Dagli anni settanta del Novecento, storiche e critiche dell’arte come Linda Nochlin e Griselda Pollock hanno studiato le cause dell’esclusione delle donne nella storia dell’arte cercando di trovare modi di lettura e analisi delle opere differenti dai metodi tradizionali (biografia e descrizione stilistica), con lo scopo di analizzare il loro ruolo nella storia dell’arte. In particolare studiando la vita e le opere delle artiste impressioniste, come Berthe Morisot e Mary Cassatt. Nonostante fossero apprezzate dai loro colleghi maschi, le opere di queste artiste tendevano ad essere sminuite dalla critica in quanto realizzate da donne, caratterizzate da una sensibilità e uno stile femminile naturale. L’analisi di Pollock riguarda proprio quest’ultimo aspetto e smonta il concetto di femminilità come fatto biologico per definirlo come una costruzione sociale. Di questi studi, solo qualche testo è stato tradotto in italiano e, ancora oggi, le opere di queste artiste compaiono raramente nelle mostre italiane; inoltre, in Italia non c’è mai stata una mostra dedicata ad una di loro, o a Eva Gonzalès. Questa tesi ha lo scopo di dimostrare che l’assenza di queste artiste nella presentazione dell’impressionismo equivale ad avere una visione parziale del movimento; con la speranza di riuscire a ricordare e valorizzare il lavoro di queste donne, poiché sono state spesso dimenticate. Prima si affronteranno alcuni concetti legati alla figura dell’artista donna nel 1800, come la femminilità, il genio dell’artista e l’educazione della donna borghese. Poi si approfondirà la pratica artistica delle donne impressioniste (Berthe Morisot, Mary Cassatt, Eva Gonzalès e Marie Bracquemond) attraverso alcuni cenni biografici ed esaminando alcune delle loro opere. Infine si analizzeranno 3 mostre realizzate in Veneto tra il 2000 e il 2019 verificando se, all’interno di esse, sono presenti opere di artiste per poi studiarne la presenza e l’eventuale assenza.
Presenza e assenza delle donne impressioniste: un'analisi critica di tre mostre realizzate in Veneto, 2000-2019
BONAZZA, THOMAS
2023/2024
Abstract
Dagli anni settanta del Novecento, storiche e critiche dell’arte come Linda Nochlin e Griselda Pollock hanno studiato le cause dell’esclusione delle donne nella storia dell’arte cercando di trovare modi di lettura e analisi delle opere differenti dai metodi tradizionali (biografia e descrizione stilistica), con lo scopo di analizzare il loro ruolo nella storia dell’arte. In particolare studiando la vita e le opere delle artiste impressioniste, come Berthe Morisot e Mary Cassatt. Nonostante fossero apprezzate dai loro colleghi maschi, le opere di queste artiste tendevano ad essere sminuite dalla critica in quanto realizzate da donne, caratterizzate da una sensibilità e uno stile femminile naturale. L’analisi di Pollock riguarda proprio quest’ultimo aspetto e smonta il concetto di femminilità come fatto biologico per definirlo come una costruzione sociale. Di questi studi, solo qualche testo è stato tradotto in italiano e, ancora oggi, le opere di queste artiste compaiono raramente nelle mostre italiane; inoltre, in Italia non c’è mai stata una mostra dedicata ad una di loro, o a Eva Gonzalès. Questa tesi ha lo scopo di dimostrare che l’assenza di queste artiste nella presentazione dell’impressionismo equivale ad avere una visione parziale del movimento; con la speranza di riuscire a ricordare e valorizzare il lavoro di queste donne, poiché sono state spesso dimenticate. Prima si affronteranno alcuni concetti legati alla figura dell’artista donna nel 1800, come la femminilità, il genio dell’artista e l’educazione della donna borghese. Poi si approfondirà la pratica artistica delle donne impressioniste (Berthe Morisot, Mary Cassatt, Eva Gonzalès e Marie Bracquemond) attraverso alcuni cenni biografici ed esaminando alcune delle loro opere. Infine si analizzeranno 3 mostre realizzate in Veneto tra il 2000 e il 2019 verificando se, all’interno di esse, sono presenti opere di artiste per poi studiarne la presenza e l’eventuale assenza.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/78953