Questo lavoro di tesi nasce dalla volontà di mostrare il cambiamento nei confronti della disabilità in due realtà distinte: l’Italia con una storia ricca e all’avanguardia; il Perù, terra natia dei miei genitori, caratterizzata da una storia molto recente e complessa. Il primo capitolo presenta la storia generale del Perù che ha vissuto, e vive ancora attualmente, un contesto politico molto fragile che mette in secondo piano l’educazione. Il popolo peruviano è frammentato nell’identità ma è unito nella volontà di avere un Paese in cui sentirsi riconosciuti. Purtroppo le lotte interne portano lo Stato peruviano a mettere in secondo piano l’educazione che rimarrà una piccola parentesi fino all’arrivo dello “straniero”, ossia dell’intervento delle Nazioni Unite. Questa nuova situazione ha permesso l’inizio di una sensibilizzazione nei confronti dell’”altro”, del “diverso”. Pedagogisti e politici peruviani di grande spessore hanno iniziato ad avviare delle lotte per una sensibilizzazione alla coscienza dell’educazione, ancora oggi hanno un eco all’interno della popolazione peruviana. La maggior parte della popolazione vive ancora in una situazione di grande povertà e inaccessibilità allo studio per mancanza di trasporti e strutture adeguate. A questo si affianca la lotta per un’educazione più inclusiva, che prenda in considerazione anche i bambini disabili che vengono affidati a scuole private ad alto costo. Il cammino si presenta ancora molto lungo e tortuoso ma non impossibile grazie alla volontà dei cittadini di voler vivere in un Paese che dia pari opportunità a tutti. Il secondo capitolo riprende i momenti importanti della storia scolastica italiana, quei cambiamenti che hanno permesso di raggiungere i traguardi di oggi. Non è stato un percorso facile ed immediato: inizia nel Cinquecento con i sordi per arrivare a coinvolgere i “frenastenici”, considerati impossibili da educare. L’interesse di pedagogisti e medici verso i più fragili portano alla luce studi che sottolineano l’importanza dell’educazione in situazioni di disabilità e, successivamente, dell’importanza del senso di appartenenza sociale. Si passa così da un atteggiamento di reclusione ed allontanamento ad un interesse e volontà di migliorare le condizioni di vita dei bambini e delle persone disabili che iniziano ad avere i primi diritti. Con questo nuovo spirito si mettono in atto una serie di norme che vedono la partecipazione dei cittadini disabili alla realtà della comunità, aiuti e modifiche di leggi precedenti a favore dell’inclusione e di servizi aperti ai più bisognosi: inizia l’assistenzialismo. Il terzo capitolo vede la figura del pedagogista in entrambi i Paesi come professionista che può lavorare in diversi campi con l’obiettivo di mettere in atto programmi di intervento per lo sviluppo armonico dei soggetti con cui lavora, siano essi minori o adulti. Questo fa di lui un promotore dell’inclusione. Verrano presentati anche quelle figure che insieme al pedagogista, contribuiscono al lavoro dell’inclusione nel contesto scolastico e sociale, le strutture che erogano servizi per potenziare i sostegni e gli aiuti. Nel quarto capitolo si parla delle normative attuali, degli organismi politici nati e di cosa di concreto fanno sia l’Italia che il Perù per raggiungere l’obiettivo di un Paese inclusivo. Si affronta anche l’importanza della formazione degli insegnanti, dei diversi percorsi scolastici e lavorativi che gli studenti disabili possono intraprendere in entrambe le realtà. Ne risulterà una grande differenza data dalla presenza del progetto di vita.
Viaggio tra le differenze educative: l'approccio all'alunno disabile in Italia e Perù
RAMIREZ SILVA, GAIA STEFANIA
2023/2024
Abstract
Questo lavoro di tesi nasce dalla volontà di mostrare il cambiamento nei confronti della disabilità in due realtà distinte: l’Italia con una storia ricca e all’avanguardia; il Perù, terra natia dei miei genitori, caratterizzata da una storia molto recente e complessa. Il primo capitolo presenta la storia generale del Perù che ha vissuto, e vive ancora attualmente, un contesto politico molto fragile che mette in secondo piano l’educazione. Il popolo peruviano è frammentato nell’identità ma è unito nella volontà di avere un Paese in cui sentirsi riconosciuti. Purtroppo le lotte interne portano lo Stato peruviano a mettere in secondo piano l’educazione che rimarrà una piccola parentesi fino all’arrivo dello “straniero”, ossia dell’intervento delle Nazioni Unite. Questa nuova situazione ha permesso l’inizio di una sensibilizzazione nei confronti dell’”altro”, del “diverso”. Pedagogisti e politici peruviani di grande spessore hanno iniziato ad avviare delle lotte per una sensibilizzazione alla coscienza dell’educazione, ancora oggi hanno un eco all’interno della popolazione peruviana. La maggior parte della popolazione vive ancora in una situazione di grande povertà e inaccessibilità allo studio per mancanza di trasporti e strutture adeguate. A questo si affianca la lotta per un’educazione più inclusiva, che prenda in considerazione anche i bambini disabili che vengono affidati a scuole private ad alto costo. Il cammino si presenta ancora molto lungo e tortuoso ma non impossibile grazie alla volontà dei cittadini di voler vivere in un Paese che dia pari opportunità a tutti. Il secondo capitolo riprende i momenti importanti della storia scolastica italiana, quei cambiamenti che hanno permesso di raggiungere i traguardi di oggi. Non è stato un percorso facile ed immediato: inizia nel Cinquecento con i sordi per arrivare a coinvolgere i “frenastenici”, considerati impossibili da educare. L’interesse di pedagogisti e medici verso i più fragili portano alla luce studi che sottolineano l’importanza dell’educazione in situazioni di disabilità e, successivamente, dell’importanza del senso di appartenenza sociale. Si passa così da un atteggiamento di reclusione ed allontanamento ad un interesse e volontà di migliorare le condizioni di vita dei bambini e delle persone disabili che iniziano ad avere i primi diritti. Con questo nuovo spirito si mettono in atto una serie di norme che vedono la partecipazione dei cittadini disabili alla realtà della comunità, aiuti e modifiche di leggi precedenti a favore dell’inclusione e di servizi aperti ai più bisognosi: inizia l’assistenzialismo. Il terzo capitolo vede la figura del pedagogista in entrambi i Paesi come professionista che può lavorare in diversi campi con l’obiettivo di mettere in atto programmi di intervento per lo sviluppo armonico dei soggetti con cui lavora, siano essi minori o adulti. Questo fa di lui un promotore dell’inclusione. Verrano presentati anche quelle figure che insieme al pedagogista, contribuiscono al lavoro dell’inclusione nel contesto scolastico e sociale, le strutture che erogano servizi per potenziare i sostegni e gli aiuti. Nel quarto capitolo si parla delle normative attuali, degli organismi politici nati e di cosa di concreto fanno sia l’Italia che il Perù per raggiungere l’obiettivo di un Paese inclusivo. Si affronta anche l’importanza della formazione degli insegnanti, dei diversi percorsi scolastici e lavorativi che gli studenti disabili possono intraprendere in entrambe le realtà. Ne risulterà una grande differenza data dalla presenza del progetto di vita.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/73270