PROBLEMA: Il ricovero di un neonato in Terapia Intensiva Neonatale (TIN) rappresenta un'esperienza estremamente stressante per i genitori in quanto li espone ad un rischio significativo di sviluppare il Disturbo da Stress Post Traumatico (PTSD). Questa problematica è particolarmente rilevante poiché incide sulla salute mentale dei genitori e può compromettere il legame con il neonato, portando a una minore sensibilità e ad un attaccamento meno sicuro. Le stime variano, ma circa il 15-53% dei genitori può manifestare sintomi di PTSD. Considerando l’impatto del ricovero in TIN sul benessere psicologico ed emotivo dei genitori e sulla capacità di prendersi cura del neonato, si dimostra necessario intervenire precocemente per prevenire lo sviluppo del PTSD. SCOPO: L’obiettivo primario di questo studio è quello di individuare, descrivere ed analizzare gli interventi messi in atto dagli infermieri per prevenire il PTSD nei genitori di neonati ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale. L’obiettivo secondario è quello di individuare i fattori di rischio che facilitano l’insorgenza di questo disturbo. CAMPIONE: Genitori di neonati ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale con una degenza superiore a 24 ore. MATERIALI E METODI: Revisione di letteratura. Sono state consultate le banche dati MEDLINE (interfaccia PubMed), CINAHL e Scopus da febbraio a settembre 2024 utilizzando termini liberi e MeSH Terms, limitando la ricerca a una retroattività di 5 anni e disponibilità in full-text. RISULTATI: 11 articoli hanno soddisfatto i criteri di inclusione. Dal confronto degli studi selezionati è emerso che gli interventi di prevenzione del PTSD includono l’applicazione della Family Centred Care, sostegno e comprensione continuativi durante tutta la degenza, comunicazione empatica, coinvolgimento precoce dei genitori nella cura del neonato e la facilitazione dello sviluppo del legame tra i genitori e il neonato. Gli interventi potrebbero essere applicati a tutti i genitori di neonati in TIN; inoltre, per quanto riguarda il timing, potrebbero iniziare immediatamente dopo la nascita del neonato (e successivo ricovero in TIN) e proseguire per un periodo di 2-4 settimane. CONCLUSIONI: Il PTSD è una problematica complessa che richiede un approccio orientato alla personalizzazione e umanizzazione delle cure. Gli infermieri, come primi punti di contatto per i genitori, giocano un ruolo cruciale nel riconoscere tempestivamente i segnali di stress e offrire interventi mirati. Questo approccio sottolinea l'importanza del benessere psicologico dei genitori e del contesto ambientale. Risulta necessario promuovere e integrare queste strategie nei protocolli operativi standard in TIN, aumentare la consapevolezza nel personale e individuare/strutturare strumenti di valutazione per rilevare il problema. Un infermiere in TIN dovrebbe possedere non solo competenze tecniche, ma anche relazionali. “Il tempo di relazione è tempo di cura”.
Sostenere i genitori in Terapia Intensiva Neonatale: strategie infermieristiche per prevenire il Disturbo da Stress Post-Traumatico. Una revisione della letteratura.
NAZZARO, LOREDANA
2023/2024
Abstract
PROBLEMA: Il ricovero di un neonato in Terapia Intensiva Neonatale (TIN) rappresenta un'esperienza estremamente stressante per i genitori in quanto li espone ad un rischio significativo di sviluppare il Disturbo da Stress Post Traumatico (PTSD). Questa problematica è particolarmente rilevante poiché incide sulla salute mentale dei genitori e può compromettere il legame con il neonato, portando a una minore sensibilità e ad un attaccamento meno sicuro. Le stime variano, ma circa il 15-53% dei genitori può manifestare sintomi di PTSD. Considerando l’impatto del ricovero in TIN sul benessere psicologico ed emotivo dei genitori e sulla capacità di prendersi cura del neonato, si dimostra necessario intervenire precocemente per prevenire lo sviluppo del PTSD. SCOPO: L’obiettivo primario di questo studio è quello di individuare, descrivere ed analizzare gli interventi messi in atto dagli infermieri per prevenire il PTSD nei genitori di neonati ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale. L’obiettivo secondario è quello di individuare i fattori di rischio che facilitano l’insorgenza di questo disturbo. CAMPIONE: Genitori di neonati ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale con una degenza superiore a 24 ore. MATERIALI E METODI: Revisione di letteratura. Sono state consultate le banche dati MEDLINE (interfaccia PubMed), CINAHL e Scopus da febbraio a settembre 2024 utilizzando termini liberi e MeSH Terms, limitando la ricerca a una retroattività di 5 anni e disponibilità in full-text. RISULTATI: 11 articoli hanno soddisfatto i criteri di inclusione. Dal confronto degli studi selezionati è emerso che gli interventi di prevenzione del PTSD includono l’applicazione della Family Centred Care, sostegno e comprensione continuativi durante tutta la degenza, comunicazione empatica, coinvolgimento precoce dei genitori nella cura del neonato e la facilitazione dello sviluppo del legame tra i genitori e il neonato. Gli interventi potrebbero essere applicati a tutti i genitori di neonati in TIN; inoltre, per quanto riguarda il timing, potrebbero iniziare immediatamente dopo la nascita del neonato (e successivo ricovero in TIN) e proseguire per un periodo di 2-4 settimane. CONCLUSIONI: Il PTSD è una problematica complessa che richiede un approccio orientato alla personalizzazione e umanizzazione delle cure. Gli infermieri, come primi punti di contatto per i genitori, giocano un ruolo cruciale nel riconoscere tempestivamente i segnali di stress e offrire interventi mirati. Questo approccio sottolinea l'importanza del benessere psicologico dei genitori e del contesto ambientale. Risulta necessario promuovere e integrare queste strategie nei protocolli operativi standard in TIN, aumentare la consapevolezza nel personale e individuare/strutturare strumenti di valutazione per rilevare il problema. Un infermiere in TIN dovrebbe possedere non solo competenze tecniche, ma anche relazionali. “Il tempo di relazione è tempo di cura”.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/76042