La coscienza è concettualizzata sulla base di due componenti: la vigilanza (wakefulness) e la consapevolezza (awareness). La vigilanza è segnalata dall’apertura degli occhi e dalla presenza del ciclo sonno-veglia. La consapevolezza, invece, è la capacità dell’individuo di avere un’esperienza cosciente, i cui contenuti includono la percezione di se stesso e dell’ambiente in cui si trova. Queste due componenti consentono di rappresentare la coscienza come un continuum di stati, all’interno dei quali si collocano i disturbi di coscienza (DoC). Saranno esaminati, nelle loro caratteristiche cliniche, il coma, lo stato vegetativo (VS) o sindrome da veglia non responsiva (UWS), lo stato di minima coscienza (MCS), nella suddivisione di MCS Plus (MCS+), MCS Minus (MCS-) ed emergenza da MCS, allo scopo di fornire il contesto entro il quale si colloca l’attività di ricerca di Adrian Owen. Avvalendosi delle tecniche avanzate di neuroimaging come la risonanza magnetica funzionale (fMRI) e l'elettroencefalografia (EEG), Owen dimostra l’esistenza di "coscienza nascosta" in alcuni pazienti in stato vegetativo: essi sono in grado di modulare intenzionalmente la loro attività cerebrale in risposta a due compiti immaginativi. Gli stessi compiti, utilizzati per rispondere a domande del tipo sì/no, diventano un modo per comunicare. Le risposte ottenute dai pazienti non solo permettono di valutare il loro livello di coscienza ma offrono un quadro complessivo del loro stato cognitivo. Il passo successivo è indagare l’esistenza di un codice neurale comune che sottenda esperienze coscienti simili tra individui diversi, al fine di decodificare in maniera diretta la presenza della stessa esperienza in pazienti non responsivi. Dalle registrazioni fMRI durante la visione di un film, emerge una significativa sincronizzazione intersoggettiva dell'attività cerebrale in regioni strettamente collegate alle funzioni esecutive, impegnate nella comprensione della trama. Tale sincronizzazione si registra anche in un paziente non responsivo, dimostrando che la qualità della sua esperienza cosciente, in particolare la parte legata alle funzioni esecutive, è simile a quella degli individui sani. Gli studi di Owen hanno dato origine a un filone di ricerca che porterà alla definizione di un nuovo stato di coscienza denominato “Dissociazione cognitivo-motoria” (CMD), caratterizzato da una dissociazione tra le risposte cerebrali intenzionali e il controllo motorio, rilevabile solo attraverso tecniche come l’fMRI e l’EEG.
La coscienza nascosta: il contributo di Adrian Owen nella comprensione dello stato vegetativo
VECCIA, ALIDA
2023/2024
Abstract
La coscienza è concettualizzata sulla base di due componenti: la vigilanza (wakefulness) e la consapevolezza (awareness). La vigilanza è segnalata dall’apertura degli occhi e dalla presenza del ciclo sonno-veglia. La consapevolezza, invece, è la capacità dell’individuo di avere un’esperienza cosciente, i cui contenuti includono la percezione di se stesso e dell’ambiente in cui si trova. Queste due componenti consentono di rappresentare la coscienza come un continuum di stati, all’interno dei quali si collocano i disturbi di coscienza (DoC). Saranno esaminati, nelle loro caratteristiche cliniche, il coma, lo stato vegetativo (VS) o sindrome da veglia non responsiva (UWS), lo stato di minima coscienza (MCS), nella suddivisione di MCS Plus (MCS+), MCS Minus (MCS-) ed emergenza da MCS, allo scopo di fornire il contesto entro il quale si colloca l’attività di ricerca di Adrian Owen. Avvalendosi delle tecniche avanzate di neuroimaging come la risonanza magnetica funzionale (fMRI) e l'elettroencefalografia (EEG), Owen dimostra l’esistenza di "coscienza nascosta" in alcuni pazienti in stato vegetativo: essi sono in grado di modulare intenzionalmente la loro attività cerebrale in risposta a due compiti immaginativi. Gli stessi compiti, utilizzati per rispondere a domande del tipo sì/no, diventano un modo per comunicare. Le risposte ottenute dai pazienti non solo permettono di valutare il loro livello di coscienza ma offrono un quadro complessivo del loro stato cognitivo. Il passo successivo è indagare l’esistenza di un codice neurale comune che sottenda esperienze coscienti simili tra individui diversi, al fine di decodificare in maniera diretta la presenza della stessa esperienza in pazienti non responsivi. Dalle registrazioni fMRI durante la visione di un film, emerge una significativa sincronizzazione intersoggettiva dell'attività cerebrale in regioni strettamente collegate alle funzioni esecutive, impegnate nella comprensione della trama. Tale sincronizzazione si registra anche in un paziente non responsivo, dimostrando che la qualità della sua esperienza cosciente, in particolare la parte legata alle funzioni esecutive, è simile a quella degli individui sani. Gli studi di Owen hanno dato origine a un filone di ricerca che porterà alla definizione di un nuovo stato di coscienza denominato “Dissociazione cognitivo-motoria” (CMD), caratterizzato da una dissociazione tra le risposte cerebrali intenzionali e il controllo motorio, rilevabile solo attraverso tecniche come l’fMRI e l’EEG.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/69860