La recente pandemia di COVID-19 ha dimostrato l’importanza di una corretta disinfezione degli ambienti, fondamentale come misura di prevenzione nei confronti della diffusione di agenti patogeni. Ha inoltre portato ad una maggiore attenzione e ricerca relativa alle tecniche di disinfezione tradizionalmente utilizzate e allo sviluppo di nuovi approcci più efficaci e sostenibili. Uno dei metodi oggi maggiormente utilizzato consiste nell'impiego di radiazioni ultraviolette, ed in particolare degli UV-C. A fronte della loro grande efficacia battericida e virucida, sono in grado, infatti, di determinare danni agli acidi nucleici e uccidere quindi l’agente patogeno, bisogna tenere in considerazione che non possono essere utilizzati in presenza poiché possono provocare gravi danni soprattutto ad occhi e cute. Inoltre, è appurato che gli UV-C siano cancerogeni per l’uomo. Alla luce di queste considerazioni, negli ultimi anni si stanno studiando nuovi approcci che utilizzino una lunghezza d’onda più vicina al visibile, più sicura, quindi, per l’uomo. Durante il progetto di tirocinio è stata testata l’efficacia battericida di un dispositivo messo a punto da un team di ingegneri dell’Università di Padova che utilizza proprio diverse lunghezze d’onda comprese tra gli UV e il visibile. In particolare, il dispositivo è stato testato nei confronti di E. coli e S. aureus.
Impiego di tecnologia UV led per la disinfezione: valutazione dell'efficacia battericida
NICOLETTI, ILARIA
2023/2024
Abstract
La recente pandemia di COVID-19 ha dimostrato l’importanza di una corretta disinfezione degli ambienti, fondamentale come misura di prevenzione nei confronti della diffusione di agenti patogeni. Ha inoltre portato ad una maggiore attenzione e ricerca relativa alle tecniche di disinfezione tradizionalmente utilizzate e allo sviluppo di nuovi approcci più efficaci e sostenibili. Uno dei metodi oggi maggiormente utilizzato consiste nell'impiego di radiazioni ultraviolette, ed in particolare degli UV-C. A fronte della loro grande efficacia battericida e virucida, sono in grado, infatti, di determinare danni agli acidi nucleici e uccidere quindi l’agente patogeno, bisogna tenere in considerazione che non possono essere utilizzati in presenza poiché possono provocare gravi danni soprattutto ad occhi e cute. Inoltre, è appurato che gli UV-C siano cancerogeni per l’uomo. Alla luce di queste considerazioni, negli ultimi anni si stanno studiando nuovi approcci che utilizzino una lunghezza d’onda più vicina al visibile, più sicura, quindi, per l’uomo. Durante il progetto di tirocinio è stata testata l’efficacia battericida di un dispositivo messo a punto da un team di ingegneri dell’Università di Padova che utilizza proprio diverse lunghezze d’onda comprese tra gli UV e il visibile. In particolare, il dispositivo è stato testato nei confronti di E. coli e S. aureus.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/70548