Introduzione: Il termine “agitazione psicomotoria” (AP) viene usato per riferirsi a una sottocategoria di delirio originariamente descritta in modo retrospettivo nella letteratura medico legale. Nel tempo, il concetto di AP si è fatto strada nell’ambito della medicina d'urgenza, psichiatrico, delle forze dell'ordine, e pre-ospedaliero. È stato generalmente utilizzato per descrivere un piccolo gruppo di pazienti con una serie di sintomi che ha eluso una prospettiva unificante di definizione clinica. L’analisi della letteratura rivela caratteristiche comuni tra i pazienti identificati post-mortem come affetti da AP. Più del 95% dei casi fatali pubblicati riguardano soggetti maschi, con un'età media di 36 anni, che si presentano con comportamenti iperaggressivi o bizzarri, tolleranti al dolore, combattivi, ipertermici e tachicardici. Tipicamente, vengono documentati scontri con le forze dell'ordine che coinvolgono la restrizione fisica o l’uso di elettro-dissuasori. La maggioranza di casi riguarda l'abuso di agenti stimolanti, più comunemente cocaina, anche se sono stati descritti l’abuso di metanfetamine, PCP e LSD [1]. I soggetti con patologie psichiatriche rappresentano il gruppo successivamente più rappresentato rispetto alla totalità dei soggetti analizzati. La letteratura su AP cita frequentemente la brusca interruzione della terapia farmacologica come causa scatenante la sintomatologia. Questa analisi solleva il quesito e la necessità di analizzare con maggiore attenzione se i cambiamenti comportamentali, verificati all’interno del contesto dell’AP rientrino nell’ambito delle sindromi da astinenza caratteristiche dei farmaci utilizzati, negli adattamenti del sistema nervoso centrale ai farmaci o nella recrudescenza della malattia di base [2]. Questa tesi esplora le cause, la valutazione, la gestione e il ruolo cruciale degli infermieri nell'affrontare questo problema. Metodi: Popolazione di Studio Lo studio osservazionale-retrospettivo, sul quale questa tesi è stata basata, è stato approvato dal Comitato Etico Territoriale (CET) per l’Area Centro-Est veneto con numero di Protocollo CET 5872/U3/23 e condotto secondo le linee guida indicate nella Dichiarazione di Helsinki della World Health Organization . Tutti i pazienti hanno fornito un consenso informato firmato per la partecipazione allo studio e sono stati reclutati retrospettivamente presso l’UOC Centrale Operativa 118 Venezia-Mestre. Lo studio ha previsto l’analisi retrospettiva incentrata sul controllo dei Verbali di Intervento extra-ospedaliero dell’UOC Centrale Operativa 118 Venezia-Mestre relativi al periodo 1° gennaio 2022-31 Dicembre 2023. Risultati: L'agitazione psicomotoria è prevalente nei contesti extraospedalieri, con un impatto economico significativo dovuto a costi diretti e indiretti. Gli infermieri giocano un ruolo centrale nella gestione di questi episodi, collaborando con il personale medico e agendo in modo indipendente. La combinazione di approcci farmacologici e non-farmacologici si è dimostrata efficace nella gestione dell'agitazione psicomotoria, migliorando i risultati per i pazienti. Conclusioni: Una gestione efficace dell'agitazione psicomotoria richiede un approccio multidisciplinare e una formazione continua per gli infermieri. La collaborazione interdisciplinare e l'indipendenza operativa degli infermieri sono cruciali per garantire interventi tempestivi e appropriati, riducendo i costi sanitari complessivi e migliorando la qualità della vita dei pazienti. Parole chiave: Agitazione psicomotoria, infermiere, interventi extraospedalieri, gestione farmacologica, gestione non-farmacologica, collaborazione interdisciplinare, costi sanitari.  

Gestione dell'agitazione psicomotoria extraospedaliera: Ruolo dell'Infermiere nell’ambito di un approccio multidisciplinare

ZANON, ALESSANDRO
2023/2024

Abstract

Introduzione: Il termine “agitazione psicomotoria” (AP) viene usato per riferirsi a una sottocategoria di delirio originariamente descritta in modo retrospettivo nella letteratura medico legale. Nel tempo, il concetto di AP si è fatto strada nell’ambito della medicina d'urgenza, psichiatrico, delle forze dell'ordine, e pre-ospedaliero. È stato generalmente utilizzato per descrivere un piccolo gruppo di pazienti con una serie di sintomi che ha eluso una prospettiva unificante di definizione clinica. L’analisi della letteratura rivela caratteristiche comuni tra i pazienti identificati post-mortem come affetti da AP. Più del 95% dei casi fatali pubblicati riguardano soggetti maschi, con un'età media di 36 anni, che si presentano con comportamenti iperaggressivi o bizzarri, tolleranti al dolore, combattivi, ipertermici e tachicardici. Tipicamente, vengono documentati scontri con le forze dell'ordine che coinvolgono la restrizione fisica o l’uso di elettro-dissuasori. La maggioranza di casi riguarda l'abuso di agenti stimolanti, più comunemente cocaina, anche se sono stati descritti l’abuso di metanfetamine, PCP e LSD [1]. I soggetti con patologie psichiatriche rappresentano il gruppo successivamente più rappresentato rispetto alla totalità dei soggetti analizzati. La letteratura su AP cita frequentemente la brusca interruzione della terapia farmacologica come causa scatenante la sintomatologia. Questa analisi solleva il quesito e la necessità di analizzare con maggiore attenzione se i cambiamenti comportamentali, verificati all’interno del contesto dell’AP rientrino nell’ambito delle sindromi da astinenza caratteristiche dei farmaci utilizzati, negli adattamenti del sistema nervoso centrale ai farmaci o nella recrudescenza della malattia di base [2]. Questa tesi esplora le cause, la valutazione, la gestione e il ruolo cruciale degli infermieri nell'affrontare questo problema. Metodi: Popolazione di Studio Lo studio osservazionale-retrospettivo, sul quale questa tesi è stata basata, è stato approvato dal Comitato Etico Territoriale (CET) per l’Area Centro-Est veneto con numero di Protocollo CET 5872/U3/23 e condotto secondo le linee guida indicate nella Dichiarazione di Helsinki della World Health Organization . Tutti i pazienti hanno fornito un consenso informato firmato per la partecipazione allo studio e sono stati reclutati retrospettivamente presso l’UOC Centrale Operativa 118 Venezia-Mestre. Lo studio ha previsto l’analisi retrospettiva incentrata sul controllo dei Verbali di Intervento extra-ospedaliero dell’UOC Centrale Operativa 118 Venezia-Mestre relativi al periodo 1° gennaio 2022-31 Dicembre 2023. Risultati: L'agitazione psicomotoria è prevalente nei contesti extraospedalieri, con un impatto economico significativo dovuto a costi diretti e indiretti. Gli infermieri giocano un ruolo centrale nella gestione di questi episodi, collaborando con il personale medico e agendo in modo indipendente. La combinazione di approcci farmacologici e non-farmacologici si è dimostrata efficace nella gestione dell'agitazione psicomotoria, migliorando i risultati per i pazienti. Conclusioni: Una gestione efficace dell'agitazione psicomotoria richiede un approccio multidisciplinare e una formazione continua per gli infermieri. La collaborazione interdisciplinare e l'indipendenza operativa degli infermieri sono cruciali per garantire interventi tempestivi e appropriati, riducendo i costi sanitari complessivi e migliorando la qualità della vita dei pazienti. Parole chiave: Agitazione psicomotoria, infermiere, interventi extraospedalieri, gestione farmacologica, gestione non-farmacologica, collaborazione interdisciplinare, costi sanitari.  
2023
Management of Psychomotor Agitation in Out-of-Hospital Settings: The Role of the Nurse in a Multidisciplinary Approach
agitazione
psicomotoria
extraospedaliero
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/76139