La risonanza magnetica funzionale a riposo è una tecnica di imaging avanzato che permette l’identificazione dei resting-state networks: reti neurali di connettività funzionale che regolano numerose attività cerebrali. La resting-state fMRI permette l’individuazione del Default Mode Network: rete di connettività funzionale presente in ogni essere umano e che sta alla base di complesse funzioni primarie dell’encefalo come la memoria autobiografica, l’autoconsapevolezza e la riflessione interna. L’obiettivo di questo progetto di ricerca è l’identificazione del Default Mode Network attraverso diverse strategie di preprocessing dei dati nel singolo paziente, con questo scopo sono state acquisite immagini rs-fMRI di 15 pazienti sani presso l’Azienda Ospedale dell’Università degli Studi di Padova nell’ U.O.C. di Neuroradiologia avente macchinario di risonanza magnetica Philips 3 Tesla. Le immagini ottenute sono state preprocessate attraverso 3 fasi progressive: la prima fase determinata dalla correzione del movimento e smoothing spaziale, la seconda dall’applicazione del filtro passa-banda e regressione dei paramentri di movimento, la terza dalla rimozione del segnale medio della materia bianca e dei ventricoli laterali. Successivamente, il DMN è stato individuato attraverso un’analisi delle componenti indipendenti (ICA). I risultati ottenuti sono stati confrontati attraverso un valore di z-scoring che stima da un punto di vista quantitativo il valore della connettività funzionale del DMN, ottenendo rilevanti risultati sia alla fine del terzo metodo progressivo ossia la fase 3 che dopo l’analisi delle componenti indipendenti (ICA) ove quest’ultima ha mostrato dei valori di z-score più alti e una migliore identificazione. In conclusione è avvenuta l’identificazione del DMN correttamente e in maniera statisticamente significativa nei singoli pazienti, attraverso l’utilizzo di un protocollo di acquisizione adeguato e di tecniche di preprocessing avanzate, ponendo le prime basi per un futuro utilizzo del DMN come biomarker.
Identificazione del Default Mode Network in resting state fMRI tramite differenti tecniche di preprocessing
FAVRIN, ANDREA
2023/2024
Abstract
La risonanza magnetica funzionale a riposo è una tecnica di imaging avanzato che permette l’identificazione dei resting-state networks: reti neurali di connettività funzionale che regolano numerose attività cerebrali. La resting-state fMRI permette l’individuazione del Default Mode Network: rete di connettività funzionale presente in ogni essere umano e che sta alla base di complesse funzioni primarie dell’encefalo come la memoria autobiografica, l’autoconsapevolezza e la riflessione interna. L’obiettivo di questo progetto di ricerca è l’identificazione del Default Mode Network attraverso diverse strategie di preprocessing dei dati nel singolo paziente, con questo scopo sono state acquisite immagini rs-fMRI di 15 pazienti sani presso l’Azienda Ospedale dell’Università degli Studi di Padova nell’ U.O.C. di Neuroradiologia avente macchinario di risonanza magnetica Philips 3 Tesla. Le immagini ottenute sono state preprocessate attraverso 3 fasi progressive: la prima fase determinata dalla correzione del movimento e smoothing spaziale, la seconda dall’applicazione del filtro passa-banda e regressione dei paramentri di movimento, la terza dalla rimozione del segnale medio della materia bianca e dei ventricoli laterali. Successivamente, il DMN è stato individuato attraverso un’analisi delle componenti indipendenti (ICA). I risultati ottenuti sono stati confrontati attraverso un valore di z-scoring che stima da un punto di vista quantitativo il valore della connettività funzionale del DMN, ottenendo rilevanti risultati sia alla fine del terzo metodo progressivo ossia la fase 3 che dopo l’analisi delle componenti indipendenti (ICA) ove quest’ultima ha mostrato dei valori di z-score più alti e una migliore identificazione. In conclusione è avvenuta l’identificazione del DMN correttamente e in maniera statisticamente significativa nei singoli pazienti, attraverso l’utilizzo di un protocollo di acquisizione adeguato e di tecniche di preprocessing avanzate, ponendo le prime basi per un futuro utilizzo del DMN come biomarker.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/75783