Obiettivo di questo lavoro di tesi è quello di ricostruire genesi, struttura e funzione della nuova udienza di comparizione predibattimentale ex art 554 bis e seguenti c.p.p. introdotta con la Riforma Cartabia (d. lgs 150/2022) per i casi di citazione diretta a giudizio. Nello specifico, saranno analizzate non solo le caratteristiche tecniche e le finalità dell’istituto, ma anche le critiche mosse nei suoi confronti da chi, cosciente del malfunzionamento della già esistente udienza preliminare, sul cui modello viene plasmato il novum, assume una posizione di scetticismo davanti alla duplicazione del meccanismo di filtro, fino a un recente passato sconosciuto al sistema di citazione diretta a giudizio. Gli obiettivi principali della Riforma Cartabia sono la riduzione dei tempi processuali e l’efficienza del processo e questo perché il legislatore è consapevole che il nostro sistema penale prevede tempi medi di definizione dei procedimenti eccessivi e ciò pregiudica i diritti dell’imputato in particolare il diritto alla ragionevole durata del processo previsto sia dall’art 6 della Cedu, sia dall’art 111 co. 2 della Costituzione. Tali scopi sono perseguiti attraverso l’introduzione di meccanismi, come quello preso in esame nel presente lavoro, che dovrebbero portare a una complessiva riduzione del numero di cause che sfociano nell’apertura del dibattimento, al fine di evitare l’incardinazione di processi inutili e permettere un migliore impiego delle risorse, sia economiche che organiche. Inizialmente verranno esaminate le ragioni che avevano portato all’introduzione di un meccanismo di filtro e controllo sull’accusa nel nostro ordinamento, andando ad approfondire la genesi e le criticità dell’udienza preliminare, che rappresenta il modello di riferimento sul quale è plasmata la neo-introdotta udienza predibattimentale. Dopo aver analizzato le ragioni del malfunzionamento dell’udienza preliminare e il dibattito scaturito sulla sua possibile abolizione, sarà preso in esame il lungo iter di riforma che, culminato con la riforma Cartabia, ha introdotto l’istituto in esame. Il legislatore, infatti, come vedremo, invece che optare per la strada “cassatoria” e quindi di fatto eliminare il sistema di filtro tout court, ha, da un lato, ristretto le maglie del controllo modificando la regola di giudizio ex art. 425 c.p.p. e, dall’altro, esteso il meccanismo anche ai reati per i quali è prevista la citazione diretta a giudizio, introducendo la nuova udienza di comparizione predibattimentale. In questi casi, prima della riforma era previsto che il dibattimento venisse instaurato subito dopo l’emissione del decreto di citazione a giudizio da parte del pubblico ministero, senza alcun passaggio intermedio; oggi, al contrario, il giudice dell’udienza predibattimentale, applicando la medesima regola di giudizio prevista per l’udienza preliminare, è chiamato a verificare se gli elementi raccolti consentano di formulare una ragionevole previsione di condanna. Nelle pagine che seguono verranno poi approfondite le altre funzioni che il legislatore della riforma ha inteso attribuire al giudice in sede di udienza predibattimentale e concernenti il controllo sulla chiarezza e precisione dell’imputazione, nonché la sua corrispondenza alle risultanze raccolte nel corso delle indagini. Da ultimo, il capitolo conclusivo di questa tesi offrirà poi al lettore uno sguardo sul funzionamento della fase preliminare al dibattimento in altri ordinamenti, in particolare verranno analizzati: la Fase Intermedia spagnola, la preliminary examination anglosassone e la preliminary hearing nel sistema penale degli Stati Uniti D’America.

La nuova udienza predibattimentale ex art 554 bis c.p.p.

NOVENTA, MARTA
2023/2024

Abstract

Obiettivo di questo lavoro di tesi è quello di ricostruire genesi, struttura e funzione della nuova udienza di comparizione predibattimentale ex art 554 bis e seguenti c.p.p. introdotta con la Riforma Cartabia (d. lgs 150/2022) per i casi di citazione diretta a giudizio. Nello specifico, saranno analizzate non solo le caratteristiche tecniche e le finalità dell’istituto, ma anche le critiche mosse nei suoi confronti da chi, cosciente del malfunzionamento della già esistente udienza preliminare, sul cui modello viene plasmato il novum, assume una posizione di scetticismo davanti alla duplicazione del meccanismo di filtro, fino a un recente passato sconosciuto al sistema di citazione diretta a giudizio. Gli obiettivi principali della Riforma Cartabia sono la riduzione dei tempi processuali e l’efficienza del processo e questo perché il legislatore è consapevole che il nostro sistema penale prevede tempi medi di definizione dei procedimenti eccessivi e ciò pregiudica i diritti dell’imputato in particolare il diritto alla ragionevole durata del processo previsto sia dall’art 6 della Cedu, sia dall’art 111 co. 2 della Costituzione. Tali scopi sono perseguiti attraverso l’introduzione di meccanismi, come quello preso in esame nel presente lavoro, che dovrebbero portare a una complessiva riduzione del numero di cause che sfociano nell’apertura del dibattimento, al fine di evitare l’incardinazione di processi inutili e permettere un migliore impiego delle risorse, sia economiche che organiche. Inizialmente verranno esaminate le ragioni che avevano portato all’introduzione di un meccanismo di filtro e controllo sull’accusa nel nostro ordinamento, andando ad approfondire la genesi e le criticità dell’udienza preliminare, che rappresenta il modello di riferimento sul quale è plasmata la neo-introdotta udienza predibattimentale. Dopo aver analizzato le ragioni del malfunzionamento dell’udienza preliminare e il dibattito scaturito sulla sua possibile abolizione, sarà preso in esame il lungo iter di riforma che, culminato con la riforma Cartabia, ha introdotto l’istituto in esame. Il legislatore, infatti, come vedremo, invece che optare per la strada “cassatoria” e quindi di fatto eliminare il sistema di filtro tout court, ha, da un lato, ristretto le maglie del controllo modificando la regola di giudizio ex art. 425 c.p.p. e, dall’altro, esteso il meccanismo anche ai reati per i quali è prevista la citazione diretta a giudizio, introducendo la nuova udienza di comparizione predibattimentale. In questi casi, prima della riforma era previsto che il dibattimento venisse instaurato subito dopo l’emissione del decreto di citazione a giudizio da parte del pubblico ministero, senza alcun passaggio intermedio; oggi, al contrario, il giudice dell’udienza predibattimentale, applicando la medesima regola di giudizio prevista per l’udienza preliminare, è chiamato a verificare se gli elementi raccolti consentano di formulare una ragionevole previsione di condanna. Nelle pagine che seguono verranno poi approfondite le altre funzioni che il legislatore della riforma ha inteso attribuire al giudice in sede di udienza predibattimentale e concernenti il controllo sulla chiarezza e precisione dell’imputazione, nonché la sua corrispondenza alle risultanze raccolte nel corso delle indagini. Da ultimo, il capitolo conclusivo di questa tesi offrirà poi al lettore uno sguardo sul funzionamento della fase preliminare al dibattimento in altri ordinamenti, in particolare verranno analizzati: la Fase Intermedia spagnola, la preliminary examination anglosassone e la preliminary hearing nel sistema penale degli Stati Uniti D’America.
2023
The new preliminary hearing ex art. 554 bis c.p.p.
processo penale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/73424