INTRODUZIONE: La gestione del dolore nei pazienti critici non comunicanti rappresenta una delle sfide più complesse in terapia intensiva. Di fatto questa categoria di utenti è incapace di comunicare verbalmente a causa dell’intubazione tracheale, della sedazione o per via di compromissioni neurologiche, rendendo le classiche scale di valutazione del dolore, verbale o numerica, inefficaci, portando a sottovalutazioni da parte degli operatori sanitari, aumentando il rischio di gravi complicanze, compromettendo ulteriormente la condizione clinica del paziente, prolungando il ricovero e peggiorando gli esiti clinici. OBIETTIVO: Questo studio propone obiettivi necessari a migliorare le strategie di valutazione e gestione del dolore nei pazienti non comunicanti in setting intensivi, esaminare il ruolo dell'infermiere nella valutazione e gestione del dolore, indagare l'integrazione di interventi farmacologici e non farmacologici, analizzare le variabili che influenzano l'accuratezza degli strumenti di valutazione ed esplorare l’adeguatezza culturale degli strumenti di valutazione METODI: La metodologia adottata consiste in una revisione della letteratura. La ricerca è stata condotta su PubMed. I criteri di inclusione erano: studi pubblicati tra il 2005 e il 2024 che riguardassero la popolazione dei pazienti critici non comunicanti nei setting di terapia intensiva, studi che esplorano il ruolo degli infermieri nella gestione del dolore, escludendo quelli che non forniscono dati adeguati sulla validità degli strumenti o sulle strategie di gestione del dolore. RISULTATI: I risultati della revisione evidenziano come il dolore nei pazienti critici non comunicanti sia frequentemente sottovalutato, portando a una gestione inefficace del dolore. Dalla ricerca bibliografica abbiamo ottenuto 20 articoli che trattano l’argomento della valutazione la gestione del dolore. Gli strumenti più frequentemente utilizzati e raccomandati nella letteratura sono la Critical-Care Pain Observation Tool (CPOT) e la Behavioral Pain Scale (BPS). Questi strumenti sono ampiamente validati nella pratica clinica, ma la loro corretta applicazione dipende fortemente dalla formazione degli operatori sanitari, che devono essere in grado di riconoscere e interpretare adeguatamente i segni di dolore nei pazienti non comunicanti. I trattamenti multimodali, che combinano analgesici, sedativi e tecniche non farmacologiche come il rilassamento, si sono dimostrati particolarmente efficaci nel migliorare gli esiti clinici e nel garantire un controllo più efficace del dolore. CONCLUSIONI: La gestione del dolore nei pazienti critici non comunicanti richiede un approccio integrato e multidisciplinare, basato sull’utilizzo di strumenti di valutazione validati come la CPOT e la BPS. Una delle principali sfide emerse riguarda la necessità di garantire un’adeguata formazione continua degli operatori sanitari per assicurare l’applicazione corretta di questi strumenti. Inoltre, l’adozione di protocolli standardizzati e strategie multimodali di trattamento appare fondamentale per migliorare gli esiti clinici, ridurre le complicanze legate alla sottovalutazione del dolore e garantire una migliore qualità della vita per i pazienti critici non comunicanti. Le raccomandazioni emerse da questo studio sottolineano l'importanza di strumenti di valutazione del dolore standardizzati, che consentono di affrontare in maniera efficace le complesse sfide cliniche legate a questa popolazione di pazienti. PAROLE CHIAVE: Dolore (Pain), Pazienti Critici (Critically ill patients), Pazienti non comunicanti (non-communicative patients), Valutazione del Dolore (Pain assessment), Gestione del dolore (Pain management) CPOT, BPS, Terapia Intensiva (Intensive care Unit).

Ascoltare il Silenzio: Gestione del Dolore nel Paziente Critico Non Comunicante

CAPUTO, GABRIELE
2023/2024

Abstract

INTRODUZIONE: La gestione del dolore nei pazienti critici non comunicanti rappresenta una delle sfide più complesse in terapia intensiva. Di fatto questa categoria di utenti è incapace di comunicare verbalmente a causa dell’intubazione tracheale, della sedazione o per via di compromissioni neurologiche, rendendo le classiche scale di valutazione del dolore, verbale o numerica, inefficaci, portando a sottovalutazioni da parte degli operatori sanitari, aumentando il rischio di gravi complicanze, compromettendo ulteriormente la condizione clinica del paziente, prolungando il ricovero e peggiorando gli esiti clinici. OBIETTIVO: Questo studio propone obiettivi necessari a migliorare le strategie di valutazione e gestione del dolore nei pazienti non comunicanti in setting intensivi, esaminare il ruolo dell'infermiere nella valutazione e gestione del dolore, indagare l'integrazione di interventi farmacologici e non farmacologici, analizzare le variabili che influenzano l'accuratezza degli strumenti di valutazione ed esplorare l’adeguatezza culturale degli strumenti di valutazione METODI: La metodologia adottata consiste in una revisione della letteratura. La ricerca è stata condotta su PubMed. I criteri di inclusione erano: studi pubblicati tra il 2005 e il 2024 che riguardassero la popolazione dei pazienti critici non comunicanti nei setting di terapia intensiva, studi che esplorano il ruolo degli infermieri nella gestione del dolore, escludendo quelli che non forniscono dati adeguati sulla validità degli strumenti o sulle strategie di gestione del dolore. RISULTATI: I risultati della revisione evidenziano come il dolore nei pazienti critici non comunicanti sia frequentemente sottovalutato, portando a una gestione inefficace del dolore. Dalla ricerca bibliografica abbiamo ottenuto 20 articoli che trattano l’argomento della valutazione la gestione del dolore. Gli strumenti più frequentemente utilizzati e raccomandati nella letteratura sono la Critical-Care Pain Observation Tool (CPOT) e la Behavioral Pain Scale (BPS). Questi strumenti sono ampiamente validati nella pratica clinica, ma la loro corretta applicazione dipende fortemente dalla formazione degli operatori sanitari, che devono essere in grado di riconoscere e interpretare adeguatamente i segni di dolore nei pazienti non comunicanti. I trattamenti multimodali, che combinano analgesici, sedativi e tecniche non farmacologiche come il rilassamento, si sono dimostrati particolarmente efficaci nel migliorare gli esiti clinici e nel garantire un controllo più efficace del dolore. CONCLUSIONI: La gestione del dolore nei pazienti critici non comunicanti richiede un approccio integrato e multidisciplinare, basato sull’utilizzo di strumenti di valutazione validati come la CPOT e la BPS. Una delle principali sfide emerse riguarda la necessità di garantire un’adeguata formazione continua degli operatori sanitari per assicurare l’applicazione corretta di questi strumenti. Inoltre, l’adozione di protocolli standardizzati e strategie multimodali di trattamento appare fondamentale per migliorare gli esiti clinici, ridurre le complicanze legate alla sottovalutazione del dolore e garantire una migliore qualità della vita per i pazienti critici non comunicanti. Le raccomandazioni emerse da questo studio sottolineano l'importanza di strumenti di valutazione del dolore standardizzati, che consentono di affrontare in maniera efficace le complesse sfide cliniche legate a questa popolazione di pazienti. PAROLE CHIAVE: Dolore (Pain), Pazienti Critici (Critically ill patients), Pazienti non comunicanti (non-communicative patients), Valutazione del Dolore (Pain assessment), Gestione del dolore (Pain management) CPOT, BPS, Terapia Intensiva (Intensive care Unit).
2023
Listening to Silence: Pain Management in Non-Communicative Critical Patients
Pain Management
Critical care
Non-communicative
Intensive care unit
Clinical guidelines
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/75834