La teoria delle aree valutarie ottimali (OCA) esamina i criteri per determinare quando diverse regioni geografiche possono sostenere l'adozione di una moneta unica. I principali criteri considerati includono la mobilità del lavoro, l'apertura commerciale, la diversificazione della produzione, l'elasticità dei prezzi e dei salari, i differenziali di inflazione, la concordanza dei cicli economici e l'esistenza di un sistema fiscale centralizzato per compensare gli shock asimmetrici. Questo studio approfondisce l'applicazione della teoria dell'OCA nel contesto dell'Eurozona cercando di stabilire se e in che termini la Zona Euro possa essere considerata un’area valutaria ottimale. Questo elaborato si basa su pubblicazioni scientifiche autorevoli e su dati provenienti da istituti di statistica nazionali e internazionali. Utilizzando stime provenienti da modelli di regressione lineare l’elaborato si propone di effettuare un confronto tra Eurozona e Stati Uniti, valutando l'impatto degli shock asimmetrici e l'efficacia dei meccanismi di aggiustamento e la mobilità dei fattori nelle 2 aree. Le analisi evidenziano come il mercato del lavoro statunitense sia significativamente più elastico e il fattore lavoro più mobile rispetto a quello dell'Eurozona. I meccanismi di aggiustamento all'interno dell'Unione Europea risultano inferiori rispetto a quelli che operano negli Stati Uniti, contribuendo a una maggiore divergenza nei tassi di inflazione nazionali. I risultati dello studio dimostrano come l’Eurozona non sia attualmente un'OCA poichè non rispetta i criteri identificati dalla teoria e come la struttura attuale impedisca una convergenza dei fondamentali macroeconomici. Una politica monetaria comune in un'area con dinamiche così eterogenee rischia quindi di essere dannosa per alcuni paesi membri. Sebbene l'abolizione del tasso di cambio abbia eliminato il rischio di cambio, essa ha generato la necessità di trovare diversi meccanismi di flessibilità per cercare di mantenere in equilibrio la bilancia dei pagamenti.
Analisi dell'Eurozona come Area Valutaria Ottimale: evidenze empiriche dal periodo 1992-2022
BULGARELLI, MARCO
2023/2024
Abstract
La teoria delle aree valutarie ottimali (OCA) esamina i criteri per determinare quando diverse regioni geografiche possono sostenere l'adozione di una moneta unica. I principali criteri considerati includono la mobilità del lavoro, l'apertura commerciale, la diversificazione della produzione, l'elasticità dei prezzi e dei salari, i differenziali di inflazione, la concordanza dei cicli economici e l'esistenza di un sistema fiscale centralizzato per compensare gli shock asimmetrici. Questo studio approfondisce l'applicazione della teoria dell'OCA nel contesto dell'Eurozona cercando di stabilire se e in che termini la Zona Euro possa essere considerata un’area valutaria ottimale. Questo elaborato si basa su pubblicazioni scientifiche autorevoli e su dati provenienti da istituti di statistica nazionali e internazionali. Utilizzando stime provenienti da modelli di regressione lineare l’elaborato si propone di effettuare un confronto tra Eurozona e Stati Uniti, valutando l'impatto degli shock asimmetrici e l'efficacia dei meccanismi di aggiustamento e la mobilità dei fattori nelle 2 aree. Le analisi evidenziano come il mercato del lavoro statunitense sia significativamente più elastico e il fattore lavoro più mobile rispetto a quello dell'Eurozona. I meccanismi di aggiustamento all'interno dell'Unione Europea risultano inferiori rispetto a quelli che operano negli Stati Uniti, contribuendo a una maggiore divergenza nei tassi di inflazione nazionali. I risultati dello studio dimostrano come l’Eurozona non sia attualmente un'OCA poichè non rispetta i criteri identificati dalla teoria e come la struttura attuale impedisca una convergenza dei fondamentali macroeconomici. Una politica monetaria comune in un'area con dinamiche così eterogenee rischia quindi di essere dannosa per alcuni paesi membri. Sebbene l'abolizione del tasso di cambio abbia eliminato il rischio di cambio, essa ha generato la necessità di trovare diversi meccanismi di flessibilità per cercare di mantenere in equilibrio la bilancia dei pagamenti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/72562