Labiopalatoschisi e palatoschisi sono malformazioni cranio facciali congenite, collettivamente denominate schisi orali, per intendere l'alterato processo di fusione delle prominenze facciali sul piano mediale. In letteratura è noto come l’otite media effusiva nei bambini che nascono con tale difetto anatomico determini ipoacusia di tipo trasmissivo. Considerando come la percezione uditiva influenza significativamente lo sviluppo delle capacità comunicative in età evolutiva, per i bambini nati con palatoschisi, la deprivazione sensoriale acquista particolare importanza, dato che sono esposti ad un maggiore rischio di sviluppo di alterazioni comunicativo-linguistiche rispetto alla popolazione generale. Obiettivo: Questo studio vuole analizzare l'outcome linguistico in relazione alla capacità uditiva di pazienti che hanno subito interventi di sintesi del palato. L’obiettivo di questa tesi sperimentale è evidenziare l’importanza del feedback uditivo e dell’espressione verbale dei pazienti che nascono con schisi orali. Materiali e metodi: Per questo studio retrospettivo sono stati selezionati bambini di età compresa fra gli 0 e i 18 anni e provenienti da tutt’Italia, nati con schisi del labbro e/o del palato, che sono seguiti periodicamente presso gli ambulatori di Audiologia Infantile ed ERN CRANIO dell’UOC Otorinolaringoiatria dell’Azienda Ospedaliera dell’Università di Padova. Per ogni paziente sono stati raccolti i risultati dei test audiometrici mentre, per la valutazione dell’espressione verbale sono state considerate le valutazioni logopediche di tipo qualitativo svolte dalle logopediste a completamento della visita audiologica. Inoltre, per raccogliere ulteriori informazioni sull’intelligibilità dello speech è stato somministrato il questionario ICS-I, che i caregiver hanno compilato facoltativamente. Risultati e discussione: Nello studio sono inclusi 39 pazienti. I dati generici relativi ai soggetti inclusi nel campione di studio sono in linea con quanto riportato da studi similari già presenti in letteratura. In riferimento alla distribuzione del deficit uditivo, è possibile affermare che il 92,3% del campione totale presenta ipoacusia e di questi individui sono protesizzati solo il 38,5%. Il campione è stato suddiviso in tre gruppi in relazione alle fasce d’età 0-3 anni, 3-6 anni ed oltre i 6 anni. È stato possibile dimostrare che i soggetti più piccoli che rilevano otite media effusiva risultano comunque intelligibili, anche se presentano alterazioni a livello fonetico e fonologico del linguaggio espressivo. Mentre, i soggetti con età oltre i 6 anni riportano soglie uditive maggiori rispetto gli altri gruppi, nonostante non presentino otite media effusiva; in aggiunta, il loro linguaggio espressivo risulta adeguato dal punto di vista fonetico-fonologico e completamente intelligibile. Conclusioni: L’ipoacusia si presenta nella quasi totalità del campione di questo studio di carattere retrospettivo, evidenziando l’importanza della diagnosi precoce e di un intervento immediato. Tuttavia, il tasso di protesizzazione dimostra la scarsa diffusione e accessibilità dei dispositivi audioprotesici. L’analisi svolta in merito i dati percettivo-uditivi e linguistici in relazione all’età dei pazienti, suggerisce come l’età stessa, la presenza di otite media effusiva (OME), la gravità dell’ipoacusia e il livello di beneficio protesico siano fattori determinanti l'outcome linguistico dei pazienti. Si rende noto come lo studio non sia privo di limiti per l’eterogeneità del campione in termini di età e diagnosi sindromica. Infatti, si rendono necessari ulteriori studi per approfondire l’impatto combinato di queste variabili su un campione più ampio di soggetti. Questo permetterebbe la promozione di strategie preventive e di trattamento sempre più efficaci, dalle prime fasi dello sviluppo linguistico del bambino.
L'importanza del feedback uditivo e dell'espressione verbale nei pazienti con palatoschisi
DONATI, NICOLE
2023/2024
Abstract
Labiopalatoschisi e palatoschisi sono malformazioni cranio facciali congenite, collettivamente denominate schisi orali, per intendere l'alterato processo di fusione delle prominenze facciali sul piano mediale. In letteratura è noto come l’otite media effusiva nei bambini che nascono con tale difetto anatomico determini ipoacusia di tipo trasmissivo. Considerando come la percezione uditiva influenza significativamente lo sviluppo delle capacità comunicative in età evolutiva, per i bambini nati con palatoschisi, la deprivazione sensoriale acquista particolare importanza, dato che sono esposti ad un maggiore rischio di sviluppo di alterazioni comunicativo-linguistiche rispetto alla popolazione generale. Obiettivo: Questo studio vuole analizzare l'outcome linguistico in relazione alla capacità uditiva di pazienti che hanno subito interventi di sintesi del palato. L’obiettivo di questa tesi sperimentale è evidenziare l’importanza del feedback uditivo e dell’espressione verbale dei pazienti che nascono con schisi orali. Materiali e metodi: Per questo studio retrospettivo sono stati selezionati bambini di età compresa fra gli 0 e i 18 anni e provenienti da tutt’Italia, nati con schisi del labbro e/o del palato, che sono seguiti periodicamente presso gli ambulatori di Audiologia Infantile ed ERN CRANIO dell’UOC Otorinolaringoiatria dell’Azienda Ospedaliera dell’Università di Padova. Per ogni paziente sono stati raccolti i risultati dei test audiometrici mentre, per la valutazione dell’espressione verbale sono state considerate le valutazioni logopediche di tipo qualitativo svolte dalle logopediste a completamento della visita audiologica. Inoltre, per raccogliere ulteriori informazioni sull’intelligibilità dello speech è stato somministrato il questionario ICS-I, che i caregiver hanno compilato facoltativamente. Risultati e discussione: Nello studio sono inclusi 39 pazienti. I dati generici relativi ai soggetti inclusi nel campione di studio sono in linea con quanto riportato da studi similari già presenti in letteratura. In riferimento alla distribuzione del deficit uditivo, è possibile affermare che il 92,3% del campione totale presenta ipoacusia e di questi individui sono protesizzati solo il 38,5%. Il campione è stato suddiviso in tre gruppi in relazione alle fasce d’età 0-3 anni, 3-6 anni ed oltre i 6 anni. È stato possibile dimostrare che i soggetti più piccoli che rilevano otite media effusiva risultano comunque intelligibili, anche se presentano alterazioni a livello fonetico e fonologico del linguaggio espressivo. Mentre, i soggetti con età oltre i 6 anni riportano soglie uditive maggiori rispetto gli altri gruppi, nonostante non presentino otite media effusiva; in aggiunta, il loro linguaggio espressivo risulta adeguato dal punto di vista fonetico-fonologico e completamente intelligibile. Conclusioni: L’ipoacusia si presenta nella quasi totalità del campione di questo studio di carattere retrospettivo, evidenziando l’importanza della diagnosi precoce e di un intervento immediato. Tuttavia, il tasso di protesizzazione dimostra la scarsa diffusione e accessibilità dei dispositivi audioprotesici. L’analisi svolta in merito i dati percettivo-uditivi e linguistici in relazione all’età dei pazienti, suggerisce come l’età stessa, la presenza di otite media effusiva (OME), la gravità dell’ipoacusia e il livello di beneficio protesico siano fattori determinanti l'outcome linguistico dei pazienti. Si rende noto come lo studio non sia privo di limiti per l’eterogeneità del campione in termini di età e diagnosi sindromica. Infatti, si rendono necessari ulteriori studi per approfondire l’impatto combinato di queste variabili su un campione più ampio di soggetti. Questo permetterebbe la promozione di strategie preventive e di trattamento sempre più efficaci, dalle prime fasi dello sviluppo linguistico del bambino.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/77720