Che la fortuna escluda la conoscenza è un’idea ampiamente diffusa nel dibattito epistemologico contemporaneo. In particolare, è la fortuna epistemica a riguardare gli atteggiamenti epistemici degli agenti, ma non tutte le forme di questa sembrano precludere il possesso della conoscenza. È invece la variante veridica, coinvolta nelle credenze dei personaggi dei celebri casi di Gettier e simili, ad aver impegnato gli epistemologi per decenni. Si è così resa necessaria la ricerca di una teoria che possa garantire di escludere dall’insieme dei soggetti conoscenti quegli agenti che presentano una credenza vera, giustificata ma veridicamente fortunata. Una proposta teorica è stata avanzata da D. Pritchard, la cui epistemologia anti-fortuna include una condizione, nota come “Safety” che, se non soddisfatta, permette di non considerare una credenza veridicamente fortunata come istanza di conoscenza. La teoria così configurata offre il vantaggio di “eliminare” questa forma di fortuna epistemica, ma la possibile presenza di un’ulteriore variante, quella riflessiva, sembra non poter essere affrontata per mezzo di un simile approccio: è allora da valutare l’eventualità di abbandonarlo e di sostituirlo con una teoria più efficace o se arricchirlo di ulteriori condizioni che, se possibile, risolvano i problemi posti dall’ultima forma di fortuna epistemica. Dunque, si valuteranno alcune proposte teoriche alternative, tutte riconducibili alla cosiddetta “epistemologia della virtù”, per ricercare delle candidate migliori o, quantomeno, delle intuizioni per un eventuale un eventuale completamento della precedentemente esposta epistemologia anti-fortuna.
Conoscenza e fortuna epistemica
ALOISIO, CHIARA
2023/2024
Abstract
Che la fortuna escluda la conoscenza è un’idea ampiamente diffusa nel dibattito epistemologico contemporaneo. In particolare, è la fortuna epistemica a riguardare gli atteggiamenti epistemici degli agenti, ma non tutte le forme di questa sembrano precludere il possesso della conoscenza. È invece la variante veridica, coinvolta nelle credenze dei personaggi dei celebri casi di Gettier e simili, ad aver impegnato gli epistemologi per decenni. Si è così resa necessaria la ricerca di una teoria che possa garantire di escludere dall’insieme dei soggetti conoscenti quegli agenti che presentano una credenza vera, giustificata ma veridicamente fortunata. Una proposta teorica è stata avanzata da D. Pritchard, la cui epistemologia anti-fortuna include una condizione, nota come “Safety” che, se non soddisfatta, permette di non considerare una credenza veridicamente fortunata come istanza di conoscenza. La teoria così configurata offre il vantaggio di “eliminare” questa forma di fortuna epistemica, ma la possibile presenza di un’ulteriore variante, quella riflessiva, sembra non poter essere affrontata per mezzo di un simile approccio: è allora da valutare l’eventualità di abbandonarlo e di sostituirlo con una teoria più efficace o se arricchirlo di ulteriori condizioni che, se possibile, risolvano i problemi posti dall’ultima forma di fortuna epistemica. Dunque, si valuteranno alcune proposte teoriche alternative, tutte riconducibili alla cosiddetta “epistemologia della virtù”, per ricercare delle candidate migliori o, quantomeno, delle intuizioni per un eventuale un eventuale completamento della precedentemente esposta epistemologia anti-fortuna.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/74010