Il latte materno è fondamentale per una crescita e sviluppo corretti da parte dei neonati, specialmente di quelli prematuri. Il latte materno protegge i neonati pretermine da: enterocolite necrotizzante (NEC, grave patologia intestinale caratterizzata da un quadro infiammatorio/infettivo) da ROP (patologia della retina del neonato prematuro) e dalla displasia broncopolmonare. Nel caso della donazione, il latte viene ritirato dalle donatrici a domicilio, poi congelato e successivamente pastorizzato, per essere aliquotato in rapporto al peso corporeo del prematuro e somministrato nei pasti programmati. Si rende necessario, per i neonati prematuri, gestire al meglio i campioni, attraverso l’impiego di indagini microbiologiche presso le Banche del latte materno (BLUD) e con l’utilizzo della procedura di pastorizzazione. Essa rappresenta un ottimo processo di sterilizzazione da agenti patogeni, ma non funziona al meglio contro le spore batteriche, come nel caso del Bacillus cereus, che resistono alle temperature raggiunte durante il processo di pastorizzazione. Presso la Terapia Intensiva Neonatale (TIN) dell’Ospedale San Bortolo di Vicenza nel mese di ottobre 2023 è stata riscontrata una contaminazione del latte donato da B. cereus, a partire dai contenitori non correttamente sterilizzati e conseguentemente del latte in essi contenuti, inviati per controlli regolari previsti dalla BLUD di Vicenza al laboratorio di Microbiologia. In questo studio sono stati testati nuovi prodotti e nuove procedure di disinfezione degli ambienti, al fine di eliminare non solo il microrganismo, ma anche le spore, principali responsabili della contaminazione da Bacillus cereus. Tutto ciò, insieme ad un controllo microbiologico periodico più frequente, sia delle aliquote dei campioni di latte donato prima e dopo il processo di sterilizzazione sia dei controlli ambientali. Le procedure impiegate per la disinfezione sono state l’utilizzo di soluzioni di perossido al 6% e il Klercide™ Sporicidal Active Chlorine (sporicida a base di ipoclorito) e il campionamento microbiologico con appositi tamponi ambientali (Kit SRK®). La raccolta dei dati ambientali è avvenuta in due steps, prima dell’impiego dei nuovi disinfettanti e post disinfezione: al termine dello studio la presenza del Bacillus cereus non era più riscontrabile nei campioni analizzati. I risultati ottenuti da questo studio confermano la necessità di adottare e aggiornare misure di controllo e disinfezione adatte ad eliminare tutti i principali patogeni che si possono riscontrare in ambito ospedaliero, per ridurre quanto più possibile il rischio di contaminazione ed infezioni nelle banche del latte. Aggiornare le procedure di disinfezione ed effettuare indagini di tipo ambientale, oltre all’analisi microbiologica dei campioni del latte stesso, rappresentano la miglior metodica per garantire la sterilità degli ambienti di lavoro e del prodotto stesso, così che un neonato ricoverato in terapia intensiva, già in status fisico precario, non vada incontro ad ulteriori rischi di infezioni.
Nuovi approcci microbiologici per limitare la contaminazione da Bacillus cereus su latte materno donato
CARDILLO, ANNA
2023/2024
Abstract
Il latte materno è fondamentale per una crescita e sviluppo corretti da parte dei neonati, specialmente di quelli prematuri. Il latte materno protegge i neonati pretermine da: enterocolite necrotizzante (NEC, grave patologia intestinale caratterizzata da un quadro infiammatorio/infettivo) da ROP (patologia della retina del neonato prematuro) e dalla displasia broncopolmonare. Nel caso della donazione, il latte viene ritirato dalle donatrici a domicilio, poi congelato e successivamente pastorizzato, per essere aliquotato in rapporto al peso corporeo del prematuro e somministrato nei pasti programmati. Si rende necessario, per i neonati prematuri, gestire al meglio i campioni, attraverso l’impiego di indagini microbiologiche presso le Banche del latte materno (BLUD) e con l’utilizzo della procedura di pastorizzazione. Essa rappresenta un ottimo processo di sterilizzazione da agenti patogeni, ma non funziona al meglio contro le spore batteriche, come nel caso del Bacillus cereus, che resistono alle temperature raggiunte durante il processo di pastorizzazione. Presso la Terapia Intensiva Neonatale (TIN) dell’Ospedale San Bortolo di Vicenza nel mese di ottobre 2023 è stata riscontrata una contaminazione del latte donato da B. cereus, a partire dai contenitori non correttamente sterilizzati e conseguentemente del latte in essi contenuti, inviati per controlli regolari previsti dalla BLUD di Vicenza al laboratorio di Microbiologia. In questo studio sono stati testati nuovi prodotti e nuove procedure di disinfezione degli ambienti, al fine di eliminare non solo il microrganismo, ma anche le spore, principali responsabili della contaminazione da Bacillus cereus. Tutto ciò, insieme ad un controllo microbiologico periodico più frequente, sia delle aliquote dei campioni di latte donato prima e dopo il processo di sterilizzazione sia dei controlli ambientali. Le procedure impiegate per la disinfezione sono state l’utilizzo di soluzioni di perossido al 6% e il Klercide™ Sporicidal Active Chlorine (sporicida a base di ipoclorito) e il campionamento microbiologico con appositi tamponi ambientali (Kit SRK®). La raccolta dei dati ambientali è avvenuta in due steps, prima dell’impiego dei nuovi disinfettanti e post disinfezione: al termine dello studio la presenza del Bacillus cereus non era più riscontrabile nei campioni analizzati. I risultati ottenuti da questo studio confermano la necessità di adottare e aggiornare misure di controllo e disinfezione adatte ad eliminare tutti i principali patogeni che si possono riscontrare in ambito ospedaliero, per ridurre quanto più possibile il rischio di contaminazione ed infezioni nelle banche del latte. Aggiornare le procedure di disinfezione ed effettuare indagini di tipo ambientale, oltre all’analisi microbiologica dei campioni del latte stesso, rappresentano la miglior metodica per garantire la sterilità degli ambienti di lavoro e del prodotto stesso, così che un neonato ricoverato in terapia intensiva, già in status fisico precario, non vada incontro ad ulteriori rischi di infezioni.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/75395