PROBLEMA La gestione di una stomia comporta profondi cambiamenti nella vita dei pazienti, sia dal punto di vista fisico che psicologico e sociale. Oltre alla gestione quotidiana della sacca di raccolta e alla prevenzione delle complicazioni cutanee, i pazienti affrontano sfide legate all'immagine corporea, alla vita relazionale e all'autostima. Il problema principale è che la stomia può compromettere la qualità della vita, generando sensazioni di vergogna e limitando la libertà di movimento. In questo contesto, il ruolo degli infermieri stomaterapisti diventa cruciale per migliorare l'adattamento e la qualità di vita dei pazienti. OBIETTIVO L’obiettivo di questo studio osservazionale è valutare la qualità di vita dei pazienti portatori di stomia. In particolare, si intende analizzare in che modo la stomia influisca su vari aspetti della vita quotidiana, come la percezione del proprio corpo, le relazioni sociali e familiari, la sessualità e l’autostima. Lo scopo è individuare le eventuali aree critiche in cui il supporto, in particolare quello degli infermieri stomaterapisti, può fare la differenza nel miglioramento del benessere complessivo. MATERIALI E METODI Per l’indagine è stato utilizzato uno studio conoscitivo di tipo osservazionale. È stato impiegato il questionario validato “Stoma QoL” per valutare la qualità di vita di 17 pazienti seguiti presso l’ambulatorio di stomaterapia dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre tra luglio e agosto 2024. I pazienti, di età compresa tra 25 e 85 anni, presentavano stomie intestinali o urinarie da meno di un anno a più di cinque anni. Il questionario, composto da 20 domande, ha misurato diversi aspetti della vita quotidiana, attribuendo un punteggio compreso tra 20 (peggiore qualità di vita) e 80 (migliore qualità di vita). I dati sono stati analizzati mediante Excel con analisi descrittiva. RISULTATI Dai 17 questionari analizzati, il 47% dei pazienti ha riportato una buona qualità di vita, il 24% un’ottima qualità, il 23% una qualità discreta e il 6% una pessima qualità. I pazienti con colostomia hanno riportato una qualità di vita migliore rispetto a quelli con ileostomia e urostomia, mentre quelli con stomia da meno di un anno hanno manifestato maggiori difficoltà di adattamento. Problemi frequenti includono: la paura di perdite (7 pazienti), il disagio legato all’odore (11 pazienti) e preoccupazioni per l'intimità (9 pazienti). Tuttavia, il supporto stomaterapico sembra favorire un miglior adattamento a lungo termine, con un impatto positivo sulle relazioni sociali e familiari. CONCLUSIONI Nonostante le difficoltà iniziali, molti pazienti con stomia riescono a mantenere una buona qualità di vita, grazie anche al supporto offerto dagli stomaterapisti. L'educazione continua e il sostegno psicologico si sono dimostrati fondamentali per migliorare l’adattamento e ridurre l’impatto negativo della stomia. Tuttavia, lo studio presenta alcune limitazioni. Il campione esaminato era ridotto (17 pazienti), inoltre la fascia d’età dei partecipanti era tendenzialmente elevata, fattori che potrebbero aver influenzato i risultati.
Vivere con la stomia: uno studio osservazionale sulla qualità di vita del paziente stomizzato
MUNER, BEATRICE
2023/2024
Abstract
PROBLEMA La gestione di una stomia comporta profondi cambiamenti nella vita dei pazienti, sia dal punto di vista fisico che psicologico e sociale. Oltre alla gestione quotidiana della sacca di raccolta e alla prevenzione delle complicazioni cutanee, i pazienti affrontano sfide legate all'immagine corporea, alla vita relazionale e all'autostima. Il problema principale è che la stomia può compromettere la qualità della vita, generando sensazioni di vergogna e limitando la libertà di movimento. In questo contesto, il ruolo degli infermieri stomaterapisti diventa cruciale per migliorare l'adattamento e la qualità di vita dei pazienti. OBIETTIVO L’obiettivo di questo studio osservazionale è valutare la qualità di vita dei pazienti portatori di stomia. In particolare, si intende analizzare in che modo la stomia influisca su vari aspetti della vita quotidiana, come la percezione del proprio corpo, le relazioni sociali e familiari, la sessualità e l’autostima. Lo scopo è individuare le eventuali aree critiche in cui il supporto, in particolare quello degli infermieri stomaterapisti, può fare la differenza nel miglioramento del benessere complessivo. MATERIALI E METODI Per l’indagine è stato utilizzato uno studio conoscitivo di tipo osservazionale. È stato impiegato il questionario validato “Stoma QoL” per valutare la qualità di vita di 17 pazienti seguiti presso l’ambulatorio di stomaterapia dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre tra luglio e agosto 2024. I pazienti, di età compresa tra 25 e 85 anni, presentavano stomie intestinali o urinarie da meno di un anno a più di cinque anni. Il questionario, composto da 20 domande, ha misurato diversi aspetti della vita quotidiana, attribuendo un punteggio compreso tra 20 (peggiore qualità di vita) e 80 (migliore qualità di vita). I dati sono stati analizzati mediante Excel con analisi descrittiva. RISULTATI Dai 17 questionari analizzati, il 47% dei pazienti ha riportato una buona qualità di vita, il 24% un’ottima qualità, il 23% una qualità discreta e il 6% una pessima qualità. I pazienti con colostomia hanno riportato una qualità di vita migliore rispetto a quelli con ileostomia e urostomia, mentre quelli con stomia da meno di un anno hanno manifestato maggiori difficoltà di adattamento. Problemi frequenti includono: la paura di perdite (7 pazienti), il disagio legato all’odore (11 pazienti) e preoccupazioni per l'intimità (9 pazienti). Tuttavia, il supporto stomaterapico sembra favorire un miglior adattamento a lungo termine, con un impatto positivo sulle relazioni sociali e familiari. CONCLUSIONI Nonostante le difficoltà iniziali, molti pazienti con stomia riescono a mantenere una buona qualità di vita, grazie anche al supporto offerto dagli stomaterapisti. L'educazione continua e il sostegno psicologico si sono dimostrati fondamentali per migliorare l’adattamento e ridurre l’impatto negativo della stomia. Tuttavia, lo studio presenta alcune limitazioni. Il campione esaminato era ridotto (17 pazienti), inoltre la fascia d’età dei partecipanti era tendenzialmente elevata, fattori che potrebbero aver influenzato i risultati.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/75824