Le esperienze negative precoci (Adverse Childhood Events, ACE) rappresentano una condizione di vulnerabilità ampiamente consolidata per lo sviluppo di ansia e depressione. Alla base di questa relazione si può ipotizzare che l’esposizione ad eventi stressanti e traumatici nelle prime fasi di vita possa alterare in modo significativo il processo di elaborazione di stimoli emozionali. Dato che l’elaborazione emozionale si compone di diverse fasi (processi di anticipazione, elaborazione), questo studio aveva l’obiettivo di esaminare l'interazione tra ACE e i correlati neurali delle diverse fasi dell'elaborazione emozionale nel predire sintomi di ansia e depressione in un campione di studenti universitari (N = 40, 22 F). Sono stati somministrati l’Adverse Childhood Experiences Questionnaire (ACE-Q) e la Brief Symptoms Checklist per valutare, rispettivamente, le esperienze negative precoci e la sintomatologia ansiosa e depressiva. Il compito sperimentale prevedeva un paradigma S1-S2, in cui un’immagine emozionale (piacevole, neutra, spiacevole) (S2) era preceduta da un cue (S1) che ne anticipava la sua valenza. Durante il compito è stato registrato l’elettroencefalogramma (EEG) con lo scopo di derivare tre potenziali evento-relati (ERP): la Cue-P300, indice di coinvolgimento affettivo, la Stimulus Preceding Negativity (SPN), indice di anticipazione emozionale, ed il complesso P300/Late positive potential (LPP), indice di elaborazione emozionale. Dalle analisi statistiche è emerso che l’ACE-Q prediceva una minore ampiezza del complesso P300/LPP alle immagini piacevoli e un’ampiezza più elevata del complesso P300/LPP alle immagini spiacevoli, suggerendo che le esperienze negative precoci possano predisporre a una minor elaborazione di stimoli piacevoli e a una maggiore elaborazione di stimoli spiacevoli in età adulta. Inoltre, l'interazione tra ACE-Q ed il complesso P300/LPP in risposta a stimoli spiacevoli prediceva maggiori sintomi ansiosi, mentre nessun effetto significativo è emerso relativamente ai sintomi depressivi. Nello specifico, gli individui esposti a esperienze negative precoci riportavano maggiori sintomi di ansia quando presentavano anche una maggiore ampiezza del complesso P300/LPP in risposta agli stimoli spiacevoli. Infine, nessun effetto significativo è emerso per gli altri ERP, indicando che l’esposizione agli eventi negativi precoci si potrebbe associare esclusivamente all’alterazione di processi di elaborazione ma non di anticipazione di contenuti emozionali. In conclusione, questi risultati suggeriscono che le esperienze negative precoci potrebbero essere associate ai sintomi d'ansia nell'età adulta per via di un'incrementata sensibilità ai contenuti spiacevoli. Quindi, risulta importante la valutazione del complesso P300/LPP per l’identificazione di individui a rischio di sviluppare sintomatologia ansiosa a seguito di esperienze negative precoci.
Esperienze negative precoci, ansia e depressione: il ruolo dell’elaborazione emozionale
RAGGI, MICHELA
2023/2024
Abstract
Le esperienze negative precoci (Adverse Childhood Events, ACE) rappresentano una condizione di vulnerabilità ampiamente consolidata per lo sviluppo di ansia e depressione. Alla base di questa relazione si può ipotizzare che l’esposizione ad eventi stressanti e traumatici nelle prime fasi di vita possa alterare in modo significativo il processo di elaborazione di stimoli emozionali. Dato che l’elaborazione emozionale si compone di diverse fasi (processi di anticipazione, elaborazione), questo studio aveva l’obiettivo di esaminare l'interazione tra ACE e i correlati neurali delle diverse fasi dell'elaborazione emozionale nel predire sintomi di ansia e depressione in un campione di studenti universitari (N = 40, 22 F). Sono stati somministrati l’Adverse Childhood Experiences Questionnaire (ACE-Q) e la Brief Symptoms Checklist per valutare, rispettivamente, le esperienze negative precoci e la sintomatologia ansiosa e depressiva. Il compito sperimentale prevedeva un paradigma S1-S2, in cui un’immagine emozionale (piacevole, neutra, spiacevole) (S2) era preceduta da un cue (S1) che ne anticipava la sua valenza. Durante il compito è stato registrato l’elettroencefalogramma (EEG) con lo scopo di derivare tre potenziali evento-relati (ERP): la Cue-P300, indice di coinvolgimento affettivo, la Stimulus Preceding Negativity (SPN), indice di anticipazione emozionale, ed il complesso P300/Late positive potential (LPP), indice di elaborazione emozionale. Dalle analisi statistiche è emerso che l’ACE-Q prediceva una minore ampiezza del complesso P300/LPP alle immagini piacevoli e un’ampiezza più elevata del complesso P300/LPP alle immagini spiacevoli, suggerendo che le esperienze negative precoci possano predisporre a una minor elaborazione di stimoli piacevoli e a una maggiore elaborazione di stimoli spiacevoli in età adulta. Inoltre, l'interazione tra ACE-Q ed il complesso P300/LPP in risposta a stimoli spiacevoli prediceva maggiori sintomi ansiosi, mentre nessun effetto significativo è emerso relativamente ai sintomi depressivi. Nello specifico, gli individui esposti a esperienze negative precoci riportavano maggiori sintomi di ansia quando presentavano anche una maggiore ampiezza del complesso P300/LPP in risposta agli stimoli spiacevoli. Infine, nessun effetto significativo è emerso per gli altri ERP, indicando che l’esposizione agli eventi negativi precoci si potrebbe associare esclusivamente all’alterazione di processi di elaborazione ma non di anticipazione di contenuti emozionali. In conclusione, questi risultati suggeriscono che le esperienze negative precoci potrebbero essere associate ai sintomi d'ansia nell'età adulta per via di un'incrementata sensibilità ai contenuti spiacevoli. Quindi, risulta importante la valutazione del complesso P300/LPP per l’identificazione di individui a rischio di sviluppare sintomatologia ansiosa a seguito di esperienze negative precoci.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/75298