La “spalla del nuotatore” è una patologia che coinvolge il cingolo scapolo-omerale con un tasso di frequenza molto elevato nei nuotatori. La spalla risulta essere il complesso articolare maggiormente utilizzato nell’ambiente acquatico, dove la propulsione deriva principalmente dall’azione degli arti superiori. La sintomatologia si presenta nella regione antero-laterale della spalla e può essere legata a fattori intrinseci o estrinseci. Le implicazioni connesse a tale problematica si identificano in una variazione dell’assetto di nuotata, con un rollio meno accentuato nel lato lesionato evidenziato particolarmente a livello di anca. La funzione muscolare in presenza di dolore risulta differente, enfatizzando una maggiore attivazione di gran dorsale, fibre superiori del trapezio e dentato anteriore, conseguente al tentativo di sopprimere il dolore; queste differenze non sono visibili solo nel gesto tecnico ma si evidenziano anche nelle attività a basso carico della vita quotidiana. La prevenzione risulta elemento fondamentale nell’evitare lo stop forzato dagli allenamenti e dalle competizioni. In particolare, l’utilizzo di esercizi di forza con bande elastiche associato allo stretching del pettorale (muscolo maggiormente contratto nella nuotata) risulta vincente non solo per ridurre gli squilibri di forza ma anche per correggere atteggiamenti posturali scorretti che potrebbero aumentare l’incidenza dell’infortunio. Durante il recupero l’accostamento di FANS e riposo risulta sufficiente nella maggior parte delle lesioni, anche se, nei casi più gravi, l’intervento chirurgico risulta l’unica soluzione per ridurre il dolore. In seguito al rientro post infortunio con stop forzato di circa quattro settimane la potenza esercitata dagli arti superiori rimane differente fino alla dodicesima settimana.
SPALLA DEL NUOTATORE: POSSIBILI IMPLICAZIONI, PREVENZIONE E RECUPERO
CENCI, ENRICO
2023/2024
Abstract
La “spalla del nuotatore” è una patologia che coinvolge il cingolo scapolo-omerale con un tasso di frequenza molto elevato nei nuotatori. La spalla risulta essere il complesso articolare maggiormente utilizzato nell’ambiente acquatico, dove la propulsione deriva principalmente dall’azione degli arti superiori. La sintomatologia si presenta nella regione antero-laterale della spalla e può essere legata a fattori intrinseci o estrinseci. Le implicazioni connesse a tale problematica si identificano in una variazione dell’assetto di nuotata, con un rollio meno accentuato nel lato lesionato evidenziato particolarmente a livello di anca. La funzione muscolare in presenza di dolore risulta differente, enfatizzando una maggiore attivazione di gran dorsale, fibre superiori del trapezio e dentato anteriore, conseguente al tentativo di sopprimere il dolore; queste differenze non sono visibili solo nel gesto tecnico ma si evidenziano anche nelle attività a basso carico della vita quotidiana. La prevenzione risulta elemento fondamentale nell’evitare lo stop forzato dagli allenamenti e dalle competizioni. In particolare, l’utilizzo di esercizi di forza con bande elastiche associato allo stretching del pettorale (muscolo maggiormente contratto nella nuotata) risulta vincente non solo per ridurre gli squilibri di forza ma anche per correggere atteggiamenti posturali scorretti che potrebbero aumentare l’incidenza dell’infortunio. Durante il recupero l’accostamento di FANS e riposo risulta sufficiente nella maggior parte delle lesioni, anche se, nei casi più gravi, l’intervento chirurgico risulta l’unica soluzione per ridurre il dolore. In seguito al rientro post infortunio con stop forzato di circa quattro settimane la potenza esercitata dagli arti superiori rimane differente fino alla dodicesima settimana.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/71847