La scena etica che ci viene proposta da Judith Butler è caratterizzata da un’insuperabile dipendenza tra i soggetti che operano all’interno di tale contesto. Questo rapporto ha però un effetto perturbante sul singolo, che si sente privo di controllo su di sé e sugli altri, ed è quindi esposto a una condizione di rischio e di precarietà dalla quale vorrebbe ardentemente allontanarsi. L’elaborato intende dimostrare come la filosofa non respinga un simile aspetto, ma anzi lo integri in una proposta etica nella quale ognuno di noi è chiamato a lottare contro la tentazione di ristabilire la propria sovranità e sicurezza a spese della relazionalità che ci caratterizza. In tal modo, si accettano il rischio della relazione e le possibilità che ci vengono offerte da un rapporto così stretto e originario con l’altro. Verranno esaminati l’atto di raccontarsi e rendere conto di sé e i concetti di precarietà, grievability, non violenza e coabitazione non scelta per mostrare come ognuno di essi abbia alla base un soggetto che vive una tensione e un conflitto impossibili da risolvere e quindi apparentemente negativi e da rifiutare, ma che sono invece il segno di ciò che ci rende umani.
Il rischio (necessario) della relazione nell’etica di Judith Butler
MOZZATO, RICCARDO
2023/2024
Abstract
La scena etica che ci viene proposta da Judith Butler è caratterizzata da un’insuperabile dipendenza tra i soggetti che operano all’interno di tale contesto. Questo rapporto ha però un effetto perturbante sul singolo, che si sente privo di controllo su di sé e sugli altri, ed è quindi esposto a una condizione di rischio e di precarietà dalla quale vorrebbe ardentemente allontanarsi. L’elaborato intende dimostrare come la filosofa non respinga un simile aspetto, ma anzi lo integri in una proposta etica nella quale ognuno di noi è chiamato a lottare contro la tentazione di ristabilire la propria sovranità e sicurezza a spese della relazionalità che ci caratterizza. In tal modo, si accettano il rischio della relazione e le possibilità che ci vengono offerte da un rapporto così stretto e originario con l’altro. Verranno esaminati l’atto di raccontarsi e rendere conto di sé e i concetti di precarietà, grievability, non violenza e coabitazione non scelta per mostrare come ognuno di essi abbia alla base un soggetto che vive una tensione e un conflitto impossibili da risolvere e quindi apparentemente negativi e da rifiutare, ma che sono invece il segno di ciò che ci rende umani.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/74085