Introduzione: le lesioni che interessano l’anello pelvico si verificano tipicamente in conseguenza ad un evento traumatico particolarmente grave. Solitamente si tratta di una lesione di tipo contusivo conseguente ad un impatto ad alta energia, principalmente incidenti stradali e di conseguenza emergono dati indiscutibili che mettono in evidenza un elevato tasso di morbilità e mortalità. Poiché il cingolo pelvico è una struttura che ospita al suo interno varie strutture anatomiche, tra le quali grossi vasi arteriosi e venosi, la principale causa di morte nelle prime 24 ore è rappresentata dal sanguinamento massivo. Obiettivo: l’obiettivo di questa revisione della letteratura è l’individuazione degli interventi da attuare in ambito extraospedaliero che permettano di stabilizzare il quadro clinico del paziente soggetto a trauma del bacino, diminuendo il rischio di sviluppare potenziali complicanze. Il lavoro ha inoltre la finalità di valutare l’efficacia e l’efficienza dei dispositivi di compressione circonferenziale del bacino applicati su vittime di lesioni pelviche. Infine ha lo scopo di definire il ruolo dell’infermiere all’interno dell’equipe di soccorso individuando le aree d’intervento in ambito autonomo e in ambito collaborativo. Materiali e metodi: è stata eseguita una revisione della letteratura attraverso l’accesso a Galileo Discovery e consultando le banche dati PubMed e Google Scholar. Sono stati inclusi nello studio articoli pubblicati tra l’anno 2010 e l’anno 2024, disponibili in formato full-text e/o in pdf, in lingua inglese o italiana, aventi come oggetto di studio la specie umana e comprendenti una popolazione di qualsiasi fascia d’età. Risultati: il trattamento preferenziale nella gestione del trauma del bacino nel caso di sospetta lesione pelvica consiste nel posizionamento di un dispositivo di compressione circonferenziale del bacino che permette di controllare una potenziale emorragia, l’applicazione del metodo ABCDE permette di realizzare l’accertamento iniziale della vittima. Le tecniche di riscaldamento attivo e passivo permettono di prevenire e/o gestire l’ipotermia. E’ importante applicare la scala di valutazione del dolore più adatta a seconda delle diverse caratteristiche della vittima, in modo da ottenere un’adeguata valutazione e gestione del dolore. L’accesso più idoneo per la somministrazione di farmaci e/o liquidi è quello intravenoso, in alternativa è opportuno utilizzare la via intraossea o intranasale. Il farmaco più efficace per il controllo dell’emorragia è l’acido tranexamico. Discussione/conclusione: L’infermiere assume un ruolo centrale all’interno dell’equipe di soccorso sia in ambito collaborativo che in ambito autonomo. Questa figura possiede competenze cognitive necessarie a eseguire una corretta valutazione primaria, identificare lo stato clinico della vittima e pertanto mettere rapidamente in atto gli interventi necessari a una sua corretta gestione identificando rapidamente potenziali rischi e complicanze alla quale la vittima di trauma è esposta. Parole chiave: pelvic trauma (trauma pelvico), out-of-hospital (extraospedaliero), prehospital treatment (trattamento preospedaliero), complications (complicanze), hemorrhage (emorragia), nursing (gestione infermieristica), drug therapy (terapia farmacologica), hemorrhagic shock (shock emorragico).
GESTIONE INFERMIERISTICA EXTRA-OSPEDALIERA DEL TRAUMA AL BACINO E UTILIZZO DELLA CINTURA PELVICA: UNA REVISIONE DELLA LETTERATURA
GIOVANNINI, PERLA
2023/2024
Abstract
Introduzione: le lesioni che interessano l’anello pelvico si verificano tipicamente in conseguenza ad un evento traumatico particolarmente grave. Solitamente si tratta di una lesione di tipo contusivo conseguente ad un impatto ad alta energia, principalmente incidenti stradali e di conseguenza emergono dati indiscutibili che mettono in evidenza un elevato tasso di morbilità e mortalità. Poiché il cingolo pelvico è una struttura che ospita al suo interno varie strutture anatomiche, tra le quali grossi vasi arteriosi e venosi, la principale causa di morte nelle prime 24 ore è rappresentata dal sanguinamento massivo. Obiettivo: l’obiettivo di questa revisione della letteratura è l’individuazione degli interventi da attuare in ambito extraospedaliero che permettano di stabilizzare il quadro clinico del paziente soggetto a trauma del bacino, diminuendo il rischio di sviluppare potenziali complicanze. Il lavoro ha inoltre la finalità di valutare l’efficacia e l’efficienza dei dispositivi di compressione circonferenziale del bacino applicati su vittime di lesioni pelviche. Infine ha lo scopo di definire il ruolo dell’infermiere all’interno dell’equipe di soccorso individuando le aree d’intervento in ambito autonomo e in ambito collaborativo. Materiali e metodi: è stata eseguita una revisione della letteratura attraverso l’accesso a Galileo Discovery e consultando le banche dati PubMed e Google Scholar. Sono stati inclusi nello studio articoli pubblicati tra l’anno 2010 e l’anno 2024, disponibili in formato full-text e/o in pdf, in lingua inglese o italiana, aventi come oggetto di studio la specie umana e comprendenti una popolazione di qualsiasi fascia d’età. Risultati: il trattamento preferenziale nella gestione del trauma del bacino nel caso di sospetta lesione pelvica consiste nel posizionamento di un dispositivo di compressione circonferenziale del bacino che permette di controllare una potenziale emorragia, l’applicazione del metodo ABCDE permette di realizzare l’accertamento iniziale della vittima. Le tecniche di riscaldamento attivo e passivo permettono di prevenire e/o gestire l’ipotermia. E’ importante applicare la scala di valutazione del dolore più adatta a seconda delle diverse caratteristiche della vittima, in modo da ottenere un’adeguata valutazione e gestione del dolore. L’accesso più idoneo per la somministrazione di farmaci e/o liquidi è quello intravenoso, in alternativa è opportuno utilizzare la via intraossea o intranasale. Il farmaco più efficace per il controllo dell’emorragia è l’acido tranexamico. Discussione/conclusione: L’infermiere assume un ruolo centrale all’interno dell’equipe di soccorso sia in ambito collaborativo che in ambito autonomo. Questa figura possiede competenze cognitive necessarie a eseguire una corretta valutazione primaria, identificare lo stato clinico della vittima e pertanto mettere rapidamente in atto gli interventi necessari a una sua corretta gestione identificando rapidamente potenziali rischi e complicanze alla quale la vittima di trauma è esposta. Parole chiave: pelvic trauma (trauma pelvico), out-of-hospital (extraospedaliero), prehospital treatment (trattamento preospedaliero), complications (complicanze), hemorrhage (emorragia), nursing (gestione infermieristica), drug therapy (terapia farmacologica), hemorrhagic shock (shock emorragico).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/77075