Le macroalghe brune dei generi Cystoseira, Ericaria e Gongolaria sono importanti ingegneri ecosistemici delle coste rocciose del Mediterraneo e degli altri mari temperati, specialmente nell’emisfero Nord. Data la loro precedente classificazione tassonomica e le comuni funzioni ecosistemiche, ci si riferisce comunemente a queste specie come Cystoseira sensu lato. Nelle acque poco profonde tra la zona litorale e quella sublitorale crescono in foreste formanti canopies che rappresentano un habitat ricco di numerose specie di pesci e invertebrati, influenzando anche la biodiversità della meiofauna e contribuendo alla produzione primaria costiera e al ricircolo dei nutrienti. Questi ecosistemi sono in declino a causa dell’impatto antropico, risentendo dell’inquinamento, del riscaldamento globale, dell’introduzione di specie invasive e della pesca eccessiva che comporta un aumento delle popolazioni di grazers. Le foreste vengono degradate e sostituite da ecosistemi meno strutturati chiamati barren grounds in cui dominano alghe formanti turfs e ricci di mare. Numerose specie del genere Cystoseira s.l. sono protette dalle convenzioni di Berna e di Barcellona e considerate vulnerabili dall’IUCN. Raramente queste foreste sono in grado di riprendersi spontaneamente una volta danneggiate, rendendo necessari interventi di restauro. Diversi progetti a livello europeo quali AFRIMED e MERCES hanno sviluppato protocolli per il restauro delle foreste macroalgali nel Mediterraneo. In questo ambito, vengono selezionati siti idonei in cui inserire individui reclutati a partire da una popolazione donatrice, valutando anche la specie più adeguata in relazione alle condizioni ambientali della zona dove si intende intervenire. La coltivazione delle reclute può avvenire in situ o ex situ e in entrambi i casi prevede l’utilizzo di substrati duri su cui il recruitment può avvenire spontaneamente. Nel primo caso gli individui vengono coltivati direttamente nell’area dove poi formeranno la nuova foresta, mentre nel secondo caso sono coltivati in acquari in condizioni che replicano quelle naturali, e successivamente trapiantati quando raggiungono le dimensioni adeguate. Lo scopo del mio lavoro è di valutare l’efficienza, anche in termini comparativi, di questi due metodi applicati a Gongolaria barbata, una specie comunemente presente lungo le coste del Mediterraneo, in particolare lungo la costa ovest del Mar Adriatico e nella laguna di Venezia. Quest’ultimo è il sito target della mia ricerca.
Efficacia comparativa dei metodi di reclutamento In Situ ed Ex Situ per Gongolaria barbata: uno studio su tre siti naturali nella Laguna di Venezia
VECCHIATTI, GIOVANNI
2023/2024
Abstract
Le macroalghe brune dei generi Cystoseira, Ericaria e Gongolaria sono importanti ingegneri ecosistemici delle coste rocciose del Mediterraneo e degli altri mari temperati, specialmente nell’emisfero Nord. Data la loro precedente classificazione tassonomica e le comuni funzioni ecosistemiche, ci si riferisce comunemente a queste specie come Cystoseira sensu lato. Nelle acque poco profonde tra la zona litorale e quella sublitorale crescono in foreste formanti canopies che rappresentano un habitat ricco di numerose specie di pesci e invertebrati, influenzando anche la biodiversità della meiofauna e contribuendo alla produzione primaria costiera e al ricircolo dei nutrienti. Questi ecosistemi sono in declino a causa dell’impatto antropico, risentendo dell’inquinamento, del riscaldamento globale, dell’introduzione di specie invasive e della pesca eccessiva che comporta un aumento delle popolazioni di grazers. Le foreste vengono degradate e sostituite da ecosistemi meno strutturati chiamati barren grounds in cui dominano alghe formanti turfs e ricci di mare. Numerose specie del genere Cystoseira s.l. sono protette dalle convenzioni di Berna e di Barcellona e considerate vulnerabili dall’IUCN. Raramente queste foreste sono in grado di riprendersi spontaneamente una volta danneggiate, rendendo necessari interventi di restauro. Diversi progetti a livello europeo quali AFRIMED e MERCES hanno sviluppato protocolli per il restauro delle foreste macroalgali nel Mediterraneo. In questo ambito, vengono selezionati siti idonei in cui inserire individui reclutati a partire da una popolazione donatrice, valutando anche la specie più adeguata in relazione alle condizioni ambientali della zona dove si intende intervenire. La coltivazione delle reclute può avvenire in situ o ex situ e in entrambi i casi prevede l’utilizzo di substrati duri su cui il recruitment può avvenire spontaneamente. Nel primo caso gli individui vengono coltivati direttamente nell’area dove poi formeranno la nuova foresta, mentre nel secondo caso sono coltivati in acquari in condizioni che replicano quelle naturali, e successivamente trapiantati quando raggiungono le dimensioni adeguate. Lo scopo del mio lavoro è di valutare l’efficienza, anche in termini comparativi, di questi due metodi applicati a Gongolaria barbata, una specie comunemente presente lungo le coste del Mediterraneo, in particolare lungo la costa ovest del Mar Adriatico e nella laguna di Venezia. Quest’ultimo è il sito target della mia ricerca.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/70661