«Sit in carne sine carne». Origini tardoantiche della “santa anoressia”

Beginning with Rudolph Bell’s study on the medieval phenomenon of “holy anorexia”, the present research investigates the possibilities of extending this historical model to the late antique period, enhancing its historical-philosophical value from a gender and feminist perspective. In the first two portions of the analysis, the research addresses the following areas of inquiry: the theories of Christian authors on fasting and their medical and philosophical sources; the position of women in early Christianity, with reference to both the historical reality of female asceticism and the role of the female element in early Christian literature. Based on the information thus acquired, the third stage of analysis is dedicated to the theorization of the Christian invention of a “female anorexic paradigm”, with particular reference to fourth-century authors and the work of Jerome of Stridon. Finally, a political interpretation of the research results is proposed, which allows for the attribution of oppressive significance to the practices of bodily continence typical of late antique Christian female asceticism.

A partire dallo studio condotto da Rudolph Bell sul fenomeno medievale della “santa anoressia”, con la presente ricerca si indagano le possibilità di estensione di tale modello storico al periodo tardoantico, esaltandone il valore storico-filosofico in ottica di genere e femminista. Nelle prime due porzioni di analisi la ricerca si rivolge ai seguenti ambiti di indagine: le teorie degli autori cristiani sul digiuno e le loro fonti di tipo medico e filosofico; la posizione delle donne nella cristianità antica, in riferimento sia alla realtà storica dell'ascetismo femminile, sia al ruolo dell'elemento femminile nella letteratura cristiana antica. Sulla base delle informazioni così acquisite, nella terza fase di analisi si teorizza l'invenzione cristiana di un “paradigma anoressico femminile” con particolare rifermento agli autori del IV secolo e all'opera di Girolamo di Stridone. Si propone, infine, un'interpretazione politica dei risultati della ricerca, i quali consentono di attribuire un significato oppressivo alle pratiche di continenza corporea tipiche dell'ascetismo femminile cristiano tardoantico.