Con questa ricerca si sono voluti ricercare i limiti e le potenzialità della elettrodeposizione reversibile per scopi aerospaziali. Nel corso degli esperimenti si è riusciti a depositare e dissolvere un film metallico su una superficie trasparente, trovando inoltre potenziali adatti per una applicazione veloce e uniforme. La struttura utilizzata prevedeva la presenza di un controelettrodo in oro (o grafite), come elettrodo lavorante due finestre trasparenti in ITO, ed un elettrolita contenente i metalli per la deposizone. Grazie ad un potenziostato si sono svolte delle cronoamperometrie con le quali è stato possibile produrre i dati trovati. Ciò ha permesso di individuare i primi valori per l'utilizzo corretto della cella ( -1,3 V / +1,4 V we vs ag wire). Successivamente ci si è concentrati sul ricercare i limiti del dispositivo svolgendo prove ripetute fino alla degradazione e all'inutilizzabilità di quest'ultimo. Tra i risultati ottenuti vi è un miglior rendimento per le celle che utilizzavano una sola finestra, il fatto che il controelettrodo in grafite potrebbe sostituire quello in oro e l’importanza dell’elettrolita per la corretta deposizione dei metalli. Si è infine dimostrata l'impossibilità di quest’ultimo nel lavorare a 5°C vista la sua cristallizzazione. In conclusione i risultati ottenuti hanno concretizzato il possibile utilizzo di queste celle e hanno permesso nuovi spunti di riflessione per ricerche future.
Studio del processo di elettrodeposizione reversibile di metalli per applicazioni aerospaziali
GALEAZZO, ALESSANDRO
2023/2024
Abstract
Con questa ricerca si sono voluti ricercare i limiti e le potenzialità della elettrodeposizione reversibile per scopi aerospaziali. Nel corso degli esperimenti si è riusciti a depositare e dissolvere un film metallico su una superficie trasparente, trovando inoltre potenziali adatti per una applicazione veloce e uniforme. La struttura utilizzata prevedeva la presenza di un controelettrodo in oro (o grafite), come elettrodo lavorante due finestre trasparenti in ITO, ed un elettrolita contenente i metalli per la deposizone. Grazie ad un potenziostato si sono svolte delle cronoamperometrie con le quali è stato possibile produrre i dati trovati. Ciò ha permesso di individuare i primi valori per l'utilizzo corretto della cella ( -1,3 V / +1,4 V we vs ag wire). Successivamente ci si è concentrati sul ricercare i limiti del dispositivo svolgendo prove ripetute fino alla degradazione e all'inutilizzabilità di quest'ultimo. Tra i risultati ottenuti vi è un miglior rendimento per le celle che utilizzavano una sola finestra, il fatto che il controelettrodo in grafite potrebbe sostituire quello in oro e l’importanza dell’elettrolita per la corretta deposizione dei metalli. Si è infine dimostrata l'impossibilità di quest’ultimo nel lavorare a 5°C vista la sua cristallizzazione. In conclusione i risultati ottenuti hanno concretizzato il possibile utilizzo di queste celle e hanno permesso nuovi spunti di riflessione per ricerche future.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/76784