Background e scopo: Il Charlson Comorbidity Index (CCI) potrebbe essere utilizzato per valutare il peso delle comorbilità in diversi contesti clinici, ma sono disponibili pochi dati nei pazienti con carcinoma epatocellulare (HCC). Nel nostro studio abbiamo deciso di valutare il CCI come predittore prognostico nei pazienti con HCC, fino a sviluppare un CCI modificato specificamente in questa coorte di pazienti. Materiali e metodi: Dal database ITA.LI.CA sono stati analizzati i dati di 8945 pazienti con diagnosi di HCC dopo gennaio 2000. Tramite analisi di regressione logistica multivariata e analisi di regressione di Cox sono stati valutati rispettivamente l'associazione tra CCI e probabilità di ricevere un trattamento curativo e l'impatto prognostico del CCI. In particolare, al fine di ricalibrare il CCI, l'effetto indipendente sulla sopravvivenza di ciascuna comorbilità del CCI originale è stato valutato con un'analisi di regressione di Cox multivariata. Il punteggio CCI-HCC è stato calcolato tenendo in considerazione sia i punti per ciascuna comorbilità risultata significativa nei pazienti con HCC (pari all'hazard ratio arrotondato per difetto) sia i punti aggiuntivi per l’età (come nel CCI originale). Risultati: Il valore mediano di CCI nell'intera coorte è risultato 7 (6 - 9). Valori di CCI più elevati sono risultati indipendentemente associati a una minore probabilità di ricevere un trattamento curativo (OR 0.88 95% CI 0.85 – 0.90) e a una peggiore sopravvivenza complessiva (HR 1.05, 95% CI 1.03 – 1.07). Analizzando i singoli componenti di CCI, la cardiopatia ischemica (HR 1.15, 95% CI 1.06 – 1.25), la malattia renale cronica (HR 1.17, 95% CI 1.04 – 1.32) e la malattia polmonare ostruttiva cronica (HR 1.18, 95% CI 1.08 – 1.28) si sono caratterizzati come predittori indipendenti di sopravvivenza e sono stati inclusi come variabili nel punteggio CCI-HCC. La sopravvivenza globale mediana è stata di 56.0 mesi (95% CI 48.6 – 63.4), 46.0 mesi (95% CI 43.9 – 48.1) e 31.5 mesi (95% CI 29.2 – 33.9) nei pazienti con punteggio CCI-HCC rispettivamente di 0 – 1, 2 – 3 e ≥ 4 (p<0.001). Inoltre, il punteggio CCI-HCC ha mantenuto un'associazione indipendente con la prognosi (HR 1.03, 95% CI 1.01 – 1.06). All’analisi ai rischi competitivi, il punteggio CCI-HCC è stato associato indipendentemente alla morte per cause non correlate al fegato (HR 1.16, IC al 95% 1.09 – 1.23), ma non alla morte per progressione dell'HCC (HR 0.96, IC al 95% 0.92 – 1.01) o alla morte per peggioramento della funzione epatica (HR 1.05, IC al 95% 0.99 – 1.12). Conclusioni: Nei pazienti con HCC un tasso maggiore di comorbilità, valutato dal CCI, si associa a una ridotta sopravvivenza. Abbiamo sviluppato, in questa popolazione specifica, un semplice indice di comorbilità modificato (CCI-HCC) che può essere utile per valutare la prognosi dei pazienti con HCC e il trattamento più opportuno.
Il Charlson Comorbidity Index impatta la scelta del trattamento e la prognosi nei pazienti con carcinoma epatocellulare: una analisi del database ITA.LI.CA
STOCCO, CHRISTIAN
2023/2024
Abstract
Background e scopo: Il Charlson Comorbidity Index (CCI) potrebbe essere utilizzato per valutare il peso delle comorbilità in diversi contesti clinici, ma sono disponibili pochi dati nei pazienti con carcinoma epatocellulare (HCC). Nel nostro studio abbiamo deciso di valutare il CCI come predittore prognostico nei pazienti con HCC, fino a sviluppare un CCI modificato specificamente in questa coorte di pazienti. Materiali e metodi: Dal database ITA.LI.CA sono stati analizzati i dati di 8945 pazienti con diagnosi di HCC dopo gennaio 2000. Tramite analisi di regressione logistica multivariata e analisi di regressione di Cox sono stati valutati rispettivamente l'associazione tra CCI e probabilità di ricevere un trattamento curativo e l'impatto prognostico del CCI. In particolare, al fine di ricalibrare il CCI, l'effetto indipendente sulla sopravvivenza di ciascuna comorbilità del CCI originale è stato valutato con un'analisi di regressione di Cox multivariata. Il punteggio CCI-HCC è stato calcolato tenendo in considerazione sia i punti per ciascuna comorbilità risultata significativa nei pazienti con HCC (pari all'hazard ratio arrotondato per difetto) sia i punti aggiuntivi per l’età (come nel CCI originale). Risultati: Il valore mediano di CCI nell'intera coorte è risultato 7 (6 - 9). Valori di CCI più elevati sono risultati indipendentemente associati a una minore probabilità di ricevere un trattamento curativo (OR 0.88 95% CI 0.85 – 0.90) e a una peggiore sopravvivenza complessiva (HR 1.05, 95% CI 1.03 – 1.07). Analizzando i singoli componenti di CCI, la cardiopatia ischemica (HR 1.15, 95% CI 1.06 – 1.25), la malattia renale cronica (HR 1.17, 95% CI 1.04 – 1.32) e la malattia polmonare ostruttiva cronica (HR 1.18, 95% CI 1.08 – 1.28) si sono caratterizzati come predittori indipendenti di sopravvivenza e sono stati inclusi come variabili nel punteggio CCI-HCC. La sopravvivenza globale mediana è stata di 56.0 mesi (95% CI 48.6 – 63.4), 46.0 mesi (95% CI 43.9 – 48.1) e 31.5 mesi (95% CI 29.2 – 33.9) nei pazienti con punteggio CCI-HCC rispettivamente di 0 – 1, 2 – 3 e ≥ 4 (p<0.001). Inoltre, il punteggio CCI-HCC ha mantenuto un'associazione indipendente con la prognosi (HR 1.03, 95% CI 1.01 – 1.06). All’analisi ai rischi competitivi, il punteggio CCI-HCC è stato associato indipendentemente alla morte per cause non correlate al fegato (HR 1.16, IC al 95% 1.09 – 1.23), ma non alla morte per progressione dell'HCC (HR 0.96, IC al 95% 0.92 – 1.01) o alla morte per peggioramento della funzione epatica (HR 1.05, IC al 95% 0.99 – 1.12). Conclusioni: Nei pazienti con HCC un tasso maggiore di comorbilità, valutato dal CCI, si associa a una ridotta sopravvivenza. Abbiamo sviluppato, in questa popolazione specifica, un semplice indice di comorbilità modificato (CCI-HCC) che può essere utile per valutare la prognosi dei pazienti con HCC e il trattamento più opportuno.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/78905