INTRODUZIONE: L’infezione da HIV e la terapia antiretrovirale (ART), soprattutto a base di INSTI, sembrano essere associate all’aumento ponderale con accumulo di grasso a livello viscerale (obesità centrale), come vorrebbe dimostrare l’incremento dei casi di sovrappeso e obesità tra le persone HIV positive. L’obesità centrale è un fattore determinante del rischio cardiovascolare e metabolico, il quale risulta particolarmente elevato nei pazienti HIV per le condizioni virus correlate e per l’aumentata aspettativa di vita garantita dall’ART correlata ad un aumentato rischio d’insorgenza di problematiche legate all’invecchiamento, soprattutto di carattere cardiovascolare e metabolico. Un efficace intervento nutrizionale (dieta e attività fisica) volto a ridurre il grasso viscerale e a stabilizzare il peso corporeo entro range di normalità, garantirebbe il miglioramento dei parametri metabolici e quindi una notevole riduzione del rischio cardiometabolico. METODI: Il progetto di tesi si è basato sulla valutazione dell’efficacia del trattamento nutrizionale personalizzato (dieta, integratori, attività fisica e counselling nutrizionale) in un campione di 37 soggetti adulti sovrappeso/obesi HIV positivi in ART (reclutamento di soggetti tutt’ora in corso). Sono stati confrontati i dati, tra la prima visita e i successivi controlli, di peso corporeo (con distinzione tra chi assume INSTI e chi no), BMI, circonferenza vita, grasso viscerale, massa grassa (FM) e massa magra (FFM), ricavati con la rilevazione delle misure antropometriche e con l’esame della bioimpedenziometria (BIA). È stata valutata la variazione del rischio cardiovascolare-metabolico considerando gli intervalli di riferimento della circonferenza vita dell’OMS e calcolando lo SCORE2 (ESC). Nello studio sono stati considerati i dati raccolti dal 2022 al settembre del 2024 presso l’Ambulatorio Nutrizionale del SIAN dell’Ospedale Milani di Noventa Vicentina e le informazioni ricavate presso l‘Ambulatorio di Malattie Infettive dell’Ospedale S. Bortolo di Vicenza. Per l’analisi sono stati individuati 4 time points: T0 = prima visita, T1 = primo controllo, T2 = dopo 6 mesi dalla prima visita, T3 = dopo 12 mesi dalla prima visita. RISULTATI: È stata evidenziata una riduzione significativa tra T0 e i successivi time points di tutti i parametri considerati. Il peso corporeo e il BMI sono calati maggiormente tra T0 e T1, senza alcuna differenza significativa tra chi assumeva INSTI e chi no; la circonferenza vita ha subito una riduzione significativa anche a T2 e T3 rispetto T0, con una conseguente diminuzione della % di pazienti con rischio cardiometabolico elevato; il grasso viscerale è diminuito in modo significativo fino a T2. Si è registrato un miglioramento della composizione corporea in termini di FM e FFM fino a T2. Il 22,6% del campione iniziale ha raggiunto l’obiettivo di peso proseguendo il percorso con una dieta di mantenimento. Per lo SCORE2 è emerso che quasi 1/3 dei pazienti, per cui è stato possibile il confronto tra il punteggio ottenuto a T0 e T1, ha ridotto il rischio di eventi cardiovascolari a 10 anni. I risultati maggiormente significativi (peso, BMI, circonferenza corporea e grasso viscerale) riguardano il sesso maschile. CONCLUSIONI: Nonostante il principale limite dello studio sia la ridotta numerosità del campione seguito in tutti i time points, il trattamento nutrizionale sembra essere efficace nel miglioramento, finora parziale, dello stato nutrizionale e nella riduzione del rischio cardiometabolico nei soggetti HIV. La maggiore significatività dei risultati nel sesso maschile è data dalla superiorità numerica di maschi in tutti i time points. Con il proseguimento dello studio, grazie all’aumento dei dati a disposizione, si pensa sarà possibile convalidare i risultati ad oggi ottenuti e potenziare gli effetti positivi del trattamento nutrizionale.
Ruolo della nutrizione nella gestione multidisciplinare di pazienti HIV: impatto del trattamento nutrizionale sul miglioramento dei parametri antropometrici e sulla riduzione del rischio cardiovascolare
MILLAN, SOFIA
2023/2024
Abstract
INTRODUZIONE: L’infezione da HIV e la terapia antiretrovirale (ART), soprattutto a base di INSTI, sembrano essere associate all’aumento ponderale con accumulo di grasso a livello viscerale (obesità centrale), come vorrebbe dimostrare l’incremento dei casi di sovrappeso e obesità tra le persone HIV positive. L’obesità centrale è un fattore determinante del rischio cardiovascolare e metabolico, il quale risulta particolarmente elevato nei pazienti HIV per le condizioni virus correlate e per l’aumentata aspettativa di vita garantita dall’ART correlata ad un aumentato rischio d’insorgenza di problematiche legate all’invecchiamento, soprattutto di carattere cardiovascolare e metabolico. Un efficace intervento nutrizionale (dieta e attività fisica) volto a ridurre il grasso viscerale e a stabilizzare il peso corporeo entro range di normalità, garantirebbe il miglioramento dei parametri metabolici e quindi una notevole riduzione del rischio cardiometabolico. METODI: Il progetto di tesi si è basato sulla valutazione dell’efficacia del trattamento nutrizionale personalizzato (dieta, integratori, attività fisica e counselling nutrizionale) in un campione di 37 soggetti adulti sovrappeso/obesi HIV positivi in ART (reclutamento di soggetti tutt’ora in corso). Sono stati confrontati i dati, tra la prima visita e i successivi controlli, di peso corporeo (con distinzione tra chi assume INSTI e chi no), BMI, circonferenza vita, grasso viscerale, massa grassa (FM) e massa magra (FFM), ricavati con la rilevazione delle misure antropometriche e con l’esame della bioimpedenziometria (BIA). È stata valutata la variazione del rischio cardiovascolare-metabolico considerando gli intervalli di riferimento della circonferenza vita dell’OMS e calcolando lo SCORE2 (ESC). Nello studio sono stati considerati i dati raccolti dal 2022 al settembre del 2024 presso l’Ambulatorio Nutrizionale del SIAN dell’Ospedale Milani di Noventa Vicentina e le informazioni ricavate presso l‘Ambulatorio di Malattie Infettive dell’Ospedale S. Bortolo di Vicenza. Per l’analisi sono stati individuati 4 time points: T0 = prima visita, T1 = primo controllo, T2 = dopo 6 mesi dalla prima visita, T3 = dopo 12 mesi dalla prima visita. RISULTATI: È stata evidenziata una riduzione significativa tra T0 e i successivi time points di tutti i parametri considerati. Il peso corporeo e il BMI sono calati maggiormente tra T0 e T1, senza alcuna differenza significativa tra chi assumeva INSTI e chi no; la circonferenza vita ha subito una riduzione significativa anche a T2 e T3 rispetto T0, con una conseguente diminuzione della % di pazienti con rischio cardiometabolico elevato; il grasso viscerale è diminuito in modo significativo fino a T2. Si è registrato un miglioramento della composizione corporea in termini di FM e FFM fino a T2. Il 22,6% del campione iniziale ha raggiunto l’obiettivo di peso proseguendo il percorso con una dieta di mantenimento. Per lo SCORE2 è emerso che quasi 1/3 dei pazienti, per cui è stato possibile il confronto tra il punteggio ottenuto a T0 e T1, ha ridotto il rischio di eventi cardiovascolari a 10 anni. I risultati maggiormente significativi (peso, BMI, circonferenza corporea e grasso viscerale) riguardano il sesso maschile. CONCLUSIONI: Nonostante il principale limite dello studio sia la ridotta numerosità del campione seguito in tutti i time points, il trattamento nutrizionale sembra essere efficace nel miglioramento, finora parziale, dello stato nutrizionale e nella riduzione del rischio cardiometabolico nei soggetti HIV. La maggiore significatività dei risultati nel sesso maschile è data dalla superiorità numerica di maschi in tutti i time points. Con il proseguimento dello studio, grazie all’aumento dei dati a disposizione, si pensa sarà possibile convalidare i risultati ad oggi ottenuti e potenziare gli effetti positivi del trattamento nutrizionale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/77317