Questo lavoro, stimolato dal continuo susseguirsi di catastrofi naturali innescate dal cambiamento climatico, mira a condividere alcuni spunti di riflessione sul valore educativo del linguaggio artistico in contesti colpiti da calamità come strumento per elaborare, interiorizzare e accettare le conseguenze delle devastazioni e allo stesso tempo per innescare relazioni virtuose nel rapporto con l’ambiente e le società umane. Ci si concentrerà, in particolare, sulla tempesta Vaia che dal 26 al 30 ottobre 2018 ha profondamente colpito l'area montana delle Dolomiti e delle Prealpi Venete portando la società ad interrogarsi sul suo rapporto con la natura. In questo scenario, l'arte costituisce uno strumento efficace per sensibilizzare le coscienze sui cambiamenti climatici, riflettere su quanto le nostre abitudini possano influire sull’ambiente e, allo stesso tempo, educare alla resilienza dopo le catastrofi. L’opera “Drago di Vaia”, ad esempio, realizzata da Marco Martalar con radici sfibrate e pezzi di alberi abbattuti dalla tempesta, rappresenta un simbolo di rinascita e coraggio che ha l’obiettivo di custodire la memoria, le storie di vita e le emozioni legate all’evento disastroso. Il sentiero che conduce all’opera ripercorre la storia del “Drago di Vaia” attraverso una decina di tappe che propongono giochi e attività educativi, stimolando riflessioni sul rispetto dell’ecosistema.
Dopo Vaia: percorsi educativi per un nuovo rapporto con la natura attraverso l'arte
SQUARCINA, SILVIA
2023/2024
Abstract
Questo lavoro, stimolato dal continuo susseguirsi di catastrofi naturali innescate dal cambiamento climatico, mira a condividere alcuni spunti di riflessione sul valore educativo del linguaggio artistico in contesti colpiti da calamità come strumento per elaborare, interiorizzare e accettare le conseguenze delle devastazioni e allo stesso tempo per innescare relazioni virtuose nel rapporto con l’ambiente e le società umane. Ci si concentrerà, in particolare, sulla tempesta Vaia che dal 26 al 30 ottobre 2018 ha profondamente colpito l'area montana delle Dolomiti e delle Prealpi Venete portando la società ad interrogarsi sul suo rapporto con la natura. In questo scenario, l'arte costituisce uno strumento efficace per sensibilizzare le coscienze sui cambiamenti climatici, riflettere su quanto le nostre abitudini possano influire sull’ambiente e, allo stesso tempo, educare alla resilienza dopo le catastrofi. L’opera “Drago di Vaia”, ad esempio, realizzata da Marco Martalar con radici sfibrate e pezzi di alberi abbattuti dalla tempesta, rappresenta un simbolo di rinascita e coraggio che ha l’obiettivo di custodire la memoria, le storie di vita e le emozioni legate all’evento disastroso. Il sentiero che conduce all’opera ripercorre la storia del “Drago di Vaia” attraverso una decina di tappe che propongono giochi e attività educativi, stimolando riflessioni sul rispetto dell’ecosistema.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/74543