Lo studio DISRUPT è uno studio monocentrico, di tipo osservazionale prospettico, con reclutamento di pazienti con infarto miocardico acuto (suddiviso in T1MI e T2MI) e gruppi di controllo (pazienti con ateromasia non coronarica, aterosclerosi coronarica stabile e controlli sani). Lo studio è stato suddiviso in due fasi temporalmente distinte (Fase 1 e Fase 2) e coinvolge le seguenti unità operative: Unità di Terapia Intensiva e UOC Clinica Cardiologica, UOC Clinica Medica III e UOC Medicina Di Laboratorio (Azienda Ospedaliera Università di Padova). Lo scopo dello studio consiste nel riuscire ad individuare un marcatore o un pannello di marcatori nell’ambito dell’instabilità di placca che permettano una diagnosi differenziale al momento dell’evento acuto tra T1MI e T2MI. Questo lavoro in particolare rappresenta un’analisi preliminare dello studio, mostrando un’istantanea dei dati raccolti finora durante la prima fase. Hs-cTnI si conferma un marcatore molto sensibile nell’indentificare pazienti con infarto miocardico acuto e correla con la sede della lesione coronarica, la gravità complessiva della coronaropatia (indipendentemente della lesione culprit), le alterazioni della cinetica regionale e la funzione sistolica del ventricolo sinistro. La PCR, dai nostri risultati, si conferma un marcatore aspecifico di infiammazione, senza un aumento specifico nei pazienti con T1MI. Il D-Dimero non correla con l’evento acuto, ma sembrerebbe essere un forte indicatore di disfunzione cinetica e ventricolare post-infartuale. La procalcitonina e la MPO correlano in maniera significativa con l’evento ischemico acuto se confrontati ai campionamenti dei controlli negativi, ed i valori differiscono sempre in maniera significativa tra i diversi time points intra-ricovero ed in follow-up, rendendoli tra i marcatori più promettenti per il confronto alla fase successiva. PAPP-A sembrerebbe essere un ottimo indicatore di evento acuto, aumentando in maniera significativa esclusivamente in corrispondenza di T0. PlGF, CD4+CD28null e F1+2 non mostrano, invece, risultati molto incoraggianti nella distinzione tra fase ‘calda’ e fase ‘fredda’ o nel confronto tra campionamenti nei controlli positivi e negativi. Questi dati preliminari suggeriscono un potenziale valore di MPO e PAPP-A nella diagnosi differenziale tra T1MI e gruppi di controllo.
Marcatori di instabilità di placca nella diagnosi differenziale dell’infarto miocardico: dati preliminari dello studio DISRUPT.
MAIO, PIERFRANCESCO
2023/2024
Abstract
Lo studio DISRUPT è uno studio monocentrico, di tipo osservazionale prospettico, con reclutamento di pazienti con infarto miocardico acuto (suddiviso in T1MI e T2MI) e gruppi di controllo (pazienti con ateromasia non coronarica, aterosclerosi coronarica stabile e controlli sani). Lo studio è stato suddiviso in due fasi temporalmente distinte (Fase 1 e Fase 2) e coinvolge le seguenti unità operative: Unità di Terapia Intensiva e UOC Clinica Cardiologica, UOC Clinica Medica III e UOC Medicina Di Laboratorio (Azienda Ospedaliera Università di Padova). Lo scopo dello studio consiste nel riuscire ad individuare un marcatore o un pannello di marcatori nell’ambito dell’instabilità di placca che permettano una diagnosi differenziale al momento dell’evento acuto tra T1MI e T2MI. Questo lavoro in particolare rappresenta un’analisi preliminare dello studio, mostrando un’istantanea dei dati raccolti finora durante la prima fase. Hs-cTnI si conferma un marcatore molto sensibile nell’indentificare pazienti con infarto miocardico acuto e correla con la sede della lesione coronarica, la gravità complessiva della coronaropatia (indipendentemente della lesione culprit), le alterazioni della cinetica regionale e la funzione sistolica del ventricolo sinistro. La PCR, dai nostri risultati, si conferma un marcatore aspecifico di infiammazione, senza un aumento specifico nei pazienti con T1MI. Il D-Dimero non correla con l’evento acuto, ma sembrerebbe essere un forte indicatore di disfunzione cinetica e ventricolare post-infartuale. La procalcitonina e la MPO correlano in maniera significativa con l’evento ischemico acuto se confrontati ai campionamenti dei controlli negativi, ed i valori differiscono sempre in maniera significativa tra i diversi time points intra-ricovero ed in follow-up, rendendoli tra i marcatori più promettenti per il confronto alla fase successiva. PAPP-A sembrerebbe essere un ottimo indicatore di evento acuto, aumentando in maniera significativa esclusivamente in corrispondenza di T0. PlGF, CD4+CD28null e F1+2 non mostrano, invece, risultati molto incoraggianti nella distinzione tra fase ‘calda’ e fase ‘fredda’ o nel confronto tra campionamenti nei controlli positivi e negativi. Questi dati preliminari suggeriscono un potenziale valore di MPO e PAPP-A nella diagnosi differenziale tra T1MI e gruppi di controllo.File | Dimensione | Formato | |
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