Il presente elaborato ha come obiettivo l’analisi delle complesse relazioni diplomatiche tra Italia, Germania e Polonia durante gli anni Trenta, fino al 1 settembre 1939, data spartiacque della storia contemporanea. La finalità è nel comprendere le strategie diplomatiche e le motivazioni sottostanti che hanno guidato la politica estera di questi tre Paesi, ponendo particolare attenzione all’azione dell'Italia fascista e della sua politica estera in quegli anni. Il primo capitolo si focalizza su quest’ultima, evidenziando le ambizioni di Mussolini di trasformare l'Italia in una grande potenza europea e mediterranea. Vengono analizzati i principali eventi diplomatici, come il Patto di Locarno, il Patto a Quattro e la guerra d'Etiopia, che hanno segnato l'evoluzione della politica estera italiana e il suo progressivo avvicinamento alla Germania. Il secondo capitolo approfondisce sia le relazioni tra Italia, Germania e Polonia, mettendo in luce le tensioni e le contraddizioni che hanno caratterizzato questi rapporti, sia il contesto europeo in cui si trovavano ad operare i Paesi. La Polonia, situata tra le due potenze emergenti, cercava di mantenere una posizione di equilibrio, mentre l'Italia, pur mostrando interesse per Varsavia, era sempre più subordinata alla Germania. L'analisi si conclude con la firma del Patto d'Acciaio nel 1939, che sancì la definitiva alleanza tra Italia e Germania e la rinuncia dell'Italia a qualsiasi pretesa di autonomia diplomatica e con il cambiamenti dei toni diplomatici dell’asse Roma-Berlino con la stretta del Patto Ribbentrop-Molotov tra Germania e Unione Sovietica. Il terzo capitolo si dedica all'analisi delle reazioni diplomatiche italiane all'invasione tedesca della Polonia, facendo emergere le macchinose dinamiche presentatesi. L'Italia adottò una strategia di neutralità, cercando di bilanciare i propri interessi tra le potenze dell'Asse e gli Alleati occidentali. Questa posizione fu oggetto di dibattito interno, con Ciano, ministro degli Esteri, favorevole a un maggiore distacco dalla Germania, in contrasto con la linea filo-tedesca di Mussolini. L'invasione segnò una rottura nella diplomazia italiana, mettendo in luce le divergenze tra Ciano e Mussolini e aprendo la strada al coinvolgimento dell'Italia nel secondo conflitto mondiale.
Fine dell'illusione: la diplomazia fascista tra Germania e Polonia all'alba della Seconda guerra mondiale
VALDAMBRINI, GIADA
2023/2024
Abstract
Il presente elaborato ha come obiettivo l’analisi delle complesse relazioni diplomatiche tra Italia, Germania e Polonia durante gli anni Trenta, fino al 1 settembre 1939, data spartiacque della storia contemporanea. La finalità è nel comprendere le strategie diplomatiche e le motivazioni sottostanti che hanno guidato la politica estera di questi tre Paesi, ponendo particolare attenzione all’azione dell'Italia fascista e della sua politica estera in quegli anni. Il primo capitolo si focalizza su quest’ultima, evidenziando le ambizioni di Mussolini di trasformare l'Italia in una grande potenza europea e mediterranea. Vengono analizzati i principali eventi diplomatici, come il Patto di Locarno, il Patto a Quattro e la guerra d'Etiopia, che hanno segnato l'evoluzione della politica estera italiana e il suo progressivo avvicinamento alla Germania. Il secondo capitolo approfondisce sia le relazioni tra Italia, Germania e Polonia, mettendo in luce le tensioni e le contraddizioni che hanno caratterizzato questi rapporti, sia il contesto europeo in cui si trovavano ad operare i Paesi. La Polonia, situata tra le due potenze emergenti, cercava di mantenere una posizione di equilibrio, mentre l'Italia, pur mostrando interesse per Varsavia, era sempre più subordinata alla Germania. L'analisi si conclude con la firma del Patto d'Acciaio nel 1939, che sancì la definitiva alleanza tra Italia e Germania e la rinuncia dell'Italia a qualsiasi pretesa di autonomia diplomatica e con il cambiamenti dei toni diplomatici dell’asse Roma-Berlino con la stretta del Patto Ribbentrop-Molotov tra Germania e Unione Sovietica. Il terzo capitolo si dedica all'analisi delle reazioni diplomatiche italiane all'invasione tedesca della Polonia, facendo emergere le macchinose dinamiche presentatesi. L'Italia adottò una strategia di neutralità, cercando di bilanciare i propri interessi tra le potenze dell'Asse e gli Alleati occidentali. Questa posizione fu oggetto di dibattito interno, con Ciano, ministro degli Esteri, favorevole a un maggiore distacco dalla Germania, in contrasto con la linea filo-tedesca di Mussolini. L'invasione segnò una rottura nella diplomazia italiana, mettendo in luce le divergenze tra Ciano e Mussolini e aprendo la strada al coinvolgimento dell'Italia nel secondo conflitto mondiale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/77468