L’attività dei videogiochi online e offline è diventata sempre più popolare tra gli adolescenti negli ultimi anni, grazie ai progressi nelle tecnologie digitali. Un uso moderato dei videogiochi può essere favorevole per lo sviluppo cognitivo dell’individuo. Tuttavia, un dispendio di tempo ed energie eccessivo nei giochi è associato a diverse conseguenze negative, tra cui compromissioni a livello familiare e scolastico. A partire dal 2013, il Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali (DSM-5) ha inserito al suo interno il disturbo da gioco su Internet (IGD), definendolo come perdita di controllo nell'uso dei giochi su Internet, che si traduce in un significativo deterioramento della vita quotidiana dell'individuo, tra cui il funzionamento sociale, familiare, scolastico e psicologico. Tuttavia i precedenti del disturbo non sono sempre chiari e in alcuni casi il rapporto con i propri genitori può essere la causa scatenante. La presente ricerca si pone l’obiettivo di indagare se e come il calore e il rifiuto genitoriale siano associati all’IGD adolescenziale. In particolare ci si aspetta un’associazione negativa tra il calore genitoriale e i comportamenti di gioco disfunzionale, viceversa un’associazione positiva tra il rifiuto genitoriale e quest’ultimi. Inoltre, un’altra ipotesi che si vuole verificare è l’esistenza di un’associazione positiva tra il Parental Phubbing e l’IGD. Per Parental Phubbing si intende l'atto dei genitori di usare i telefoni cellulari in presenza dei propri figli invece di interagire con loro. Lo studio è stato effettuato su un campione di più di 1000 adolescenti tra i 12 e i 16 anni, alunni delle classi seconde e terze della scuola secondaria di primo grado e classi prime e seconde delle scuole secondarie di secondo grado. Gli studenti hanno partecipato alla compilazione di un questionario online, svolto durante l’orario scolastico, della durata di circa 20-30 minuti, che conteneva domande relative al loro rapporto con i videogiochi e con i genitori. Attraverso l'analisi dei dati raccolti, la tesi cerca di delineare le possibili interazioni tra phubbing genitoriale e uso problematico dei videogiochi, tra calore genitoriale e uso problematico dei videogiochi e tra rifiuto genitoriale e uso problematico dei videogiochi, valutando l'impatto di queste dinamiche sulla qualità delle relazioni familiari e sullo sviluppo psicosociale dei giovani.
Internet Gaming Disorder in adolescenza: il ruolo del calore, del rifiuto e del Phubbing genitoriale.
MIOTTO, NICOLA
2023/2024
Abstract
L’attività dei videogiochi online e offline è diventata sempre più popolare tra gli adolescenti negli ultimi anni, grazie ai progressi nelle tecnologie digitali. Un uso moderato dei videogiochi può essere favorevole per lo sviluppo cognitivo dell’individuo. Tuttavia, un dispendio di tempo ed energie eccessivo nei giochi è associato a diverse conseguenze negative, tra cui compromissioni a livello familiare e scolastico. A partire dal 2013, il Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali (DSM-5) ha inserito al suo interno il disturbo da gioco su Internet (IGD), definendolo come perdita di controllo nell'uso dei giochi su Internet, che si traduce in un significativo deterioramento della vita quotidiana dell'individuo, tra cui il funzionamento sociale, familiare, scolastico e psicologico. Tuttavia i precedenti del disturbo non sono sempre chiari e in alcuni casi il rapporto con i propri genitori può essere la causa scatenante. La presente ricerca si pone l’obiettivo di indagare se e come il calore e il rifiuto genitoriale siano associati all’IGD adolescenziale. In particolare ci si aspetta un’associazione negativa tra il calore genitoriale e i comportamenti di gioco disfunzionale, viceversa un’associazione positiva tra il rifiuto genitoriale e quest’ultimi. Inoltre, un’altra ipotesi che si vuole verificare è l’esistenza di un’associazione positiva tra il Parental Phubbing e l’IGD. Per Parental Phubbing si intende l'atto dei genitori di usare i telefoni cellulari in presenza dei propri figli invece di interagire con loro. Lo studio è stato effettuato su un campione di più di 1000 adolescenti tra i 12 e i 16 anni, alunni delle classi seconde e terze della scuola secondaria di primo grado e classi prime e seconde delle scuole secondarie di secondo grado. Gli studenti hanno partecipato alla compilazione di un questionario online, svolto durante l’orario scolastico, della durata di circa 20-30 minuti, che conteneva domande relative al loro rapporto con i videogiochi e con i genitori. Attraverso l'analisi dei dati raccolti, la tesi cerca di delineare le possibili interazioni tra phubbing genitoriale e uso problematico dei videogiochi, tra calore genitoriale e uso problematico dei videogiochi e tra rifiuto genitoriale e uso problematico dei videogiochi, valutando l'impatto di queste dinamiche sulla qualità delle relazioni familiari e sullo sviluppo psicosociale dei giovani.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/75277