Le principali classificazioni internazionali (DSM-V e ICD-10) descrivono l’autismo come caratterizzato dalla compromissione di abilità legate alla sfera dell’interazione e comunicazione sociale, oltre che da comportamenti e interessi ripetitivi e stereotipati. Nelle sue molteplici declinazioni, tra cui la sindrome di Asperger, esso appartiene pertanto alla categoria dei Disturbi generalizzati dello sviluppo. Mediante un approfondito excursus storico, il presente lavoro si propone di evidenziare la centralità del tema per le numerose ricerche volte all’individuazione dell’eziopatogenesi del disturbo e, dunque, all’identificazione delle alterazioni sintomatologiche utili ad una diagnosi precoce. La focalizzazione dell’attenzione su differenti variabili biologiche, psicologiche e/o ambientali, rende tuttavia ardua una spiegazione univoca sull’origine del disturbo, che risulta dipendere da una catena causale di fattori. Unanime è, però, il riconoscimento della necessità di un’appropriata progettazione di strategie di intervento individualizzate, utili allo sviluppo delle capacità potenziali del bambino e alla creazione di contesti educativi integrativi e socializzanti.
Autismo e sindrome di Asperger: dalla diagnosi alle strategie di intervento
MARINATO, MARTINA
2023/2024
Abstract
Le principali classificazioni internazionali (DSM-V e ICD-10) descrivono l’autismo come caratterizzato dalla compromissione di abilità legate alla sfera dell’interazione e comunicazione sociale, oltre che da comportamenti e interessi ripetitivi e stereotipati. Nelle sue molteplici declinazioni, tra cui la sindrome di Asperger, esso appartiene pertanto alla categoria dei Disturbi generalizzati dello sviluppo. Mediante un approfondito excursus storico, il presente lavoro si propone di evidenziare la centralità del tema per le numerose ricerche volte all’individuazione dell’eziopatogenesi del disturbo e, dunque, all’identificazione delle alterazioni sintomatologiche utili ad una diagnosi precoce. La focalizzazione dell’attenzione su differenti variabili biologiche, psicologiche e/o ambientali, rende tuttavia ardua una spiegazione univoca sull’origine del disturbo, che risulta dipendere da una catena causale di fattori. Unanime è, però, il riconoscimento della necessità di un’appropriata progettazione di strategie di intervento individualizzate, utili allo sviluppo delle capacità potenziali del bambino e alla creazione di contesti educativi integrativi e socializzanti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/74622