Problema/background: Il termine Alarm Fatigue (“AF”) in letteratura viene associato alla sensazione di sentirsi sopraffatti e assuefatti a causa del suono continuo dei monitor e dal numero elevato di falsi allarmi. La frequenza, il rumore e il fastidio prodotti dagli allarmi possono provocare sovraccarico sensoriale e desensibilizzazione dei caregivers (Claudio et al., 2021) e del personale sanitario che lavora in reparti di emergenza, ambienti ad alta intensità in cui viene richiesto un alto e continuo livello di attenzione e vigilanza dei pazienti critici (Allan, 2018). Ad oggi, l’AF rappresenta un fenomeno rilevante che deve essere preso in considerazione per migliorare la qualità dell’assistenza ed eliminare i rischi ad esso associati. Obiettivo: indagare la percezione del discomfort lavorativo provocato dagli allarmi clinici (identificato con il termine di alarm fatigue) tra il personale infermieristico e medico operante nel contesto di pronto soccorso (PS) dell’Azienda Aulss 6 Euganea. Materiali e metodi: Campione dello studio sono infermieri e medici dei PS di Camposampiero, Cittadella, Piove di Sacco e Ospedali Riuniti Padova Sud (Azienda ULSS 6, Regione del Veneto). Somministrazione, tramite modulo google inviato al campione dello studio via mail, del questionario ‘Clinical Alarm Survey’ (Funk et al., 2014), proposto dalla Health Technology Foundation (HFT) (Casey et al., 2018) e adattato al contesto operativo specifico, che si compone di 3 macroaree: anagrafica, conoscenza e questionario, maggiori criticità delle pratiche riscontrate. Il questionario è stato somministrato in forma anonima e i dati sono stati trattati in maniera aggregata. La compilazione e l’invio del questionario corrisponde ad accettazione del trattamento dei dati personali. Risultati: è stata ottenuta una percentuale di risposta del 23.39% (tot approssimativo 170). La maggioranza del campione è costituita da infermieri (80%), la prevalenza è del genere femminile (72,5%), l’età media è di 39 anni, il 90% (36) sono turnisti e 92.5% (37) con orario di lavoro “Full Time”. La maggioranza ha frequentato un corso ACLS (95%) e non ha frequentato un corso di formazione sui monitor (80%). La maggioranza è d’accordo che i suoni dovrebbero differenziare la priorità degli allarmi, che i suoni dovrebbero essere distinti in base al parametro alterato o al tipo di dispositivo, che gli allarmi suonano di frequente e riducono la fiducia degli operatori negli allarmi e li inducono a spegnerli in modo inappropriato. L’ostacolo più importante per la gestione adeguata degli allarmi sono i frequenti falsi allarmi, seguiti dalla mancanza di formazione e l’eccessivo affidamento sugli allarmi per richiamare l’attenzione sui pazienti. Da questo studio non emergono correlazioni statisticamente significative. Conclusioni: La professione medica, rispetto alla professione infermieristica, sembra avere più familiarità con il termine e conoscenze sulle cause dell’alarm fatigue; tuttavia, solo infermieri dichiarano di sapere come prevenire questo fenomeno (25%). In molti dichiarano di non avere “difficoltà ad impostare gli allarmi”, di sentirsi capaci e sicuri nel modificare i range nel monitoraggio multiparametrico; tuttavia, riconoscono come un importante problema quello della mancanza di formazione sulla gestione degli allarmi. In questo studio emerge poca consapevolezza riguardo gli eventi avversi legati agli allarmi nella propria Unità Operativa.

Alarm fatigue: percezione del fenomeno da parte del personale medico e infermieristico nei Pronto Soccorso dell'Azienda ULSS 6 Euganea.

ROCCA, MICHELA
2023/2024

Abstract

Problema/background: Il termine Alarm Fatigue (“AF”) in letteratura viene associato alla sensazione di sentirsi sopraffatti e assuefatti a causa del suono continuo dei monitor e dal numero elevato di falsi allarmi. La frequenza, il rumore e il fastidio prodotti dagli allarmi possono provocare sovraccarico sensoriale e desensibilizzazione dei caregivers (Claudio et al., 2021) e del personale sanitario che lavora in reparti di emergenza, ambienti ad alta intensità in cui viene richiesto un alto e continuo livello di attenzione e vigilanza dei pazienti critici (Allan, 2018). Ad oggi, l’AF rappresenta un fenomeno rilevante che deve essere preso in considerazione per migliorare la qualità dell’assistenza ed eliminare i rischi ad esso associati. Obiettivo: indagare la percezione del discomfort lavorativo provocato dagli allarmi clinici (identificato con il termine di alarm fatigue) tra il personale infermieristico e medico operante nel contesto di pronto soccorso (PS) dell’Azienda Aulss 6 Euganea. Materiali e metodi: Campione dello studio sono infermieri e medici dei PS di Camposampiero, Cittadella, Piove di Sacco e Ospedali Riuniti Padova Sud (Azienda ULSS 6, Regione del Veneto). Somministrazione, tramite modulo google inviato al campione dello studio via mail, del questionario ‘Clinical Alarm Survey’ (Funk et al., 2014), proposto dalla Health Technology Foundation (HFT) (Casey et al., 2018) e adattato al contesto operativo specifico, che si compone di 3 macroaree: anagrafica, conoscenza e questionario, maggiori criticità delle pratiche riscontrate. Il questionario è stato somministrato in forma anonima e i dati sono stati trattati in maniera aggregata. La compilazione e l’invio del questionario corrisponde ad accettazione del trattamento dei dati personali. Risultati: è stata ottenuta una percentuale di risposta del 23.39% (tot approssimativo 170). La maggioranza del campione è costituita da infermieri (80%), la prevalenza è del genere femminile (72,5%), l’età media è di 39 anni, il 90% (36) sono turnisti e 92.5% (37) con orario di lavoro “Full Time”. La maggioranza ha frequentato un corso ACLS (95%) e non ha frequentato un corso di formazione sui monitor (80%). La maggioranza è d’accordo che i suoni dovrebbero differenziare la priorità degli allarmi, che i suoni dovrebbero essere distinti in base al parametro alterato o al tipo di dispositivo, che gli allarmi suonano di frequente e riducono la fiducia degli operatori negli allarmi e li inducono a spegnerli in modo inappropriato. L’ostacolo più importante per la gestione adeguata degli allarmi sono i frequenti falsi allarmi, seguiti dalla mancanza di formazione e l’eccessivo affidamento sugli allarmi per richiamare l’attenzione sui pazienti. Da questo studio non emergono correlazioni statisticamente significative. Conclusioni: La professione medica, rispetto alla professione infermieristica, sembra avere più familiarità con il termine e conoscenze sulle cause dell’alarm fatigue; tuttavia, solo infermieri dichiarano di sapere come prevenire questo fenomeno (25%). In molti dichiarano di non avere “difficoltà ad impostare gli allarmi”, di sentirsi capaci e sicuri nel modificare i range nel monitoraggio multiparametrico; tuttavia, riconoscono come un importante problema quello della mancanza di formazione sulla gestione degli allarmi. In questo studio emerge poca consapevolezza riguardo gli eventi avversi legati agli allarmi nella propria Unità Operativa.
2023
Alarm fatigue: perception of the phenomenon by medical and nursing staff in the emergency department of AULSS 6 Euganea.
alarm fatigue
alarm management
first aid
critical care staff
safety
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
rocca.michela.2049369.pdf

accesso aperto

Dimensione 1.33 MB
Formato Adobe PDF
1.33 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/76078