Questa tesi analizza il tema della giustizia di transizione in Perù dopo il conflitto armato interno iniziato nel 1980 e durato circa venti anni, con un focus sul ruolo della nozione di vittima e delle riparazioni. Un conflitto interno provocato dallo scontro armato tra gruppi sovversivi come Sendero Luminoso e le forze armate statali. Una violenza interna segnata da migliaia di morti, violazioni dei diritti umani e un profondo impatto sociale ed economico. Questo studio utilizzerà, oltre alla legislazione interna, i principali documenti internazionali in materia di tutela dei diritti umani ratificati dal Perù, direttive e raccomandazioni delle Nazioni Unite, ma anche le norme del sistema interamericano di cui lo Stato fa parte, con particolare riferimento alla giurisprudenza della Corte interamericana dei diritti umani. L’obiettivo è comprendere come la nozione di vittimismo abbia influenzato il grado di riconoscimento legale e politico, con conseguenze a livello di riparazioni. Dopo aver introdotto il concetto di giustizia transizionale, di riparazione come suo principio e meccanismo e la nozione di "vittima", protagonista di questo processo, si esamineranno le principali sfide che la giustizia transizionale peruviana ha dovuto affrontare. L'identificazione delle vittime non è un processo facile, soprattutto in un contesto caratterizzato da divisione sociale, polarizzazione politica e lotte di potere. Il processo, infatti, ha generato diversi dibattiti su chi meritasse di essere considerato una "vittima legittima", riflettendo tensioni politiche e sociali di fondo. In questo contesto, è stato notato come la dottrina delle “mani pulite” ha evidenziato le difficoltà di trovare un equilibrio tra giustizia e risarcimenti, poiché limitava l'accesso ai risarcimenti a coloro che avevano legami con le attività terroristiche, escludendo le persone che avevano subito violazioni dei diritti umani. Uno dei temi rilevanti analizzati concerne concerne il modo in cui la disuguaglianza sociale in Perù ha influenzato l'accesso alla giustizia di transizione. Infatti, è proprio per il suo universo di vittime fortemente eterogeneo (vittime con profili etnici, sociali e linguistici diversi) e le molteplici violazioni dei diritti umani che il caso peruviano è molto interessante da studiare e offre spunti di riflessione per creare un modello sempre più inclusivo di programmi di riparazioni.

La giustizia transizionale in Perù dopo il conflitto armato interno degli anni 1980-2000

MENDOZA TAFUR, ZULLY ALEXANDRA
2023/2024

Abstract

Questa tesi analizza il tema della giustizia di transizione in Perù dopo il conflitto armato interno iniziato nel 1980 e durato circa venti anni, con un focus sul ruolo della nozione di vittima e delle riparazioni. Un conflitto interno provocato dallo scontro armato tra gruppi sovversivi come Sendero Luminoso e le forze armate statali. Una violenza interna segnata da migliaia di morti, violazioni dei diritti umani e un profondo impatto sociale ed economico. Questo studio utilizzerà, oltre alla legislazione interna, i principali documenti internazionali in materia di tutela dei diritti umani ratificati dal Perù, direttive e raccomandazioni delle Nazioni Unite, ma anche le norme del sistema interamericano di cui lo Stato fa parte, con particolare riferimento alla giurisprudenza della Corte interamericana dei diritti umani. L’obiettivo è comprendere come la nozione di vittimismo abbia influenzato il grado di riconoscimento legale e politico, con conseguenze a livello di riparazioni. Dopo aver introdotto il concetto di giustizia transizionale, di riparazione come suo principio e meccanismo e la nozione di "vittima", protagonista di questo processo, si esamineranno le principali sfide che la giustizia transizionale peruviana ha dovuto affrontare. L'identificazione delle vittime non è un processo facile, soprattutto in un contesto caratterizzato da divisione sociale, polarizzazione politica e lotte di potere. Il processo, infatti, ha generato diversi dibattiti su chi meritasse di essere considerato una "vittima legittima", riflettendo tensioni politiche e sociali di fondo. In questo contesto, è stato notato come la dottrina delle “mani pulite” ha evidenziato le difficoltà di trovare un equilibrio tra giustizia e risarcimenti, poiché limitava l'accesso ai risarcimenti a coloro che avevano legami con le attività terroristiche, escludendo le persone che avevano subito violazioni dei diritti umani. Uno dei temi rilevanti analizzati concerne concerne il modo in cui la disuguaglianza sociale in Perù ha influenzato l'accesso alla giustizia di transizione. Infatti, è proprio per il suo universo di vittime fortemente eterogeneo (vittime con profili etnici, sociali e linguistici diversi) e le molteplici violazioni dei diritti umani che il caso peruviano è molto interessante da studiare e offre spunti di riflessione per creare un modello sempre più inclusivo di programmi di riparazioni.
2023
Transitional Justice in Peru after the Internal Armed Conflict (1980-2000)
giustizia
Perù
riparazioni
vittima
transizione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/77352