ABSTRACT Introduzione: i Disturbi Motori Funzionali (FMD) sono condizioni neurologiche gravi e invalidanti, la cui diagnosi si basa su segni clinici di inconsistenza e incongruenza. Alcuni studi suggeriscono che la Prepulse Inhibition (PPI) e i Controlli Inibitori Nocicettivi Diffusi (DNIC), attivati dalla Modulazione Condizionata del Dolore (CPM), siano alterati nei pazienti con FMD; tuttavia, non esistono ancora biomarcatori diagnostici definiti per la diagnosi di questi disturbi. Materiali e Metodi: sono stati reclutati 16 pazienti con FMD e 32 soggetti di controllo (SC). Lo studio aveva due obiettivi: il primo era valutare l'effetto della PPI sulle aree delle risposte R2 e R2c, ottenute coi Blink Reflex, rispetto ai valori di Baseline (BL); il secondo era valutare l’effetto del DNIC, attivato dal protocollo CPM, confrontando l’ampiezza del complesso N2P2, registrato coi Potenziali Evocati Laser (LEP) a seguito di stimolazione laser (Nd:YAP) di mano (AS) e piede (AI) destri, in tre condizioni: Baseline (BL), durante stimolazione nocicettiva condizionante (HNCS) e 15 minuti dopo HNCS (post-HNCS). Il dolore è stato valutato dai partecipanti con la scala NRS (0-10). Risultati: l'analisi dei dati del gruppo di SC ha mostrato differenze statisticamente significative tra le condizioni BL e PPI per le aree di R2 e R2c (ANOVA a misure ripetute condizione*gruppo rispettivamente F=9,431, p=0,004 e F=9,755, p=0,003), confermate dall'analisi post-hoc (Bonferroni p<0,05). Nei pazienti con FMD non sono emerse differenze significative tra le condizioni (p>0,05). L’analisi dell’ampiezza dei complessi N2P2, registrati a seguito di stimolazione dell’AS e dell’AI nel gruppo di SC, ha evidenziato differenze statisticamente significative tra le condizioni BL, HNCS e post-HNCS (ANOVA a misure ripetute, rispettivamente F=20,077, p<0,0001 e F=4,649, p=0,012), confermate dall'analisi post-hoc (Bonferroni p<0,05). Nei pazienti con FMD, sono state riscontrate differenze statisticamente significative tra le tre condizioni per stimolazione dell’AS (ANOVA a misure ripetute, F=20,077, p<0,001), confermate dall'analisi post-hoc (Bonferroni p<0,05). Invece, non sono emerse differenze significative tra le tre condizioni per stimolazione dell’AI (p>0,05). Discussione: i risultati suggeriscono che la PPI potrebbe rappresentare un marker di disfunzione della regolazione sensoriale, poiché nei pazienti con FMD è stata osservata una ridotta capacità di filtrare gli stimoli sensoriali irrilevanti. Inoltre, lo studio del pathway nocicettivo discendente ha mostrato differenze significative tra i pazienti con FMD e i soggetti di controllo solo a seguito dell’applicazione del CPM all’AI. Questi risultati sono parzialmente coerenti con uno studio precedente che ha osservato una via ascendente normale nei pazienti con FMD, ma una ridotta risposta al CPM, suggerendo una compromissione del controllo inibitorio del dolore discendente. Un campione più ampio di pazienti con FMD potrebbe confermare tali risultati. Conclusioni: la PPI e il CMP potrebbero essere strumenti utili di supporto per la diagnosi dei Disturbi Motori Funzionali.
Una finestra sull'interazione mente-cervello-corpo: ruolo del Controllo Inibitorio Nocicettivo Diffuso Discendente e del Preimpulso Inibitorio nei Disturbi Motori Funzionali
TEMPORIN, CLAUDIA
2023/2024
Abstract
ABSTRACT Introduzione: i Disturbi Motori Funzionali (FMD) sono condizioni neurologiche gravi e invalidanti, la cui diagnosi si basa su segni clinici di inconsistenza e incongruenza. Alcuni studi suggeriscono che la Prepulse Inhibition (PPI) e i Controlli Inibitori Nocicettivi Diffusi (DNIC), attivati dalla Modulazione Condizionata del Dolore (CPM), siano alterati nei pazienti con FMD; tuttavia, non esistono ancora biomarcatori diagnostici definiti per la diagnosi di questi disturbi. Materiali e Metodi: sono stati reclutati 16 pazienti con FMD e 32 soggetti di controllo (SC). Lo studio aveva due obiettivi: il primo era valutare l'effetto della PPI sulle aree delle risposte R2 e R2c, ottenute coi Blink Reflex, rispetto ai valori di Baseline (BL); il secondo era valutare l’effetto del DNIC, attivato dal protocollo CPM, confrontando l’ampiezza del complesso N2P2, registrato coi Potenziali Evocati Laser (LEP) a seguito di stimolazione laser (Nd:YAP) di mano (AS) e piede (AI) destri, in tre condizioni: Baseline (BL), durante stimolazione nocicettiva condizionante (HNCS) e 15 minuti dopo HNCS (post-HNCS). Il dolore è stato valutato dai partecipanti con la scala NRS (0-10). Risultati: l'analisi dei dati del gruppo di SC ha mostrato differenze statisticamente significative tra le condizioni BL e PPI per le aree di R2 e R2c (ANOVA a misure ripetute condizione*gruppo rispettivamente F=9,431, p=0,004 e F=9,755, p=0,003), confermate dall'analisi post-hoc (Bonferroni p<0,05). Nei pazienti con FMD non sono emerse differenze significative tra le condizioni (p>0,05). L’analisi dell’ampiezza dei complessi N2P2, registrati a seguito di stimolazione dell’AS e dell’AI nel gruppo di SC, ha evidenziato differenze statisticamente significative tra le condizioni BL, HNCS e post-HNCS (ANOVA a misure ripetute, rispettivamente F=20,077, p<0,0001 e F=4,649, p=0,012), confermate dall'analisi post-hoc (Bonferroni p<0,05). Nei pazienti con FMD, sono state riscontrate differenze statisticamente significative tra le tre condizioni per stimolazione dell’AS (ANOVA a misure ripetute, F=20,077, p<0,001), confermate dall'analisi post-hoc (Bonferroni p<0,05). Invece, non sono emerse differenze significative tra le tre condizioni per stimolazione dell’AI (p>0,05). Discussione: i risultati suggeriscono che la PPI potrebbe rappresentare un marker di disfunzione della regolazione sensoriale, poiché nei pazienti con FMD è stata osservata una ridotta capacità di filtrare gli stimoli sensoriali irrilevanti. Inoltre, lo studio del pathway nocicettivo discendente ha mostrato differenze significative tra i pazienti con FMD e i soggetti di controllo solo a seguito dell’applicazione del CPM all’AI. Questi risultati sono parzialmente coerenti con uno studio precedente che ha osservato una via ascendente normale nei pazienti con FMD, ma una ridotta risposta al CPM, suggerendo una compromissione del controllo inibitorio del dolore discendente. Un campione più ampio di pazienti con FMD potrebbe confermare tali risultati. Conclusioni: la PPI e il CMP potrebbero essere strumenti utili di supporto per la diagnosi dei Disturbi Motori Funzionali.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Temporin_Claudia.PDF_A.pdf
accesso aperto
Dimensione
3.54 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.54 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License
https://hdl.handle.net/20.500.12608/75732