The present paper aims to investigate the possibility and the necessity of a more or less invasive regulation of the information market to protect it against disinformation. The deliberate spread of fake news through strategies for political, ideological, and economic purposes, although not certainly constituting a recent phenomenon, nevertheless nowadays represents a increasingly substantial risk to the quality of the media’s ecosystem, and democracy itself. As a matter of fact, the web’s borderless vastness and the algorithm’s sophistication, offer fake news a rapid diffusion, disguising mere opinions as alternative truths. Despite the debate been originated in the United States, the issue is explored within the framework of the European context, focalizing on the urgent protection of electoral campaigns, highly fertile soil for those disinformation strategies, yet a research field of recent development. Having online platforms’ self-regulation and independent fact-checking shown their limits in stemming the information contamination, the study sets itself the goal of solving the impasse between the protection of the untouchable freedom of speech, democracy’s “watchdog” and raison d'être, and that of the shared factual truth, basic ingredient of a constructive dialogue, overcoming the western democratic tradition’s conviction that the adoption of an institutional regulation of the media market is synonymous of “censorship”. Through European and American literature, researches and current data, the work firstly aims to outline the functioning of disinformation, the combination between cognitive biases and algorithm in the creation of non-communicating echo chambers, and the debunking’s constraints, as well as to confront the numerous risks which disinformation brings to democracy, from its contribution to the growing extreme polarization and the disaffection towards the establishment, till its implications on the electoral choice. Lastly, using juridicial literature thereon and comparing different paradigms of thinking, the research aims to demonstrate the coincidence within the market of goods and the one of good-information, thus the relevance of the citizen’s right not to be misinformed. In this regard, the study analyses the recent legislative and political measures undertaken by the European Union to counter disinformation, first experiments of this kind, examining their impact and therefore their overall effectiveness in the 2024 European Elections.

Il presente elaborato si propone d’indagare la possibilità e la necessità di una regolazione più o meno invasiva del mercato informativo per proteggerlo dalla disinformazione. La deliberata diffusione di notizie false mediante strategie a scopo politico, ideologico ed economico, invero, seppur non costituisca certo un fenomeno recente, oggi rappresenta un rischio sempre più ingente per la qualità dell’ecosistema mediatico, e della stessa democratica. La sconfinata vastità del web e la sofisticatezza dell’algoritmo oggi permettono alle notizie false una rapida diffusione, mascherando opinioni in verità desiderate. Sebbene il dibattito sia nato negli Stati Uniti, la questione è esplorata nel quadro del contesto europeo, focalizzandosi sull’urgente tutela delle campagne elettorali, terreno assai fertile per tali strategie disinformative, eppure ambito di ricerca di recente sviluppo. Avendo l’autoregolazione delle piattaforme online e il fact-checking indipendente mostrato i propri limiti nell’arginare l’inquinamento informativo, lo studio si prefigge l’obiettivo di risolvere l’impasse tra la tutela dell’intoccabile libertà di espressione, “cane di guardia” e ragion d’essere della democrazia e quella della condivisa verità fattuale, ingrediente base del dialogo costruttivo, superando la convinzione della tradizione democratica occidentale che l’adozione di una regolazione del mercato mediatico sia sinonimo di “censura”. Attraverso la letteratura europea e statunitense, ricerche e dati attuali, l’elaborato mira innanzitutto a delineare il funzionamento della disinformazione, il connubio tra bias cognitivi e algoritmo nella creazione di echo chamber non-comunicanti, e i limiti del debunking, nonché ad affrontare i numerosi rischi che la disinformazione comporta per la democrazia, dal contributo alla crescente polarizzazione estremizzata e alla disaffezione verso le istituzioni, fino alle sue implicazioni sulla scelta elettorale. Adoperando la letteratura giuridica in merito e confrontando diversi paradigmi di pensiero, infine, la ricerca si prefigge di dimostrare la coincidenza tra mercato dei beni e quello del bene-informazione e la rilevanza del diritto del cittadino a non essere disinformato. A tal proposito, lo studio analizza le recenti misure legislative e politiche adottate dall’Unione Europea a contrasto della disinformazione, primi esperimenti di tal genere, esaminandone l’impatto, e dunque, l’efficacia complessiva, nelle elezioni europee 2024.

Libertà di espressione o verità dei fatti: sulla possibile regolamentazione del mercato dei media per contrastare la disinformazione nelle campagne elettorali in Europa

MOSCONI, SARA MARIA
2023/2024

Abstract

The present paper aims to investigate the possibility and the necessity of a more or less invasive regulation of the information market to protect it against disinformation. The deliberate spread of fake news through strategies for political, ideological, and economic purposes, although not certainly constituting a recent phenomenon, nevertheless nowadays represents a increasingly substantial risk to the quality of the media’s ecosystem, and democracy itself. As a matter of fact, the web’s borderless vastness and the algorithm’s sophistication, offer fake news a rapid diffusion, disguising mere opinions as alternative truths. Despite the debate been originated in the United States, the issue is explored within the framework of the European context, focalizing on the urgent protection of electoral campaigns, highly fertile soil for those disinformation strategies, yet a research field of recent development. Having online platforms’ self-regulation and independent fact-checking shown their limits in stemming the information contamination, the study sets itself the goal of solving the impasse between the protection of the untouchable freedom of speech, democracy’s “watchdog” and raison d'être, and that of the shared factual truth, basic ingredient of a constructive dialogue, overcoming the western democratic tradition’s conviction that the adoption of an institutional regulation of the media market is synonymous of “censorship”. Through European and American literature, researches and current data, the work firstly aims to outline the functioning of disinformation, the combination between cognitive biases and algorithm in the creation of non-communicating echo chambers, and the debunking’s constraints, as well as to confront the numerous risks which disinformation brings to democracy, from its contribution to the growing extreme polarization and the disaffection towards the establishment, till its implications on the electoral choice. Lastly, using juridicial literature thereon and comparing different paradigms of thinking, the research aims to demonstrate the coincidence within the market of goods and the one of good-information, thus the relevance of the citizen’s right not to be misinformed. In this regard, the study analyses the recent legislative and political measures undertaken by the European Union to counter disinformation, first experiments of this kind, examining their impact and therefore their overall effectiveness in the 2024 European Elections.
2023
Freedom of speech or factual truth: on the possible regulation of the media market to counter disinformation in electoral campaigns in Europe
Il presente elaborato si propone d’indagare la possibilità e la necessità di una regolazione più o meno invasiva del mercato informativo per proteggerlo dalla disinformazione. La deliberata diffusione di notizie false mediante strategie a scopo politico, ideologico ed economico, invero, seppur non costituisca certo un fenomeno recente, oggi rappresenta un rischio sempre più ingente per la qualità dell’ecosistema mediatico, e della stessa democratica. La sconfinata vastità del web e la sofisticatezza dell’algoritmo oggi permettono alle notizie false una rapida diffusione, mascherando opinioni in verità desiderate. Sebbene il dibattito sia nato negli Stati Uniti, la questione è esplorata nel quadro del contesto europeo, focalizzandosi sull’urgente tutela delle campagne elettorali, terreno assai fertile per tali strategie disinformative, eppure ambito di ricerca di recente sviluppo. Avendo l’autoregolazione delle piattaforme online e il fact-checking indipendente mostrato i propri limiti nell’arginare l’inquinamento informativo, lo studio si prefigge l’obiettivo di risolvere l’impasse tra la tutela dell’intoccabile libertà di espressione, “cane di guardia” e ragion d’essere della democrazia e quella della condivisa verità fattuale, ingrediente base del dialogo costruttivo, superando la convinzione della tradizione democratica occidentale che l’adozione di una regolazione del mercato mediatico sia sinonimo di “censura”. Attraverso la letteratura europea e statunitense, ricerche e dati attuali, l’elaborato mira innanzitutto a delineare il funzionamento della disinformazione, il connubio tra bias cognitivi e algoritmo nella creazione di echo chamber non-comunicanti, e i limiti del debunking, nonché ad affrontare i numerosi rischi che la disinformazione comporta per la democrazia, dal contributo alla crescente polarizzazione estremizzata e alla disaffezione verso le istituzioni, fino alle sue implicazioni sulla scelta elettorale. Adoperando la letteratura giuridica in merito e confrontando diversi paradigmi di pensiero, infine, la ricerca si prefigge di dimostrare la coincidenza tra mercato dei beni e quello del bene-informazione e la rilevanza del diritto del cittadino a non essere disinformato. A tal proposito, lo studio analizza le recenti misure legislative e politiche adottate dall’Unione Europea a contrasto della disinformazione, primi esperimenti di tal genere, esaminandone l’impatto, e dunque, l’efficacia complessiva, nelle elezioni europee 2024.
Disinformazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/74501