Hong Kong: il fragile equilibrio tra sistema coloniale e sistema cinese. Praticabilità e futuro del modello "One Country, two systems" dopo le proteste del 2019.

The 2019 protests in Hong Kong, carried out by democracy groups, mark an important turning point in the future of the city; in fact, they accelerate a series of changes that, on the one hand, according to the Beijing government, are considered natural and inevitable, on the other hand, the one of the hongkongers, are read as the decline of the series of democratic guarantees that date back to the last colonial era. The paradox of this story is precisely the great rehabilitation of the period of British domination: but was it really an era that forged a solid and westernized democratic system? And above all, what is the future of the model "one Country, two systems" now that the balances have been overwhelmed by the new laws to maintain law and order wanted by the Chinese government? A coexistence between the two souls of the city, is it still possible?

Le proteste del 2019 ad Hong Kong, portate avanti dai gruppi per la democrazia, segnano una svolta importante nel futuro della città; di fatto, accelerano tutta una serie di cambiamenti che, da una parte, quella del governo di Pechino, sono considerati naturali e inevitabili, dall'altra, quella degli hongkongers, vengono letti come il declino della serie di garanzie democratiche che risalivano all'ultimo periodo coloniale. Il paradosso di questa storia è proprio la grande riabilitazione del periodo della dominazione britannica: ma davvero si è trattato di un'epoca che ha forgiato un sistema democratico solido e occidentalizzato? E soprattutto, qual è il futuro del modello "un Paese, due sistemi" ora che gli equilibri sono stati travolti dalle nuove leggi per mantenere legge e ordine volute dal governo cinese? Una convivenza tra le due anime della città, è ancora possibile?