La valutazione della funzione deglutitoria in età pediatrica durante la degenza ospedaliera: l’esperienza dell’Azienda Ospedale-Università di Padova

I disturbi dell'alimentazione e della deglutizione nel paziente pediatrico costituiscono una condizione clinica complessa, potenzialmente associata a gravi complicanze polmonari, malnutrizione e disidratazione. Questi disturbi possono influire negativamente sullo sviluppo sociale e affettivo del bambino, quindi sulla sua qualità di vita e su quella dei caregiver (Printza et al., 2020). L'incidenza della disfagia è in aumento (ASHA); tuttavia, al momento non sono disponibili linee guida italiane sulla presa in carico dei pazienti pediatrici con disfagia. Le competenze del logopedista, esperto della funzione alimentare e deglutitoria, anche integrate a quelle del medico specialista, danno un contributo importante alla gestione di questi pazienti, già durante la fase di inquadramento. L’obiettivo del presente progetto di tesi è quello di identificare caratteristiche cliniche ricorrenti, coerentemente con i dati di letteratura, che possano indicare se il paziente pediatrico tragga beneficio dalla sola valutazione logopedica o richieda invece un percorso integrato dalla valutazione strumentale. È stato condotto uno studio retrospettivo, su un campione di pazienti di età 0-18 anni, sottoposti a valutazione logopedica per le funzioni alimentare e deglutitoria durante il ricovero presso l’Azienda Ospedale-Università di Padova. Sono stati considerati i pazienti valutati tra gennaio 2021 e settembre 2024. Sono stati esclusi i casi la cui documentazione clinica relativa ai dati di studio risultava incompleta. Il campione è stato suddiviso in due gruppi in base alla tipologia di valutazione effettuata (solo valutazione logopedica o valutazione integrata con Fiberoptic Endoscopic Evaluation of Swallowing - FEES). Sono state confrontate le caratteristiche cliniche dei due gruppi ed è stata calcolata la significatività statistica. Il campione si compone di 88 pazienti e rispecchia le caratteristiche della popolazione pediatrica con disfagia presenti in letteratura. Tra le variabili esaminate, hanno mostrato una significatività statistica l'eziologia della patologia e la somministrazione degli alimenti: le condizioni neurologiche e genetiche e la somministrazione degli alimenti di diverse consistenze predispongono a una valutazione integrata. Inoltre, alla totalità dei pazienti valutati in assenza dei prerequisiti è stata confermata la diagnosi di disfagia. La valutazione clinica-logopedica è risultata sufficiente a stabilire una diagnosi, guidare il percorso terapeutico e indirizzare verso un trattamento adeguato nei casi di disfagia orale. Un dato rilevante emerso riguarda l’esperienza dell’Azienda Ospedale-Università di Padova: considerando i pazienti sottoposti alla valutazione integrata, la maggior parte ha svolto l’esame strumentale in presenza del logopedista, rappresentando così un approccio ottimale che vede l’intervento integrato medico Otorinolaringoiatra-Logopedista. La predisposizione alla valutazione strumentale aumenta con la gravità del quadro clinico e la presenza di comorbidità. Inoltre, risulta fondamentale che la valutazione, sia essa solo logopedica o integrata, sia condotta in presenza dei prerequisiti e in maniera completa. Lo studio mette in luce l’importanza della collaborazione multidisciplinare tra logopedisti e medici specialisti ORL, come già attuato con successo presso l’Azienda Ospedale-Università di Padova. Poiché le variabili analizzate non hanno consentito di identificare criteri per selezionare i pazienti che potrebbero beneficiare della sola valutazione logopedica o che necessiterebbero invece di una valutazione integrata, saranno necessari ulteriori studi in tal senso, anche nell’ottica futura di poter elaborare delle linea guida per la presa in carico della popolazione pediatrica con disfagia al fine di migliorare la gestione clinica e promuovere partecipazione e qualità di vita dei piccoli pazienti e dei loro caregiver.