L’avicoltura è senz’altro uno dei settori più rilevanti e in crescita della produzione animale sia a livello globale che italiano. Nonostante il comparto industriale sia largamente predominante, una parte della produzione rimane tuttora a carattere rurale, con tipicità e problematiche molto diverse dagli allevamenti intensivi. Un ambito in cui il contributo del settore rurale appare poco compreso è quello delle malattie infettive, che continuano a minacciare la sostenibilità della produzione avicola. Questo studio, svolto all’interno di un allevamento di svezzamento, aveva come obiettivo quello di determinare le dinamiche di introduzione e trasmissione di due patogeni virali a carattere respiratorio endemici in Italia, il virus della bronchite infettiva (IBV) e il metapneumovirus aviare (aMPV). Nell’arco di circa 20 settimane sono stati campionati ad intervalli regolari tutti i gruppi di animali presenti nell’allevamento, che differivano per specie, età, provenienza e protocollo vaccinale. I 130 pool di tamponi respiratori così prelevati sono stati quindi sottoposti a metodiche di biologia molecolare per la rilevazione e caratterizzazione di IBV e aMPV e successivamente ad analisi filogenetiche e di ricombinazione. È stata osservata un’ampia circolazione all’interno dell’allevamento di entrambi i patogeni, con una significativa eterogeneità genetica. In particolare, per IBV sono stati riscontrati diversi lineage, sia vaccinali che di campo, nonché la presenza di due ceppi ricombinanti. Per aMPV le positività sono risultate essere riferite quasi totalmente al sottotipo B, con una sola positività al sottotipo A, e riguardavano anche specie solitamente non affette da questo virus. Tali dati sembrano confermare la difficile gestione igienico-sanitaria degli allevamenti di svezzamento, la cui organizzazione multispecie e multietà, unita a livelli di biosicurezza non comparabili con gli allevamenti industriali, può favorire il mantenimento, la diffusione e la continua evoluzione di IBV e aMPV. Tuttavia, l’attuazione della pratica del “tutto pieno-tutto vuoto”, per quanto non simultanea nei due siti che componevano l’allevamento, è apparsa parzialmente efficace nel ridurre la circolazione di questi virus. Ciò suggerisce l’importanza di un buon controllo, unito ad un attento monitoraggio, per limitare l’impatto delle malattie infettive non solo a livello di singolo allevamento, ma anche per l’intero settore avicolo.
STUDIO LONGITUDINALE SULLA CIRCOLAZIONE DI VIRUS RESPIRATORI IN UN ALLEVAMENTO AVICOLO DI SVEZZAMENTO
SARTORE, PIETRO
2023/2024
Abstract
L’avicoltura è senz’altro uno dei settori più rilevanti e in crescita della produzione animale sia a livello globale che italiano. Nonostante il comparto industriale sia largamente predominante, una parte della produzione rimane tuttora a carattere rurale, con tipicità e problematiche molto diverse dagli allevamenti intensivi. Un ambito in cui il contributo del settore rurale appare poco compreso è quello delle malattie infettive, che continuano a minacciare la sostenibilità della produzione avicola. Questo studio, svolto all’interno di un allevamento di svezzamento, aveva come obiettivo quello di determinare le dinamiche di introduzione e trasmissione di due patogeni virali a carattere respiratorio endemici in Italia, il virus della bronchite infettiva (IBV) e il metapneumovirus aviare (aMPV). Nell’arco di circa 20 settimane sono stati campionati ad intervalli regolari tutti i gruppi di animali presenti nell’allevamento, che differivano per specie, età, provenienza e protocollo vaccinale. I 130 pool di tamponi respiratori così prelevati sono stati quindi sottoposti a metodiche di biologia molecolare per la rilevazione e caratterizzazione di IBV e aMPV e successivamente ad analisi filogenetiche e di ricombinazione. È stata osservata un’ampia circolazione all’interno dell’allevamento di entrambi i patogeni, con una significativa eterogeneità genetica. In particolare, per IBV sono stati riscontrati diversi lineage, sia vaccinali che di campo, nonché la presenza di due ceppi ricombinanti. Per aMPV le positività sono risultate essere riferite quasi totalmente al sottotipo B, con una sola positività al sottotipo A, e riguardavano anche specie solitamente non affette da questo virus. Tali dati sembrano confermare la difficile gestione igienico-sanitaria degli allevamenti di svezzamento, la cui organizzazione multispecie e multietà, unita a livelli di biosicurezza non comparabili con gli allevamenti industriali, può favorire il mantenimento, la diffusione e la continua evoluzione di IBV e aMPV. Tuttavia, l’attuazione della pratica del “tutto pieno-tutto vuoto”, per quanto non simultanea nei due siti che componevano l’allevamento, è apparsa parzialmente efficace nel ridurre la circolazione di questi virus. Ciò suggerisce l’importanza di un buon controllo, unito ad un attento monitoraggio, per limitare l’impatto delle malattie infettive non solo a livello di singolo allevamento, ma anche per l’intero settore avicolo.File | Dimensione | Formato | |
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