Background: La comunicazione non verbale rappresenta un porto cardine nella relazione d’aiuto che si crea tra infermiere e paziente, contribuendo in modo considerevole all’interazione clinica, al miglioramento della compliance e alla costruzione di un rapporto terapeutico efficace. Questa tesi, si propone di esplorare, attraverso una revisione sistematica della letteratura, l’impatto della comunicazione non verbale sulla pratica infermieristica, soffermandosi su come essa possa migliorare l’interazione con il paziente ed influire positivamente sugli esiti clinici. Il quesito di foreground che ha indirizzato la ricerca è stato: “Nel contesto clinico, una comunicazione non verbale efficace migliora l’interazione con i pazienti, aumenta la compliance e facilita una relazione d’aiuto più efficace?”. Materiali e metodi: La metodologia utilizzata per la raccolta delle evidenze, ha seguito il modello PICO, attraverso una ricerca bibliografica condotta principalmente su Medline e Embase, tramite il portale PubMed. Sono stati identificati 133 articoli, dei quali, in seguito ad un’attenta selezione in base alla pertinenza e qualità metodologica ne sono stati selezionati 11. Gli articoli inclusi nella revisione, coprono una vasta gamma di contesti clinici, ponendo l’accento sul ruolo cruciale della comunicazione non verbale nelle cure primarie come la geriatria, nell’assistenza oncologica e nelle terapie intensive. Risultati: Dalla revisione della letteratura, è emerso, che la comunicazione non verbale, che include aspetti come il contatto visivo, le espressioni facciali e la prossemica, gioca un ruolo decisivo nella percezione della competenza e dell’empatia da parte dei pazienti nei confronti dell’infermiere. È stato dimostrano che nei pazienti affetti da demenza, dove le capacità verbali sono spesso compromesse, i segnali non verbali diventano indispensabili per un’assistenza incentrata sulla persona. L’utilizzo di segnali empatici, quali il sorriso e il tocco rassicurante, è correlato ad una maggiore soddisfazione da parte del paziente e ad una migliore compliance, nello specifico all’interno di contesti clinici intensivi. La revisione, ha inoltre accertato, che l’utilizzo di una comunicazione non verbale efficace, può ridurre l’ansia nei pazienti e migliorare la comprensione delle informazioni cliniche fornite. Infine, si è visto, che l’uso di comportamenti non verbali empatici, come il contatto visivo e l’inclinazione del corpo verso il paziente, migliori la percezione della competenza professionale da parte dei pazienti, contribuendo in questo modo a rafforzare la relazione terapeutica. Conclusioni: L’incorporazione, della comunicazione non verbale nella pratica clinica quotidiana, può migliorare notevolmente gli esiti clinici, promuovendo una relazione d’aiuto efficace, basata sulla fiducia e sull’empatia. Le implicazioni pratiche risultanti da questa revisione, indicano la necessità di un’adeguata formazione degli infermieri nell’utilizzo della comunicazione non verbale. Difatti, la capacità di interpretare correttamente i segnali non verbali dei pazienti, nello specifico all’interno di contesto dove è tale comunicazione è compromessa, si rivela cruciale per migliorare la qualità dell’assistenza e il benessere del paziente. Le future ricerche, dovrebbero concentrarsi sulla validazione di nuovi strumenti di valutazione e sull’efficacia della formazione infermieristica nell’ambito della comunicazione non verbale, con lo scopo di perfezionare ulteriormente gli esiti clinici e la soddisfazione dei pazienti. Parole chiave: comunicazione non verbale, relazione infermiere-paziente, compliance, relazione d’aiuto, espressioni facciali, competenze interpersonali.
L’importanza della comunicazione non verbale nella pratica clinica. Una revisione della letteratura.
DE CIAN, NICOLE
2023/2024
Abstract
Background: La comunicazione non verbale rappresenta un porto cardine nella relazione d’aiuto che si crea tra infermiere e paziente, contribuendo in modo considerevole all’interazione clinica, al miglioramento della compliance e alla costruzione di un rapporto terapeutico efficace. Questa tesi, si propone di esplorare, attraverso una revisione sistematica della letteratura, l’impatto della comunicazione non verbale sulla pratica infermieristica, soffermandosi su come essa possa migliorare l’interazione con il paziente ed influire positivamente sugli esiti clinici. Il quesito di foreground che ha indirizzato la ricerca è stato: “Nel contesto clinico, una comunicazione non verbale efficace migliora l’interazione con i pazienti, aumenta la compliance e facilita una relazione d’aiuto più efficace?”. Materiali e metodi: La metodologia utilizzata per la raccolta delle evidenze, ha seguito il modello PICO, attraverso una ricerca bibliografica condotta principalmente su Medline e Embase, tramite il portale PubMed. Sono stati identificati 133 articoli, dei quali, in seguito ad un’attenta selezione in base alla pertinenza e qualità metodologica ne sono stati selezionati 11. Gli articoli inclusi nella revisione, coprono una vasta gamma di contesti clinici, ponendo l’accento sul ruolo cruciale della comunicazione non verbale nelle cure primarie come la geriatria, nell’assistenza oncologica e nelle terapie intensive. Risultati: Dalla revisione della letteratura, è emerso, che la comunicazione non verbale, che include aspetti come il contatto visivo, le espressioni facciali e la prossemica, gioca un ruolo decisivo nella percezione della competenza e dell’empatia da parte dei pazienti nei confronti dell’infermiere. È stato dimostrano che nei pazienti affetti da demenza, dove le capacità verbali sono spesso compromesse, i segnali non verbali diventano indispensabili per un’assistenza incentrata sulla persona. L’utilizzo di segnali empatici, quali il sorriso e il tocco rassicurante, è correlato ad una maggiore soddisfazione da parte del paziente e ad una migliore compliance, nello specifico all’interno di contesti clinici intensivi. La revisione, ha inoltre accertato, che l’utilizzo di una comunicazione non verbale efficace, può ridurre l’ansia nei pazienti e migliorare la comprensione delle informazioni cliniche fornite. Infine, si è visto, che l’uso di comportamenti non verbali empatici, come il contatto visivo e l’inclinazione del corpo verso il paziente, migliori la percezione della competenza professionale da parte dei pazienti, contribuendo in questo modo a rafforzare la relazione terapeutica. Conclusioni: L’incorporazione, della comunicazione non verbale nella pratica clinica quotidiana, può migliorare notevolmente gli esiti clinici, promuovendo una relazione d’aiuto efficace, basata sulla fiducia e sull’empatia. Le implicazioni pratiche risultanti da questa revisione, indicano la necessità di un’adeguata formazione degli infermieri nell’utilizzo della comunicazione non verbale. Difatti, la capacità di interpretare correttamente i segnali non verbali dei pazienti, nello specifico all’interno di contesto dove è tale comunicazione è compromessa, si rivela cruciale per migliorare la qualità dell’assistenza e il benessere del paziente. Le future ricerche, dovrebbero concentrarsi sulla validazione di nuovi strumenti di valutazione e sull’efficacia della formazione infermieristica nell’ambito della comunicazione non verbale, con lo scopo di perfezionare ulteriormente gli esiti clinici e la soddisfazione dei pazienti. Parole chiave: comunicazione non verbale, relazione infermiere-paziente, compliance, relazione d’aiuto, espressioni facciali, competenze interpersonali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/77062