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Background: L’allattamento al seno è fondamentale per la salute materno-infantile, in quanto, offre numerosi benefici sia per la madre che per il bambino. Tuttavia, in presenza di una diagnosi tumorale, come ad esempio il PABC (carcinoma mammario associato alla gravidanza), le incertezze e preoccupazioni possono aumentare, ponendo interrogativi circa la possibilità e sicurezza di questa pratica. Obiettivo: Il fine di questo studio è quello di rispondere a due quesiti fondamentali: il primo se le donne con carcinoma mammario possano continuare ad allattare, sia nel periodo che precede l’inizio del trattamento farmacologico con agenti antineoplastici, sia durante il trattamento stesso. Il secondo quesito riguarda il comprendere le motivazioni che guidano e portano i professionisti della salute nelle loro decisioni riguardo a questa pratica. Materiali e metodi: Per il presente studio è stata condotta una revisione della letteratura attraverso la consultazione di diversi database scientifici (Pubmed, Elsevier, Scopus e Cinahl) e portali web appartenenti ad associazioni ed enti ampiamente riconosciuti a livello nazionale e internazionale. Risultati: La ricerca ha prodotto un limitato numero di risultati. Sono stati raccolti e analizzati un totale di 14 articoli scientifici e 15 portali web. Discussione e conclusione: L’allattamento, durante la diagnosi di tumore al seno, non è pericoloso, poiché non ci sono evidenze che dimostrino il passaggio di cellule tumorali attraverso il latte materno. La sicurezza dell’allattamento è generalmente confermata dopo interventi chirurgici e radioterapia, ma ci possono essere delle limitazioni come l’impossibilità o la difficoltà ad allattare dal lato del seno interessato, per le caratteristiche proprie del trattamento. Per quanto riguarda l’approccio sistemico, in particolare l’utilizzo di agenti chemioterapici, l’opinione risulta essere divisa. Da un lato abbiamo esperti che non raccomandano l’allattamento al seno, per via preventiva, viste le conoscenze limitate e la pericolosità dei farmaci utilizzati, dettata da poche casistiche rilevabili. Dall’altro lato, invece, abbiamo chi afferma la sua possibilità. È necessario eliminare il latte materno estratto, a partire dall’inizio di ogni ciclo chemioterapico, per un determinato periodo di tempo, affinché le concentrazioni di tali sostanze si abbassino e diventino non rilevanti. Occorre, comunque, prestare molta cautela vista la poca conoscenza dei possibili effetti che queste ultime possono generare nel neonato. Per terapie endocrine, immunologiche e terapie target, invece, si sconsiglia l’allattamento a causa della mancanza di dati. Viene, infatti, sottolineata l’importanza di fare ricerca e condurre ulteriori studi sulla tematica trattata per riuscire a formulare conclusioni maggiormente precise e sicure, necessarie al team multidisciplinare, per prendere scelte consapevoli e adeguate alle casistiche presenti e per aiutare le stesse pazienti, fornendo loro il supporto e il sostegno necessario. Parole chiave: Allattamento al seno, Latte materno, Tumore al seno, Carcinoma mammario, Farmacocinetica, Chemioterapia, Neonato. Key words: Breast-feeding, Lactation, Human milk, Breast cancer, Pharmacokinetics, Chemotherapy, Infant, Newborn.

Nutrire due vite: l'allattamento al seno tra le pazienti oncologiche affette da carcinoma mammario. Una revisione della letteratura.

FAVARETTO, FEDERICO
2023/2024

Abstract

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2023
Nourishing two lives: breastfeeding among oncology patients with breast cancer. A literature review.
Background: L’allattamento al seno è fondamentale per la salute materno-infantile, in quanto, offre numerosi benefici sia per la madre che per il bambino. Tuttavia, in presenza di una diagnosi tumorale, come ad esempio il PABC (carcinoma mammario associato alla gravidanza), le incertezze e preoccupazioni possono aumentare, ponendo interrogativi circa la possibilità e sicurezza di questa pratica. Obiettivo: Il fine di questo studio è quello di rispondere a due quesiti fondamentali: il primo se le donne con carcinoma mammario possano continuare ad allattare, sia nel periodo che precede l’inizio del trattamento farmacologico con agenti antineoplastici, sia durante il trattamento stesso. Il secondo quesito riguarda il comprendere le motivazioni che guidano e portano i professionisti della salute nelle loro decisioni riguardo a questa pratica. Materiali e metodi: Per il presente studio è stata condotta una revisione della letteratura attraverso la consultazione di diversi database scientifici (Pubmed, Elsevier, Scopus e Cinahl) e portali web appartenenti ad associazioni ed enti ampiamente riconosciuti a livello nazionale e internazionale. Risultati: La ricerca ha prodotto un limitato numero di risultati. Sono stati raccolti e analizzati un totale di 14 articoli scientifici e 15 portali web. Discussione e conclusione: L’allattamento, durante la diagnosi di tumore al seno, non è pericoloso, poiché non ci sono evidenze che dimostrino il passaggio di cellule tumorali attraverso il latte materno. La sicurezza dell’allattamento è generalmente confermata dopo interventi chirurgici e radioterapia, ma ci possono essere delle limitazioni come l’impossibilità o la difficoltà ad allattare dal lato del seno interessato, per le caratteristiche proprie del trattamento. Per quanto riguarda l’approccio sistemico, in particolare l’utilizzo di agenti chemioterapici, l’opinione risulta essere divisa. Da un lato abbiamo esperti che non raccomandano l’allattamento al seno, per via preventiva, viste le conoscenze limitate e la pericolosità dei farmaci utilizzati, dettata da poche casistiche rilevabili. Dall’altro lato, invece, abbiamo chi afferma la sua possibilità. È necessario eliminare il latte materno estratto, a partire dall’inizio di ogni ciclo chemioterapico, per un determinato periodo di tempo, affinché le concentrazioni di tali sostanze si abbassino e diventino non rilevanti. Occorre, comunque, prestare molta cautela vista la poca conoscenza dei possibili effetti che queste ultime possono generare nel neonato. Per terapie endocrine, immunologiche e terapie target, invece, si sconsiglia l’allattamento a causa della mancanza di dati. Viene, infatti, sottolineata l’importanza di fare ricerca e condurre ulteriori studi sulla tematica trattata per riuscire a formulare conclusioni maggiormente precise e sicure, necessarie al team multidisciplinare, per prendere scelte consapevoli e adeguate alle casistiche presenti e per aiutare le stesse pazienti, fornendo loro il supporto e il sostegno necessario. Parole chiave: Allattamento al seno, Latte materno, Tumore al seno, Carcinoma mammario, Farmacocinetica, Chemioterapia, Neonato. Key words: Breast-feeding, Lactation, Human milk, Breast cancer, Pharmacokinetics, Chemotherapy, Infant, Newborn.
Allattamento al seno
Carcinoma mammario
Paziente oncologico
Latte materno
Chemioterapia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/75971