Background: Malattie neurodegenerative come Parkinson ed Alzheimer rappresentano una sfida continua per la popolazione. Queste malattie portano al deterioramento progressivo delle funzioni cognitive, togliendo a chi ne è affetto autonomia e libertà. Ad oggi non esiste una vera e propria cura, infatti, le terapie farmacologiche dedicate a questi pazienti puntano a ritardare la comparsa e ad alleviarne la manifestazione; esistono inoltre metodi non farmacologici (es. la ROT o terapia di orientamento alla realtà), che implementati ai farmaci, si sono dimostrate efficaci per il raggiungimento di questo obiettivo. Obiettivo: L’obbiettivo di questa tesi è quello di indagare l'efficacia e l’applicabilità di un metodo non farmacologico, quale videogiochi e realtà virtuale, per il mantenimento delle funzioni cognitive in pazienti affetti da Parkinson ed Alzheimer. Si andrà inoltre ad indagare quale ruolo ricopre, o potrebbe ricoprire, l’Infermiere in questa pratica. Materiali e metodi: Per la tesi sono stati tenuti in considerazione 6 articoli (2 studi randomizzati, 2 revisioni sistematiche di letteratura, 1 sottostudio programmato di uno studio randomizzato ed una articolo di prospettiva), disponibili sulla banca dati PubMed. Sono stati inoltre consultati EpiCentro (per informazioni su Alzheimer e Parkinson), Enciclopedia Treccani (per definizione di videogioco) e Fnopi (per il profilo professionale dell’Infermiere). Parole chiave: Parkinson, Alzheimer, Videogiochi, Realtà virtuale e Funzioni cognitive. Risultati: Dallo studio emerge come l’interesse per questo argomento si sia sviluppato solo negli ultimi anni rendendo così la letteratura limitata, è stato comunque possibile dimostrare che un approccio di questo tipo sia funzionale e porti beneficio alla causa necessitando tuttavia di maggiori studi ed approfondimenti. Dallo studio emerge inoltre come la presenza effettiva dei pazienti interessati sia indispensabile durante lo sviluppo di queste tecnologie, così da rendere il prodotto finale più facilmente fruibile e ridurre allo stesso tempo una possibile barriera tecnologica. Infine viene messo in evidenza come questa pratica potrebbe trovare applicazione in strutture come RSA e servizio domiciliare dove, non essendo presenti tutte le figure professionali specialistiche, l'Infermiere risulterebbe indispensabile.
Il ruolo dell’infermiere nel mantenimento delle funzioni cognitive in pazienti con Parkinson e Alzheimer attraverso l’utilizzo di videogiochi e realtà virtuale
DAL MOLIN, NICOLA
2023/2024
Abstract
Background: Malattie neurodegenerative come Parkinson ed Alzheimer rappresentano una sfida continua per la popolazione. Queste malattie portano al deterioramento progressivo delle funzioni cognitive, togliendo a chi ne è affetto autonomia e libertà. Ad oggi non esiste una vera e propria cura, infatti, le terapie farmacologiche dedicate a questi pazienti puntano a ritardare la comparsa e ad alleviarne la manifestazione; esistono inoltre metodi non farmacologici (es. la ROT o terapia di orientamento alla realtà), che implementati ai farmaci, si sono dimostrate efficaci per il raggiungimento di questo obiettivo. Obiettivo: L’obbiettivo di questa tesi è quello di indagare l'efficacia e l’applicabilità di un metodo non farmacologico, quale videogiochi e realtà virtuale, per il mantenimento delle funzioni cognitive in pazienti affetti da Parkinson ed Alzheimer. Si andrà inoltre ad indagare quale ruolo ricopre, o potrebbe ricoprire, l’Infermiere in questa pratica. Materiali e metodi: Per la tesi sono stati tenuti in considerazione 6 articoli (2 studi randomizzati, 2 revisioni sistematiche di letteratura, 1 sottostudio programmato di uno studio randomizzato ed una articolo di prospettiva), disponibili sulla banca dati PubMed. Sono stati inoltre consultati EpiCentro (per informazioni su Alzheimer e Parkinson), Enciclopedia Treccani (per definizione di videogioco) e Fnopi (per il profilo professionale dell’Infermiere). Parole chiave: Parkinson, Alzheimer, Videogiochi, Realtà virtuale e Funzioni cognitive. Risultati: Dallo studio emerge come l’interesse per questo argomento si sia sviluppato solo negli ultimi anni rendendo così la letteratura limitata, è stato comunque possibile dimostrare che un approccio di questo tipo sia funzionale e porti beneficio alla causa necessitando tuttavia di maggiori studi ed approfondimenti. Dallo studio emerge inoltre come la presenza effettiva dei pazienti interessati sia indispensabile durante lo sviluppo di queste tecnologie, così da rendere il prodotto finale più facilmente fruibile e ridurre allo stesso tempo una possibile barriera tecnologica. Infine viene messo in evidenza come questa pratica potrebbe trovare applicazione in strutture come RSA e servizio domiciliare dove, non essendo presenti tutte le figure professionali specialistiche, l'Infermiere risulterebbe indispensabile.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/77061