastico a cellule rotonde) pediatrico non trattato è del 18%. A partire dagli anni 80, l’introduzione della chirurgia citoriduttiva combinata con la CT intraperitoneale ipertermica ad opera del dott. Paul Sugarbaker, ha modificato le prospettive di sopravvivenza in un certo numero di pazienti selezionati, affetti da tale patologia. La gestione anestesiologica dei pazienti sottoposti a queste procedure è complessa, sia per le condizioni cliniche dei pazienti, sia per il tipo di chirurgia, in genere molto aggressiva, sia per le modalità di somministrazione della chemioterapia utilizzata. In questa tesi vengono evidenziate le problematiche anestesiologiche e la loro gestione durante tutta la fase perioperatoria. Nella fase preoperatoria, fondamentale è la selezione dei pazienti e la loro preparazione all'intervento, in particolare il miglioramento del loro stato nutrizionale e per quanto possibile delle condizioni respiratorie ed emodinamiche. Nella fase intra-operatoria è importante un attento monitoraggio emodinamico, il controllo dei fluidi, degli elettroliti, della coagulazione e della temperatura corporea, soprattutto durante l'infusione del chemioterapico. E' altresì importante la prevenzione della possibile tossicità renale causata dalla chemioterapia infusa. Nel post operatorio, può risultare talora difficile il controllo del dolore, in genere sono chirurgie molto demolitive, e il mantenimento dell'omeostasi clinica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/69081