In una società che avanza le sue pretese di sviluppo educando le soggettività alla repressione emotiva nell’ottica di una massimizzazione del guadagno nel minor tempo e dispendio di energie possibile, la dimensione della sensibilità viene anestetizzata, lasciando spazio a una superficialità oggettiva, che talvolta viene genericamente etichettata come scientifica. Nell’elaborato espongo la mia esperienza di ricerca sul campo all’interno di un contesto residenziale sanitario assistenziale (R.S.A.), tramite la pratica dell’osservazione partecipante. La metodologia attraverso cui ho scelto di interfacciarmi al frame in oggetto è quella dell’ascolto attivo delineata da Marianella Sclavi (2008), etnografa e antropologa, tra i massimi esperti nella gestione e prevenzione creativa dei conflitti. Di primaria importanza è l’impatto che le emozioni hanno nel plasmare e direzionare il mio sguardo durante il processo di analisi, e nel portare in rilievo alcune dinamiche di vita da me riscontrate in fase di ricerca. Lo strumento del diario e delle note etnografiche fungono da elementi cardine nell’elaborazione di una interpretazione sociologica della realtà residenziale, nonché delle meccaniche di relazione e di comunicazione che sono solite instaurarsi tra gli attori e le attrici sociali che vivono una quotidianità istituzionalizzata. Nel capitolo finale racconto di come una semplice “chiacchiera” informale possa contribuire significativamente alla creazione di una solidarietà sociale e un senso di comunità più profondo e coeso.
Un rituale che produce energia: la chiacchiera socievole La dimensione emotiva in una pratica di ricerca etnografica
POLATO, CARLO
2023/2024
Abstract
In una società che avanza le sue pretese di sviluppo educando le soggettività alla repressione emotiva nell’ottica di una massimizzazione del guadagno nel minor tempo e dispendio di energie possibile, la dimensione della sensibilità viene anestetizzata, lasciando spazio a una superficialità oggettiva, che talvolta viene genericamente etichettata come scientifica. Nell’elaborato espongo la mia esperienza di ricerca sul campo all’interno di un contesto residenziale sanitario assistenziale (R.S.A.), tramite la pratica dell’osservazione partecipante. La metodologia attraverso cui ho scelto di interfacciarmi al frame in oggetto è quella dell’ascolto attivo delineata da Marianella Sclavi (2008), etnografa e antropologa, tra i massimi esperti nella gestione e prevenzione creativa dei conflitti. Di primaria importanza è l’impatto che le emozioni hanno nel plasmare e direzionare il mio sguardo durante il processo di analisi, e nel portare in rilievo alcune dinamiche di vita da me riscontrate in fase di ricerca. Lo strumento del diario e delle note etnografiche fungono da elementi cardine nell’elaborazione di una interpretazione sociologica della realtà residenziale, nonché delle meccaniche di relazione e di comunicazione che sono solite instaurarsi tra gli attori e le attrici sociali che vivono una quotidianità istituzionalizzata. Nel capitolo finale racconto di come una semplice “chiacchiera” informale possa contribuire significativamente alla creazione di una solidarietà sociale e un senso di comunità più profondo e coeso.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/74916