Problema: La sepsi rappresenta una patologia subdola e pericolosa. Una delle principali criticità è che in fase di accettazione al Pronto Soccorso, la sepsi può non manifestarsi con segni clinici evidenti al Triage d’accesso, rimanendo latente e non riconosciuta. Questa difficoltà diagnostica iniziale comporta un rischio significativo di evoluzione verso lo shock settico con conseguenze gravi per la salute del paziente. Pertanto, è necessario verificare se esistono criticità nel processo di Triage che possano compromettere una diagnosi tempestiva e prevenire la progressione verso lo shock settico. Obiettivi: Lo studio vuole individuare quale percentuale di pazienti al momento del Triage d’accesso presentano una sintomatologia non chiaramente a rischio evolutivo ma che successivamente, proprio per la progressione del quadro clinico, vengono ricoverati in reparti ad alta intensità di cura, terapie intensive e subintensive, con diagnosi di sepsi/shock settico. Qualora la percentuale di questi fosse elevata, lo studio andrà a porre delle ipotesi di intervento, da attuare anche in fase di post triage. Inoltre, lo studio si concentrerà anche sull’analisi delle rivalutazioni periodiche effettuate dall’infermiere di triage sul paziente, dal momento dell’accettazione fino alla dimissione o al trasferimento in reparto. Materiali e metodi: L’elaborato consiste in uno studio osservazionale retrospettivo. La raccolta dati ha preso in analisi gli accessi presso l’Unità Operativa di Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedale Università di Padova dal 1° gennaio 2023 al 30 giugno 2024. Risultati: Dall'elaborazione dei dati, emerge che il numero totale di accessi al Pronto Soccorso tra il 2023 e l 2024 registrati con febbre e febbre associata ad astenia sono stati 1737, i cui 1588 registrati con solo febbre e 149 pazienti con febbre associata ad astenia. Il totale dei ricoveri è stato di 482 pazienti. Di questi, 429 pazienti sono stati registrati con febbre isolata, mentre 53 hanno presentato febbre accompagnata da astenia. I ricoveri registrati con codice colore bianco sono stati complessivamente 481, in contrasto, è stato registrato solo 1 ricovero con codice colore verde, che rappresenta una condizione di media gravità. Nel periodo preso in esame sono stati registrati un totale di 428 ricoveri con codice colore bianco registrato con scheda febbre. Invece, sempre con codice colore bianco sono stati registrati solo 53 pazienti con febbre associata ad astenia. L'assenza di ricoveri con codice colore verde è particolarmente significativa. Conclusione e discussione: Dall'analisi dei dati di questo lavoro emerge che la quasi totalità dei pazienti registrati al triage con scheda febbre o febbre con astenia, classificazione con codice colore bianco o verde, non è stato successivamente ricoverato in terapia intensiva o semintensiva. Questo dato indica chiaramente l'efficacia del metodo di triage impiegato dagli infermieri, che si basa sull'identificazione precoce del rischio clinico del paziente. La capacità di distinguere tempestivamente i livelli di urgenza ha dimostrato di essere funzionale e appropriata, contribuendo a garantire un'assistenza adeguata e a ottimizzare le risorse del sistema sanitario. D’altra parte, emerge l’importanza della rivalutazione clinica da parte del medico e dell’infermiere che, sia pure in una minoranza di casi, si è rivelata un punto chiave, consentendo di anticipare e gestire i potenziali rischi clinici per il paziente. Infatti, il medico ha potuto avvalersi di parametri e strumenti diagnostici che non rientrano nella valutazione standard effettuata dal personale infermieristico di triage. Questo indica che, sebbene il triage rappresenti il primo e fondamentale momento di valutazione, non è sempre in grado di identificare con precisione le situazioni di rischio clinico.
Ruolo dell'infermiere al triage nell'individuazione precoce del paziente ad elevato rischio evolutivo di shock settico.
CHIAROTTO, GIORGIA
2023/2024
Abstract
Problema: La sepsi rappresenta una patologia subdola e pericolosa. Una delle principali criticità è che in fase di accettazione al Pronto Soccorso, la sepsi può non manifestarsi con segni clinici evidenti al Triage d’accesso, rimanendo latente e non riconosciuta. Questa difficoltà diagnostica iniziale comporta un rischio significativo di evoluzione verso lo shock settico con conseguenze gravi per la salute del paziente. Pertanto, è necessario verificare se esistono criticità nel processo di Triage che possano compromettere una diagnosi tempestiva e prevenire la progressione verso lo shock settico. Obiettivi: Lo studio vuole individuare quale percentuale di pazienti al momento del Triage d’accesso presentano una sintomatologia non chiaramente a rischio evolutivo ma che successivamente, proprio per la progressione del quadro clinico, vengono ricoverati in reparti ad alta intensità di cura, terapie intensive e subintensive, con diagnosi di sepsi/shock settico. Qualora la percentuale di questi fosse elevata, lo studio andrà a porre delle ipotesi di intervento, da attuare anche in fase di post triage. Inoltre, lo studio si concentrerà anche sull’analisi delle rivalutazioni periodiche effettuate dall’infermiere di triage sul paziente, dal momento dell’accettazione fino alla dimissione o al trasferimento in reparto. Materiali e metodi: L’elaborato consiste in uno studio osservazionale retrospettivo. La raccolta dati ha preso in analisi gli accessi presso l’Unità Operativa di Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedale Università di Padova dal 1° gennaio 2023 al 30 giugno 2024. Risultati: Dall'elaborazione dei dati, emerge che il numero totale di accessi al Pronto Soccorso tra il 2023 e l 2024 registrati con febbre e febbre associata ad astenia sono stati 1737, i cui 1588 registrati con solo febbre e 149 pazienti con febbre associata ad astenia. Il totale dei ricoveri è stato di 482 pazienti. Di questi, 429 pazienti sono stati registrati con febbre isolata, mentre 53 hanno presentato febbre accompagnata da astenia. I ricoveri registrati con codice colore bianco sono stati complessivamente 481, in contrasto, è stato registrato solo 1 ricovero con codice colore verde, che rappresenta una condizione di media gravità. Nel periodo preso in esame sono stati registrati un totale di 428 ricoveri con codice colore bianco registrato con scheda febbre. Invece, sempre con codice colore bianco sono stati registrati solo 53 pazienti con febbre associata ad astenia. L'assenza di ricoveri con codice colore verde è particolarmente significativa. Conclusione e discussione: Dall'analisi dei dati di questo lavoro emerge che la quasi totalità dei pazienti registrati al triage con scheda febbre o febbre con astenia, classificazione con codice colore bianco o verde, non è stato successivamente ricoverato in terapia intensiva o semintensiva. Questo dato indica chiaramente l'efficacia del metodo di triage impiegato dagli infermieri, che si basa sull'identificazione precoce del rischio clinico del paziente. La capacità di distinguere tempestivamente i livelli di urgenza ha dimostrato di essere funzionale e appropriata, contribuendo a garantire un'assistenza adeguata e a ottimizzare le risorse del sistema sanitario. D’altra parte, emerge l’importanza della rivalutazione clinica da parte del medico e dell’infermiere che, sia pure in una minoranza di casi, si è rivelata un punto chiave, consentendo di anticipare e gestire i potenziali rischi clinici per il paziente. Infatti, il medico ha potuto avvalersi di parametri e strumenti diagnostici che non rientrano nella valutazione standard effettuata dal personale infermieristico di triage. Questo indica che, sebbene il triage rappresenti il primo e fondamentale momento di valutazione, non è sempre in grado di identificare con precisione le situazioni di rischio clinico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/76391