Background. Ogni intervento medico richiede il consenso del paziente. Tuttavia, in caso di trattamento in emergenza, la capacità del paziente di comprendere e acconsentire o rifiutare un intervento può essere compromessa. In queste situazioni può essere vantaggioso per i pazienti, i loro parenti e gli operatori sanitari avere accesso alla documentazione prestabilita sulle convinzioni e sui desideri del paziente per guidare il trattamento. In Italia è possibile decidere in anticipo a quali trattamenti sanitari sottoporsi o meno, grazie alla legge 219/2017 sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT). Questa documentazione, disponibile al momento della presentazione al pronto soccorso, potrebbe preservare l'autonomia della persona una volta persa la capacità decisionale, ridurre l'insorgenza di procedure non in linea con i desideri del paziente e garantire una distribuzione delle risorse più efficiente. Obiettivo. L’obiettivo di questa tesi è quello di riportare, indagare e descrivere le principali difficoltà e criticità che l’infermiere si trova ad affrontare nell’assistenza al paziente, in ambito di pronto soccorso, rispetto all’espressione o meno delle DAT, nonché di identificare eventuali strategie per farvi fronte. Materiali e Metodi. Per rispondere al quesito di ricerca è stata svolta una revisione della letteratura, consultando le banche dati: “Pubmed”, “Cochrane Library”, “Cinhal”, “Google Scholar” nel periodo tra giugno e ottobre 2024. Risultati. Dall’analisi degli studi, sono emerse criticità inerenti la riluttanza ad affrontare decisioni preventive riguardo la malattia o la propria morte, in assenza di DAT i professionisti e i familiari possono presumere desideri di fine vita non in linea con i valori della persona assistita, determinando talvolta situazioni di accanimento terapeutico e di moral distress per il personale sanitario. Un’ulteriore ostacolo per verificare l’esistenza o meno delle DAT è dato dalla non unificazione dei programmi informatici. Tra le strategie proposte dagli studi: campagne di sensibilizzazione gestite da infermieri, maggiore formazione e interazione dei professionisti e la gestione delle DAT a livello centrale su una piattaforma tecnologica rapidamente consultabile. Conclusioni. A tutela del paziente, rispettando il diritto all'autonomia di decisione, occorre implementare alcuni interventi proposti, ma soprattutto studiare maggiormente il fenomeno, sia dal punto di vista del paziente che dei professionisti. Keywords. Advance directive, emergency room, nurse, end of life care.
Le Disposizioni Anticipate di Trattamento e l'infermiere in Pronto Soccorso. Una revisione della letteratura
LEONORI, ALESSIA
2023/2024
Abstract
Background. Ogni intervento medico richiede il consenso del paziente. Tuttavia, in caso di trattamento in emergenza, la capacità del paziente di comprendere e acconsentire o rifiutare un intervento può essere compromessa. In queste situazioni può essere vantaggioso per i pazienti, i loro parenti e gli operatori sanitari avere accesso alla documentazione prestabilita sulle convinzioni e sui desideri del paziente per guidare il trattamento. In Italia è possibile decidere in anticipo a quali trattamenti sanitari sottoporsi o meno, grazie alla legge 219/2017 sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT). Questa documentazione, disponibile al momento della presentazione al pronto soccorso, potrebbe preservare l'autonomia della persona una volta persa la capacità decisionale, ridurre l'insorgenza di procedure non in linea con i desideri del paziente e garantire una distribuzione delle risorse più efficiente. Obiettivo. L’obiettivo di questa tesi è quello di riportare, indagare e descrivere le principali difficoltà e criticità che l’infermiere si trova ad affrontare nell’assistenza al paziente, in ambito di pronto soccorso, rispetto all’espressione o meno delle DAT, nonché di identificare eventuali strategie per farvi fronte. Materiali e Metodi. Per rispondere al quesito di ricerca è stata svolta una revisione della letteratura, consultando le banche dati: “Pubmed”, “Cochrane Library”, “Cinhal”, “Google Scholar” nel periodo tra giugno e ottobre 2024. Risultati. Dall’analisi degli studi, sono emerse criticità inerenti la riluttanza ad affrontare decisioni preventive riguardo la malattia o la propria morte, in assenza di DAT i professionisti e i familiari possono presumere desideri di fine vita non in linea con i valori della persona assistita, determinando talvolta situazioni di accanimento terapeutico e di moral distress per il personale sanitario. Un’ulteriore ostacolo per verificare l’esistenza o meno delle DAT è dato dalla non unificazione dei programmi informatici. Tra le strategie proposte dagli studi: campagne di sensibilizzazione gestite da infermieri, maggiore formazione e interazione dei professionisti e la gestione delle DAT a livello centrale su una piattaforma tecnologica rapidamente consultabile. Conclusioni. A tutela del paziente, rispettando il diritto all'autonomia di decisione, occorre implementare alcuni interventi proposti, ma soprattutto studiare maggiormente il fenomeno, sia dal punto di vista del paziente che dei professionisti. Keywords. Advance directive, emergency room, nurse, end of life care.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/76003