Il presente studio analizza come la realtà virtuale (VR) possa essere combinata all’elettroencefalografia (EEG) e al neurofeedback (NFB) per il trattamento del disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD), partendo dalla trattazione dei singoli elementi appena citati, per poi arrivare a esaminare l’approccio EEG-NFB e i benefici che può offrire in un contesto terapeutico virtuale. Nell’analisi svolta, viene posto l’accento sull’importanza di trovare delle alternative valide alla cura farmacologica dell’ADHD, la quale non raramente può provocare effetti collaterali. In questo, l’EEGNFB si è rivelato conforme alle esigenze, sebbene ancora non totalmente risolutivo: presenta comunque delle criticità legate al grande numero di sessioni necessario a ottenere risultati significativi e alla persistenza stessa di questi risultati nel tempo. Generalmente, i pazienti che affrontano le sessioni di EEG-NFB per l’ADHD sono bambini, di conseguenza, è facile che gli allenamenti cognitivi risultino per loro noiosi e ripetitivi; la demotivazione verso l’approccio può far sì che i risultati siano scarsi, a maggior ragione se l’approccio è considerato come estraneo, cioè se non suscita interesse. Per queste ragioni è sempre più frequente che l’EEG-NFB venga proposto sottoforma di gioco, e in questo senso, la VR si configura perfettamente adatta, offrendo agli utenti un alto grado di coinvolgimento tramite diversi livelli di immersività. Sono stati esaminati alcuni studi che hanno sperimentato l’integrazione di queste tecnologie e ne sono stati valutati i risultati, volgendo l’attenzione a come le difficoltà incontrate possano essere superate in ricerche future, al fine di arrivare alla diffusione clinica di protocolli standardizzati performanti.
EEG neurofeedback e realtà virtuale: un approccio non farmacologico per il trattamento dei disturbi dell'attenzione
PIRAS, ELISABETTA
2023/2024
Abstract
Il presente studio analizza come la realtà virtuale (VR) possa essere combinata all’elettroencefalografia (EEG) e al neurofeedback (NFB) per il trattamento del disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD), partendo dalla trattazione dei singoli elementi appena citati, per poi arrivare a esaminare l’approccio EEG-NFB e i benefici che può offrire in un contesto terapeutico virtuale. Nell’analisi svolta, viene posto l’accento sull’importanza di trovare delle alternative valide alla cura farmacologica dell’ADHD, la quale non raramente può provocare effetti collaterali. In questo, l’EEGNFB si è rivelato conforme alle esigenze, sebbene ancora non totalmente risolutivo: presenta comunque delle criticità legate al grande numero di sessioni necessario a ottenere risultati significativi e alla persistenza stessa di questi risultati nel tempo. Generalmente, i pazienti che affrontano le sessioni di EEG-NFB per l’ADHD sono bambini, di conseguenza, è facile che gli allenamenti cognitivi risultino per loro noiosi e ripetitivi; la demotivazione verso l’approccio può far sì che i risultati siano scarsi, a maggior ragione se l’approccio è considerato come estraneo, cioè se non suscita interesse. Per queste ragioni è sempre più frequente che l’EEG-NFB venga proposto sottoforma di gioco, e in questo senso, la VR si configura perfettamente adatta, offrendo agli utenti un alto grado di coinvolgimento tramite diversi livelli di immersività. Sono stati esaminati alcuni studi che hanno sperimentato l’integrazione di queste tecnologie e ne sono stati valutati i risultati, volgendo l’attenzione a come le difficoltà incontrate possano essere superate in ricerche future, al fine di arrivare alla diffusione clinica di protocolli standardizzati performanti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/71635