Interventi educativi di supporto alla genitorialità nei primi 1000 giorni di vita: l’esperienza del progetto “Colazione Mamme” dell’Ulss 8 Berica della Regione Veneto

As shown by Bowlby’s studies, child development takes place within the relationships with parents who interact with their children and positively or negatively affect their growth. In order to achieve a state of health children need to establish a secure attachment with a person who responds to their needs and ensures an healthy development: a person he can move away from, but also he can return to as soon as he needs support. (Bowlby, 1979 in Fleming, 2008) This bond is established if parents dedicate quality time to their child: playing, verbalizing emotions and keeping eye contact are the first experiences that children has in the world and lay the foundations for their development. Relations with parents also impact the child’s internal working models and play an essential role in his growth as they make possible his biological adaptation to the environment, cognitive and affective development, socialization and the building of his identity. (Cerrocchi, 2018, pp. 97-98 in Cerrocchi, D'Antone, 2020) The establishment of this bond occurs from the first moments of children’s life and, in fact, in recent decades, the importance that the first 1000 days of life have for the development of children is spreading. The period from conception to the second year of the child is in fact the phase in which the brain develops most and in which, thanks to the neuroplasticity, it changes according to lived experiences. Several studies show that having adverse experiences in childhood causes changes in the brain function increasing the chance of developing anxiety, depression or psychopathology in the future. (Prado, Dewey, 2014) Based on these evidence, therefore, programs to promote development and early learning of children are being activated, together with interventions to support parenting as the health of children is influenced by the relationship with parents. As the Nurturing Care Framework states, it is also the task of institutions and services to set the conditions for a parent to be responsive: government agencies and services should promote parenting support projects, ensuring better development opportunities for children. (OMS, UNICEF, Banca Mondiale, 2018) The aim of this research is to study some parenting support projects with a look at the role of professional educators in them. Some laws and national plans for the support of parenthood are presented, as well as some project activated in Italy, Europe and in the rest of the world. In conclusion there is an in-depth discussion of the role of the professional educator. Finally, the project "Colazione Mamma" of the Family Counseling and Child Protection service of Valdagno of the Ulls8 Berica in Veneto is presented, which aims to transmit the importance of the first 1000 days of life and to stimulate the discussion between mothers and fathers on their experiences of responsive parenting. The conclusions take up the characteristics of the projects and explain how the professional educator can be involved in them. Placed within a multiprofessional teams, he often plays a marginal role, of only conductor and executor of activities, but in parenting support projects he is actually the figure in closest contact with families: thanks to his communicative and relational skills he manages to establish with them a relationship of care and trust that allows him to better understand their needs. For this and for his knowledge of planning and design of interventions, therefore, it should be more involved in the design phase and also play the role of case managers coordinating the interventions of other professionists.

Come dimostrato dagli studi di Bowlby lo sviluppo infantile avviene all’interno delle relazioni con i genitori che interagendo con i figli condizionano in positivo o in negativo la loro crescita. In un’ottica di salute è necessario che il bambino instauri un attaccamento sicuro con una persona che risponda ai suoi bisogni e che gli assicuri un sano sviluppo: una persona da cui può allontanarsi per esplorare l’ambiente circostante ma da cui può tornare non appena sperimenta un pericolo. (Bowlby, 1979 in Fleming, 2008) Questo legame si instaura se i genitori dedicano del tempo di qualità al proprio bambino: giocare, verbalizzare le emozioni e mantenere il contatto visivo sono le prime esperienze che il bambino ha nel mondo e pongono le basi per il suo sviluppo. Le relazioni con i genitori, inoltre, condizionano i modelli operativi interni del bambino e rivestono un ruolo essenziale nella sua crescita in quanto ne rendono possibile lo sviluppo cognitivo e affettivo, la socializzazione e la costruzione dell’identità. (Cerrocchi, 2018, pp. 97-98 in Cerrocchi, D’Antone, 2020) L’instaurarsi di tale legame avviene fin dai primi attimi di vita del bambino e infatti, negli ultimi decenni, si sta diffondendo il concetto dell’importanza che i primi 1000 giorni di vita hanno per lo sviluppo infantile. Dal concepimento al secondo anno di età del bambino è infatti la fase in cui il cervello si sviluppa maggiormente e in cui, grazie alla neuroplasticità, si modifica in base alle esperienze vissute. Diversi studi dimostrano infatti che vivere esperienze avverse in età infantile provoca modifiche nel funzionamento cerebrale aumentando la probabilità di sviluppare ansia, depressione o psicopatologie in futuro. (Prado, Dewey, 2014) Si stanno quindi attivando programmi di promozione dello sviluppo e dell’apprendimento precoce dei bambini affiancati a interventi di supporto alla genitorialità, essendo la salute dei minori influenzata dalla relazione con i genitori. Come sostenuto dal Nurturing Care Framework, è però compito anche delle istituzioni porre le condizioni affinché un genitore possa essere responsivo: gli enti governativi e i servizi si dovrebbero attivare per promuovere progetti di supporto alla genitorialità, andando di conseguenza ad assicurare migliori possibilità di sviluppo per i bambini. (OMS, UNICEF, Banca Mondiale, 2018) L’obiettivo della ricerca è quello di studiare alcuni progetti di supporto alla genitorialità con uno sguardo al ruolo dell’educatore professionale in essi. Si presentano, quindi, alcune leggi e piani nazionali per il supporto alla genitorialità, alcuni progetti italiani e esperienze in Europa e nel mondo, concludendo con un approfondimento sul ruolo dell’educatore professionale. Infine, si presenta il progetto “Colazione Mamme” del servizio Consultorio Familiare Tutela Minori di Valdagno dell’Ulls8 Berica in Veneto che ha il fine di trasmettere l’importanza dei primi 1000 giorni di vita ai neogenitori e di stimolare il confronto sulle loro esperienze di genitorialità responsiva. Nelle conclusioni vengono riprese le caratteristiche dei progetti presentati e si espone come l’educatore professionale può essere coinvolto in essi. Inserito all’interno delle équipe multiprofessionali ricopre spesso un ruolo marginale, di solo conduttore ed esecutore delle attività, ma nei progetti di supporto alla genitorialità è in realtà la figura a più stretto contatto con le famiglie: grazie alle sue competenze comunicative e relazionali riesce a instaurare con loro una relazione di cura e di fiducia che gli permette di meglio comprendere quali sono i loro bisogni. Per questo e per la sua formazione nell’ambito della programmazione e progettazione degli interventi, quindi, dovrebbe essere maggiormente coinvolto nella fase di progettazione e ricoprire anche il ruolo di case manager coordinando gli interventi degli altri professionisti.