Il diabete mellito gestazionale rappresenta una complicanza metabolica che può insorgere durante la gravidanza, con una prevalenza variabile a livello globale in funzione dei gruppi etnici considerati, delle condizioni socioeconomiche e dei criteri diagnostici impiegati. Diversi fattori di rischio sono stati associati all'insorgenza del diabete gestazionale, tra cui il sovrappeso o obesità con indice di massa corporea (BMI) pari o superiore a 25 kg/m², l'eccessivo aumento ponderale durante la gravidanza, l'appartenenza a specifiche etnie, la presenza di polimorfismi genetici, un'età materna avanzata superiore ai 35 anni, la familiarità con il diabete e altre patologie che determinano resistenza insulinica, come la sindrome dell'ovaio policistico (PCOS). Il diabete mellito gestazionale è associato a un aumento del rischio di complicanze sia per la madre che per il feto, a breve e a lungo termine. Pertanto, è essenziale riconoscere tempestivamente questa condizione, al fine di seguire le donne affette durante la gravidanza con terapie appropriate e fornire un monitoraggio post-partum attraverso programmi di follow-up definiti, riducendo così il rischio di complicanze future. Inoltre, il diabete gestazionale è correlato ad un rischio elevato di ricorrenza nelle gravidanze successive, soprattutto in presenza dei fattori di rischio sopra menzionati. In questo contesto, diviene cruciale il counseling pre-concepimento, che mira a educare la donna a migliorare il proprio stile di vita, riducendo la presenza di tali fattori di rischio. L’obiettivo di questo studio è stato confrontare un gruppo di donne con GDM ricorrente in due gravidanze successive con un gruppo di donne che hanno manifestato GDM solo alla prima gravidanza, al fine di evidenziare analogie e differenze nelle caratteristiche clinico-metaboliche, nella terapia adottata e nel follow-up successivo. Lo studio è stato condotto in modo retrospettivo osservazionale su una coorte di pazienti con almeno due gravidanze, di cui la prima complicata da GDM, diagnosticato attraverso test di tolleranza al glucosio orale (OGTT) effettuato precocemente o tardivamente. Sono stati raccolti i dati anagrafici e clinici delle partecipanti, i principali parametri metabolici, incremento ponderale durante la gravidanza, e ogni donna ha seguito una terapia personalizzata. Dopo il parto, sono stati nuovamente rilevati i parametri metabolici materni insieme ai dati relativi ai neonati. Lo studio ha evidenziato un’elevata percentuale di ricorrenza del GDM, associata a un aumento significativo del BMI nella seconda gravidanza rispetto alla prima, segno di un mancato recupero del peso pre-gravidico dopo il primo parto. Inoltre, le pazienti hanno effettuato la prima visita diabetologica in modo più tempestivo durante la seconda gravidanza, frutto dell'educazione ricevuta dopo la prima gravidanza, che ha aumentato la consapevolezza del rischio di ricorrenza del GDM. Di conseguenza, l’OGTT diagnostico nella seconda gravidanza è stato frequentemente eseguito in fase precoce. Nelle donne non recurrent alla prima gravidanza i valori dell'OGTT sono risultati inferiori in tutti e tre i tempi di misurazione. Non sono state rilevate differenze statisticamente significative tra i due gruppi in termini di complicanze fetali nella prima gravidanza. Tuttavia, le donne con GDM ricorrente hanno mostrato una necessità di trattamento insulinico alla prima gravidanza dieci volte superiore rispetto a quelle senza ricorrenza. Infine, tutte le donne che nel follow-up post prima gravidanza presentavano alterata tolleranza al glucosio (AGT) hanno successivamente sviluppato GDM. In conclusione, il nostro studio conferma la necessità di una presa in carico tempestiva delle donne alla seconda gravidanza, al fine di attuare un trattamento adeguato che migliori la prognosi e riduca i costi di gestione sanitaria.

Il recurrent GDM: studio retrospettivo nelle donne seguite presso U.O. Diabetologia di Padova

SIMIONATO, ILENIA
2023/2024

Abstract

Il diabete mellito gestazionale rappresenta una complicanza metabolica che può insorgere durante la gravidanza, con una prevalenza variabile a livello globale in funzione dei gruppi etnici considerati, delle condizioni socioeconomiche e dei criteri diagnostici impiegati. Diversi fattori di rischio sono stati associati all'insorgenza del diabete gestazionale, tra cui il sovrappeso o obesità con indice di massa corporea (BMI) pari o superiore a 25 kg/m², l'eccessivo aumento ponderale durante la gravidanza, l'appartenenza a specifiche etnie, la presenza di polimorfismi genetici, un'età materna avanzata superiore ai 35 anni, la familiarità con il diabete e altre patologie che determinano resistenza insulinica, come la sindrome dell'ovaio policistico (PCOS). Il diabete mellito gestazionale è associato a un aumento del rischio di complicanze sia per la madre che per il feto, a breve e a lungo termine. Pertanto, è essenziale riconoscere tempestivamente questa condizione, al fine di seguire le donne affette durante la gravidanza con terapie appropriate e fornire un monitoraggio post-partum attraverso programmi di follow-up definiti, riducendo così il rischio di complicanze future. Inoltre, il diabete gestazionale è correlato ad un rischio elevato di ricorrenza nelle gravidanze successive, soprattutto in presenza dei fattori di rischio sopra menzionati. In questo contesto, diviene cruciale il counseling pre-concepimento, che mira a educare la donna a migliorare il proprio stile di vita, riducendo la presenza di tali fattori di rischio. L’obiettivo di questo studio è stato confrontare un gruppo di donne con GDM ricorrente in due gravidanze successive con un gruppo di donne che hanno manifestato GDM solo alla prima gravidanza, al fine di evidenziare analogie e differenze nelle caratteristiche clinico-metaboliche, nella terapia adottata e nel follow-up successivo. Lo studio è stato condotto in modo retrospettivo osservazionale su una coorte di pazienti con almeno due gravidanze, di cui la prima complicata da GDM, diagnosticato attraverso test di tolleranza al glucosio orale (OGTT) effettuato precocemente o tardivamente. Sono stati raccolti i dati anagrafici e clinici delle partecipanti, i principali parametri metabolici, incremento ponderale durante la gravidanza, e ogni donna ha seguito una terapia personalizzata. Dopo il parto, sono stati nuovamente rilevati i parametri metabolici materni insieme ai dati relativi ai neonati. Lo studio ha evidenziato un’elevata percentuale di ricorrenza del GDM, associata a un aumento significativo del BMI nella seconda gravidanza rispetto alla prima, segno di un mancato recupero del peso pre-gravidico dopo il primo parto. Inoltre, le pazienti hanno effettuato la prima visita diabetologica in modo più tempestivo durante la seconda gravidanza, frutto dell'educazione ricevuta dopo la prima gravidanza, che ha aumentato la consapevolezza del rischio di ricorrenza del GDM. Di conseguenza, l’OGTT diagnostico nella seconda gravidanza è stato frequentemente eseguito in fase precoce. Nelle donne non recurrent alla prima gravidanza i valori dell'OGTT sono risultati inferiori in tutti e tre i tempi di misurazione. Non sono state rilevate differenze statisticamente significative tra i due gruppi in termini di complicanze fetali nella prima gravidanza. Tuttavia, le donne con GDM ricorrente hanno mostrato una necessità di trattamento insulinico alla prima gravidanza dieci volte superiore rispetto a quelle senza ricorrenza. Infine, tutte le donne che nel follow-up post prima gravidanza presentavano alterata tolleranza al glucosio (AGT) hanno successivamente sviluppato GDM. In conclusione, il nostro studio conferma la necessità di una presa in carico tempestiva delle donne alla seconda gravidanza, al fine di attuare un trattamento adeguato che migliori la prognosi e riduca i costi di gestione sanitaria.
2023
Recurrent GDM: a retrospective study on women followed in C.U. Diabetology of Padua
gestational diabetes
recurrent
retrospective study
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