Introduzione: L'identificazione e il trattamento precoce delle condizioni di fragilità scheletrica sono fondamentali per prevenire le fratture successive e i loro esiti negativi. Il FLS è il modello post-fracture care di riferimento per la prevenzione secondaria delle fratture da fragilità. La deficienza di vitamina D è una condizione comune tra i pazienti con fragilità scheletrica e la sua correzione è associata ad un ridotto rischio di recidiva di frattura e a una maggiore efficacia dei trattamenti antifrattura. Inoltre, l'iperparatiroidismo secondario (SHPT), causa comune di fragilità ossea secondaria, deriva da condizioni che stimolano le ghiandole paratiroidi come la deficienza di vitamina D. Lo scopo del nostro studio è stato analizzare il problema dell’ipovitaminosi D e del SHPT in una coorte di pazienti con fratture di femore da fragilità, considerando le loro caratteristiche cliniche e le comorbidità associate. Materiali e metodi: Studio osservazionale condotto su pazienti con frattura di femore da fragilità iscritti al programma Hip-POS dell’Azienda Ospedale-Università di Padova da marzo 2023 a marzo 2024. Sono stati raccolti dati clinici, comprendenti le comorbidità, i fattori di rischio per la fragilità scheletrica e i trattamenti pre-ricovero, nonché dati di laboratorio. In base ai livelli sierici di vitamina D, sono state identificate le seguenti categorie: deficienza (< 50 nmol/L), insufficienza (50-75 nmol/L) e ottimale (> 75 nmol/L). Il SHPT è stato definito dalla presenza di PTH al di sopra dell'intervallo di normalità (6.5-36.8 ng/L) e di calcio corretto al di sotto di 10 mg/dL. Risultati: Abbiamo incluso 598 pazienti, con un'età mediana di 85 anni (IQR 79-90), di cui il 71% erano donne. Solo il 19% dei casi presentava valori ottimali di vitamina D. Abbiamo osservato come i soggetti con deficienza di vitamina D presentassero una prevalenza maggiore di comorbidità. Relativamente alla terapia precedente alla frattura, solo il 36,6% dei pazienti assumeva integratori di vitamina D e solo l’8,5% una terapia anti-fratturativa. Abbiamo quindi indagato quali fossero i fattori predittivi di deficienza di vitamina D e abbiano identificato i seguenti: sesso maschile (OR 2.72, CI 1.58-4.67, p <0,001), diabete mellito (OR 2.69, CI 1.31-5.51, p =0,007) e BPCO (OR 3.59, CI 1.23-10.43, p = 0.019). L’assunzione di supplementi divitamina D è risultata l’unico fattore protettivo (OR 0.11, CI 0.07-0.17, p <0,001). Abbiamo quindi indagato i fattori associati a una maggiore probabilità di assumere supplementi di vitamina D a domicilio e abbiamo identificato i seguenti: sesso femminile (OR 2.88, CI 1.81-4.56, p < 0.001) e trattamento con inibitori dell'aromatasi o antiandrogeni (OR 3.37, CI 1.24-9.19, p = 0.018), IADL (OR 1.12, CI 1.04-1.20, p = 0.002). Invece c’era una minore probabilità di assunzione di supplementi di vitamina D nei soggetti con diabete mellito (OR 0.46, CI 0.27-0.79, p = 0.005) e nei soggetti con scompenso cardiaco (OR 0.49, CI 0.25-0.96, p = 0.039). Abbiamo riscontrato una prevalenza del 48% di SHPT. Conclusioni: L'ipovitaminosi D è una condizione altamente prevalente nei soggetti con frattura di femore da fragilità. Nonostante sia ben nota la probabilità elevata di ipovitaminosi D in questa popolazione, la supplementazione di vitamina D è sorprendentemente rara, in particolare nei pazienti più comorbidi, che invece potrebbero trarne maggior beneficio. L'implementazione di programmi FLS, che includano una valutazione clinica e di laboratorio multidimensionale, rappresenta un approccio fondamentale per migliorare l'identificazione e il trattamento delle condizioni legate alla fragilità ossea, come l'ipovitaminosi D.

Ipovitaminosi D in pazienti con frattura di femore da fragilità: dati dal programma Fracture Liaison Service dell'Azienda Ospedale-Università di Padova

PINTON, MASSIMILIANO
2023/2024

Abstract

Introduzione: L'identificazione e il trattamento precoce delle condizioni di fragilità scheletrica sono fondamentali per prevenire le fratture successive e i loro esiti negativi. Il FLS è il modello post-fracture care di riferimento per la prevenzione secondaria delle fratture da fragilità. La deficienza di vitamina D è una condizione comune tra i pazienti con fragilità scheletrica e la sua correzione è associata ad un ridotto rischio di recidiva di frattura e a una maggiore efficacia dei trattamenti antifrattura. Inoltre, l'iperparatiroidismo secondario (SHPT), causa comune di fragilità ossea secondaria, deriva da condizioni che stimolano le ghiandole paratiroidi come la deficienza di vitamina D. Lo scopo del nostro studio è stato analizzare il problema dell’ipovitaminosi D e del SHPT in una coorte di pazienti con fratture di femore da fragilità, considerando le loro caratteristiche cliniche e le comorbidità associate. Materiali e metodi: Studio osservazionale condotto su pazienti con frattura di femore da fragilità iscritti al programma Hip-POS dell’Azienda Ospedale-Università di Padova da marzo 2023 a marzo 2024. Sono stati raccolti dati clinici, comprendenti le comorbidità, i fattori di rischio per la fragilità scheletrica e i trattamenti pre-ricovero, nonché dati di laboratorio. In base ai livelli sierici di vitamina D, sono state identificate le seguenti categorie: deficienza (< 50 nmol/L), insufficienza (50-75 nmol/L) e ottimale (> 75 nmol/L). Il SHPT è stato definito dalla presenza di PTH al di sopra dell'intervallo di normalità (6.5-36.8 ng/L) e di calcio corretto al di sotto di 10 mg/dL. Risultati: Abbiamo incluso 598 pazienti, con un'età mediana di 85 anni (IQR 79-90), di cui il 71% erano donne. Solo il 19% dei casi presentava valori ottimali di vitamina D. Abbiamo osservato come i soggetti con deficienza di vitamina D presentassero una prevalenza maggiore di comorbidità. Relativamente alla terapia precedente alla frattura, solo il 36,6% dei pazienti assumeva integratori di vitamina D e solo l’8,5% una terapia anti-fratturativa. Abbiamo quindi indagato quali fossero i fattori predittivi di deficienza di vitamina D e abbiano identificato i seguenti: sesso maschile (OR 2.72, CI 1.58-4.67, p <0,001), diabete mellito (OR 2.69, CI 1.31-5.51, p =0,007) e BPCO (OR 3.59, CI 1.23-10.43, p = 0.019). L’assunzione di supplementi divitamina D è risultata l’unico fattore protettivo (OR 0.11, CI 0.07-0.17, p <0,001). Abbiamo quindi indagato i fattori associati a una maggiore probabilità di assumere supplementi di vitamina D a domicilio e abbiamo identificato i seguenti: sesso femminile (OR 2.88, CI 1.81-4.56, p < 0.001) e trattamento con inibitori dell'aromatasi o antiandrogeni (OR 3.37, CI 1.24-9.19, p = 0.018), IADL (OR 1.12, CI 1.04-1.20, p = 0.002). Invece c’era una minore probabilità di assunzione di supplementi di vitamina D nei soggetti con diabete mellito (OR 0.46, CI 0.27-0.79, p = 0.005) e nei soggetti con scompenso cardiaco (OR 0.49, CI 0.25-0.96, p = 0.039). Abbiamo riscontrato una prevalenza del 48% di SHPT. Conclusioni: L'ipovitaminosi D è una condizione altamente prevalente nei soggetti con frattura di femore da fragilità. Nonostante sia ben nota la probabilità elevata di ipovitaminosi D in questa popolazione, la supplementazione di vitamina D è sorprendentemente rara, in particolare nei pazienti più comorbidi, che invece potrebbero trarne maggior beneficio. L'implementazione di programmi FLS, che includano una valutazione clinica e di laboratorio multidimensionale, rappresenta un approccio fondamentale per migliorare l'identificazione e il trattamento delle condizioni legate alla fragilità ossea, come l'ipovitaminosi D.
2023
Hypovitaminosis D in patients with fragility hip fracture: data from the Fracture Liaison Service program of the University Hospital of Padua
Ipovitaminosi D
Fragilità ossea
Frattura di femore
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