Introduzione: L'osteoradionecrosi delle ossa facciali (ORN) è una complicanza del trattamento radioterapico che affligge i pazienti irradiati a seguito di una neoplasia della testa e del collo. L'ORN è una patologia insidiosa che si manifesta con sintomi come dolore, suppurazione intra ed extra orale, sequestri ossei spontanei, esposizioni ossee e fratture. Sebbene sia una complicanza conosciuta da più di 100 anni, l’eziopatogenesi, i criteri diagnostici e classificativi sono ancora oggetto di dibattito. Scopo: lo studio ha l’obiettivo di confrontare tre sistemi diagnostico-classificativi (Notani et al., ClinRad, Sipmo/Sicmf) al fine di valutarne i limiti e i punti di forza, analizzando altresì l'assegnazione della terapia e l'esito a 12 mesi dall’inizio del trattamento. Materiali e metodi: ORACLE è uno studio di coorte longitudinale condotto su pazienti affetti da ORN e trattati presso il Centro regionale veneto per la diagnosi e terapia delle patologie ossee radio-farmaco correlate tra il 2010 e il 2024. A seguito di una prima visita in cui si è posta la diagnosi di ORN, questi pazienti sono stati sottoposti a un trattamento chirurgico o non chirurgico, venendo rivalutati periodicamente tramite visite ambulatoriali. Per ognuna di queste visite, che includevano anche un riscontro radiografico, l’ORN è stata stadiata tramite le classificazioni di Notani et al., ClinRad e Sipmo/Sicmf. Attraverso questi dati è stato possibile evidenziare l’approccio di queste tre classificazioni alle varie fasi del decorso dell’ORN e valutare l’esito delle terapie in termini di guarigione, remissione, persistenza o progressione della malattia. Risultati: Sono stati reclutati 73 pazienti che hanno sviluppato 95 siti di ORN indipendenti nel distretto testa-collo, mediamente a 39 mesi dalla radioterapia. La patologia tumorale di base nell'83% dei casi è un carcinoma squamocellulare, insorto nel 52% nel cavo orale. Alla diagnosi di ORN, il trigger principale è risultato essere la parodontopatia (36% dei casi) e le estrazioni dentarie (28% dei casi), manifestandosi in uno stadio medio-alto di ORN, principalmente con esposizione ossea (52%). Il 35% di tutte le ORN non è stadiabile tramite la classificazione di Notani, nella quale l’85% delle ORN descritte ricade nello stadio più grave; a seguito di una terapia, non è in grado di valutare il 40,6% degli esiti. La classificazione ClinRad descrive il 100% del campione ma, nel valutare l’esito del trattamento, classifica in uno stadio medio-grave il 51% delle remissioni. La classificazione Sipmo/Sicmf, nonostante sia stata ideata per stadiare l’osteonecrosi farmaco-relata (MRONJ), descrive il 100% del campione, considerando la remissione clinica una risposta sempre favorevole alle terapie. Tramite questo sistema classificativo si è registrato il 73,17% di successo nell’approccio chirurgico contro il 30,43% della terapia non chirurgica. Conclusioni: Questo studio mette in luce che, nel campione analizzato, la classificazione Sipmo/Sicmf non solo può essere applicata all’ORN, ma risulta essere la più specifica nella diagnosi e nella classificazione, dimostrandosi inoltre la più predittiva nella fase di assegnazione del trattamento e nella valutazione degli esiti terapeutici. I dati dello studio indicano che, in termini di guarigioni o remissioni a 12 mesi, il trattamento chirurgico è nettamente più efficace di quello non chirurgico. Ulteriori approfondimenti possono essere condotti per confermare questi risultati, al fine di fornire una chiave di lettura sempre migliore per questa patologia.

Limiti degli attuali sistemi classificativi diagnostico-terapeutici in pazienti affetti da osteoradionecrosi delle ossa facciali: risultati dello studio di coorte ORACLE (2010-2024) del Centro regionale veneto per la diagnosi e terapia delle patologie ossee radio-farmaco correlate.

LEVORIN, ALBERTO
2023/2024

Abstract

Introduzione: L'osteoradionecrosi delle ossa facciali (ORN) è una complicanza del trattamento radioterapico che affligge i pazienti irradiati a seguito di una neoplasia della testa e del collo. L'ORN è una patologia insidiosa che si manifesta con sintomi come dolore, suppurazione intra ed extra orale, sequestri ossei spontanei, esposizioni ossee e fratture. Sebbene sia una complicanza conosciuta da più di 100 anni, l’eziopatogenesi, i criteri diagnostici e classificativi sono ancora oggetto di dibattito. Scopo: lo studio ha l’obiettivo di confrontare tre sistemi diagnostico-classificativi (Notani et al., ClinRad, Sipmo/Sicmf) al fine di valutarne i limiti e i punti di forza, analizzando altresì l'assegnazione della terapia e l'esito a 12 mesi dall’inizio del trattamento. Materiali e metodi: ORACLE è uno studio di coorte longitudinale condotto su pazienti affetti da ORN e trattati presso il Centro regionale veneto per la diagnosi e terapia delle patologie ossee radio-farmaco correlate tra il 2010 e il 2024. A seguito di una prima visita in cui si è posta la diagnosi di ORN, questi pazienti sono stati sottoposti a un trattamento chirurgico o non chirurgico, venendo rivalutati periodicamente tramite visite ambulatoriali. Per ognuna di queste visite, che includevano anche un riscontro radiografico, l’ORN è stata stadiata tramite le classificazioni di Notani et al., ClinRad e Sipmo/Sicmf. Attraverso questi dati è stato possibile evidenziare l’approccio di queste tre classificazioni alle varie fasi del decorso dell’ORN e valutare l’esito delle terapie in termini di guarigione, remissione, persistenza o progressione della malattia. Risultati: Sono stati reclutati 73 pazienti che hanno sviluppato 95 siti di ORN indipendenti nel distretto testa-collo, mediamente a 39 mesi dalla radioterapia. La patologia tumorale di base nell'83% dei casi è un carcinoma squamocellulare, insorto nel 52% nel cavo orale. Alla diagnosi di ORN, il trigger principale è risultato essere la parodontopatia (36% dei casi) e le estrazioni dentarie (28% dei casi), manifestandosi in uno stadio medio-alto di ORN, principalmente con esposizione ossea (52%). Il 35% di tutte le ORN non è stadiabile tramite la classificazione di Notani, nella quale l’85% delle ORN descritte ricade nello stadio più grave; a seguito di una terapia, non è in grado di valutare il 40,6% degli esiti. La classificazione ClinRad descrive il 100% del campione ma, nel valutare l’esito del trattamento, classifica in uno stadio medio-grave il 51% delle remissioni. La classificazione Sipmo/Sicmf, nonostante sia stata ideata per stadiare l’osteonecrosi farmaco-relata (MRONJ), descrive il 100% del campione, considerando la remissione clinica una risposta sempre favorevole alle terapie. Tramite questo sistema classificativo si è registrato il 73,17% di successo nell’approccio chirurgico contro il 30,43% della terapia non chirurgica. Conclusioni: Questo studio mette in luce che, nel campione analizzato, la classificazione Sipmo/Sicmf non solo può essere applicata all’ORN, ma risulta essere la più specifica nella diagnosi e nella classificazione, dimostrandosi inoltre la più predittiva nella fase di assegnazione del trattamento e nella valutazione degli esiti terapeutici. I dati dello studio indicano che, in termini di guarigioni o remissioni a 12 mesi, il trattamento chirurgico è nettamente più efficace di quello non chirurgico. Ulteriori approfondimenti possono essere condotti per confermare questi risultati, al fine di fornire una chiave di lettura sempre migliore per questa patologia.
2023
Limitations of current diagnostic-therapeutic classification systems in patients with osteoradionecrosis of the facial bones: results of the ORACLE cohort study (2014-2024) of the Veneto Regional Center for the Diagnosis and Treatment of Medication and Radiation-related Bone Diseases.
Osteoradionecrosi
classificazione
radioterapia
ossa facciali
tumore testa-collo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/69146